Troppo agitata

468 33 30
                                    

Sanremo – Giovedì 2 Febbraio 1984       

         Hotel Royal- stanza 122
                Mezzanotte circa

Lilibeth P.O.

Velocemente alzo la schiena dal letto e avida d'aria prendo fiato come se i miei polmoni ne fossero rimasti completamente sprovvisti. Mi succede sempre così ogniqualvolta l'ansia e la paura prendono in me il sopravvento, mi sento mancare il respiro, sento le forze venirmi meno, avverto il mondo ruotare intorno a me anche se sono distesa, immobile, a letto. Eppure a diciannove anni non dovrebbe essere così, dovrei essere spensierata, allegra e invece non lo sono, non lo sono affatto. Sono felice di essere qui a Sanremo con la mia band, finalmente io e le ragazze possiamo cominciare a raccogliere i frutti dei nostri sacrifici musicali e non, ma non avevo messo in conto che una competizione, seppure in playback, avesse potuto mettere a dura prova i miei disperati tentativi di raggiungimento della pace interiore.

-Non ci riesco, è più forte di me, non ci riesco proprio- penso, accasciandomi con la schiena alla morbida spalliera del letto.

E' dallo scorso Dicembre, più esattamente dallo scorso 15 di Dicembre, dal giorno in cui il nostro manager ci ha felicemente annunciato che anche noi RodaViva avremmo partecipato al prossimo Festival di Sanremo, che la mia vita ha assunto una connotazione diversa, più irrequieta. Io sembro la persona più superficiale del mondo, do sempre l'impressione di essere quella che, rispetto alle altre ragazze della band, prende tutto alla leggera, effimera e giovane cantautrice che saltella come un grillo sul palco e che ha ancora tutto da imparare, ma invece non è così.
Nessuno immagina che guerra ogni giorno combattono i miei pensieri per farmi arrivare a letto, a sera, sana e salva. Ma poi, ci arrivo davvero sana e salva? Visti i risultati direi proprio di no. Negli ultimi due mesi i miei attacchi di panico notturni sono aumentati, più si avvicinava il giorno della partenza per Sanremo e più le mie ore di sonno diminuivano drasticamente, in un crescendo di ansie e preoccupazioni che nemmeno per il nostro primo concerto da headliner ricordo così intense e febbrili. Certo, prima o poi dovrò imparare a gestire le emozioni, altrimenti sarò costretta a cambiare mestiere.

-Ma che dici Lilibeth! E che mestiere potresti fare se non... se non quello che fai- rifletto ancora, sospirando.

Ho sempre sognato di cantare, fin da bambina. Ricordo ancora quando io, Mizzy, Lisa e Allison ci divertivamo a imitare le nostre cantanti preferite, urlando le loro canzoni a squarciagola nel garage di casa mia. Ne sono passati di anni da allora, è vero non tantissimi ma ne sono passati abbastanza, siamo cresciute, abbiamo studiato musica e abbiamo formato questo gruppo che adesso addirittura i critici ritengono uno dei principali candidati alla vittoria tra i big del Festival. Chi l'avrebbe mai detto? Beh, di certo non mia madre che ha fatto di tutto per impedirmi di intraprendere questa carriera, mi ha ostacolata in tutti i modi possibili facendomi sentire persino in colpa il giorno in cui firmammo il contratto con la EMI, la nostra casa discografica. Sono sicura che stasera non ha nemmeno acceso la televisione per vedere la nostra esibizione.

Quando oggi pomeriggio, perché sì il tutto viene registrato il pomeriggio e poi tagliato e cucito per essere pronto per la prima serata, sono salita sul palco dell'Ariston, un brivido d'emozione mi ha pervasa: quante volte da piccola, vedendo il Festival in tv, ho sognato, fantasticato di prendervi parte anch'io, e adesso che tutto questo si sta realizzando ancora non posso crederci che stia accadendo davvero. Sono troppo agitata, troppo in ansia per godermi la parte bella della gara, l'adrenalina, la competizione, lo stare insieme agli altri cantanti e ho timore che domenica mattina, quando tutto, nel bene o nel male, sarà finito, rimpiangerò di non aver vissuto appieno il bello di quest'emozione.

-Ma infondo, Lilibeth, la tua vita non è già piena di ripianti? Quindi uno più, uno meno...- penso ancora, sedendomi al bordo del letto per bere un po' d'acqua.

The Luckycharm - A Brian May Fanfiction- ItalianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora