«Patetica.»Alzo la testa di scatto e vedo Sabrina, con in dosso solo una camicia azzurra lunga, in piedi nel mio salotto. Mi fissa con disgusto e ha la bocca semiaperta, in stile ragazza di Mean Girl.
Ride e va nella mia cucina; come se fosse a casa sua, apre il frigo e beve un sorso di latte.
Mi alzo di scatto, innervosita dal suo atteggiamento, e le tolgo dalle mani la bottiglia di vetro del latte, facendogliene cadere un po' sulla faccia e sulla camicia.
«Tu!» ringhia Sabrina. «Come hai osato? Mi ero appena truccata!»
«Non sei a casa tua» ribatto.
Lei, pur non essendo un vampiro o un'altra creatura sovrannaturale, sfodera i denti – proprio come farebbe una cagna – e si avvicina.
Improvvisamente si volta, afferra un mestolo sul bancone vicino al fornello e si prepara a colpirmi, ma il suo braccio viene fermato dalla grossa mano con l'anello di zaffiro blu di Luca.
«Non azzardarti a colpirla» la avverte.
Sabrina lo guarda stupita e se ne va indignata nella stanza di Luca, sbattendo la porta.
«Grazie» sussurro, ma lui se ne va dalla porta principale senza prestarmi ascolto.
Arrivo in Accademia dopo circa venti minuti e trovo Valerio che mi aspetta con un bicchiere fumante di Arnold.
«Ciao» lo saluto.
«Ciao» ricambia lui. «Sembri stravolta. Hai delle occhiaie più nere del mio cardigan.»
«Non so che cosa sia successo stamattina» mi lamento.
«Ieri sera mi sono addormentata in salotto mentre facevo alcuni schemi di scenografia teatrale. Apriamo una parentesi: ieri pomeriggio e sera, Luca doveva aiutarmi con il progetto di fotografia – cosa che ha fatto – e sembrava andare tutto bene, fin quando a un certo punto ha preso la macchina fotografica e se n'è andato. Questa mattina mi sveglio e, oltre a trovare un album perfettamente stampato con tutte le mie foto, vedo Sabrina in cucina, con in dosso solo una camicia di Luca, a bere il mio latte.»
«Sabrina?»
«Sì. Non è la prima volta che la porta a casa e la cosa mi fa imbestialire» rispondo.
«Ti scaldi tanto perché un po' ti piace, ammettilo» dichiara Valerio ridendo.
«No» ribatto.
«Aspetta un secondo. Hai detto di non aver avuto modo di fare il progetto, ma che questa mattina l'hai trovato pronto. È stato Luca! Oddio, che carino» dice Valerio tutto elettrizzato.
«L'avrà fatto per non finire nei guai come tutor» borbotto.
Entriamo nell'edificio a braccetto e poco prima di salutarci il mio amico ridacchia: «Come ti senti ad arrivare a lezione in orario?»
«Ma smettila» sospiro.
Ci salutiamo e io entro nell'aula in cui si tiene la mia lezione. Poco prima che inizi prendo il telefono con l'intenzione di mandare un messaggio a Luca e vedo la notifica di un nuovo messaggio in segreteria da parte di un numero sconosciuto.
«Cavolo, sono senza Internet» dico con rammarico.
Nel momento in cui il professore entra in aula, digito velocemente l'sms, lo invio e spengo il telefono rapidamente. Solo alla fine delle lezioni lo riaccendo e vedo la notifica della risposta di Luca.
Sospiro e mi dirigo verso l'uscita principale.
Cavolo, sono già le sette e devo ancora fare la spesa. Guardo la batteria del cellulare e non mi sorprende che è solo al venti percento della carica. Ho pure il telefono rotto: la batteria dura pochissimo e cambia la data da solo - pur essendo il 15 ottobre del 2020, segna novembre...
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Il segreto dei Ricordi
FantasiSECONDO LIBRO DELLA SAGA DEI SEGRETI Questa storia si può trovare facilmente su Amazon sia in cartaceo che in Kindle Demetra Romano, rimasta senza genitori e amici, deve ricominciare a vivere. Deve essere strano tornare alla normalità quando invec...