Domenica 5 Febbraio 1984
Hotel Royal -stanza 112
Nove e mezza circaBRIAN P.O.
Apro gli occhi e non mi ci vuole molto per fare mente locale su dove sono. Oramai sono anni che viaggio per il mondo e sono più che abituato a svegliarmi ogni giorno in un letto diverso, in un Paese diverso e con una compagna diversa. Stavolta è stata Lilibeth la mia compagna per una notte. E che notte. Forse abbiamo rischiato a farlo fuori in terrazza, ma l'idea mi allettava e non poco. Prendo fiato e mi volto a guardarla dormire beata, i lunghi capelli bruni sparsi sul cuscino, il petto che si solleva e s'abbassa al ritmo lento e regolare del suo respiro.
Ha il seno completamente scoperto, evidentemente si dev'essere mossa durante il sonno perché stanotte, o meglio stamattina, prima di addormentarci di nuovo glielo avevo sistemato io, per bene, per non farle prendere freddo. Dopo essere rientrati dal terrazzo l'ho adagiata dolcemente sul letto, mi sono steso accanto a lei e ci siamo baciati per un bel po' prima di riaddormentarci. Quanta dolcezza nasconde dietro quegli occhi tristi e scuri, una dolcezza che quello stronzo di Umberto non merita, ma che forse non merito nemmeno io. D'altronde oggi torno a Londra, dai miei figli, da Amalia e chissà cosa mi aspetta oltremanica.
Lentamente poso il dorso della mano destra sulla sua guancia rosea e l'accarezzo. Lei continua a dormire per qualche altro secondo ma poi, dopo aver mugolato qualcosa per me incomprensibile, comincia a schiudere gli occhi.
-Buongiorno Lilibeth- le sussurro e le sorrido.
-Buo...buongiorno Brian- mi risponde lei con voce assonnata -Dormito bene?- mi chiede.
-Benissimo e tu?-
-Benissimo anch'io, grazie-Stende le braccia per stiracchiarsi un po', sbadiglia e sospira: -Come stai?- mi domanda ancora, guardandomi nostalgica, sa che tra poco più di un'ora sarò costretto ad andar via da lei.
-Io sto...sto bene e tu?-
-Beh...bene, diciamo bene-China gli occhi e si morde il labbro. E' colpa mia, lo so, se soffrirà ancora sarà anche per colpa mia. L'accarezzo di nuovo, forse per sentirmi meno in colpa, la mia mano scende lentamente sul suo collo e giunge al suo seno nudo, ma non appena le mie dita sfiorano i suoi capezzoli.
-Ahi!- esclama sottovoce, ma non abbastanza per evitare che la senta.
-Cosa c'è? Ti ho fatto male?-
-No...non è niente- mi dice e con le braccia si copre il petto.
-Non è vero. Fammi vedere-Mi siedo sul letto e con gentilezza scosto le sue braccia per poter capire cosa l'è successo: intorno ai capezzoli sono comparse tante minuscole crosticine rosse e sono sicuro che ieri sera non c'erano perché l'ho guardata molto bene e me ne sarei accorto.
-Potevi dirmelo che hai il seno delicato, ci avrei giocato di meno, perdonami- le chiedo scusa mortificato.
-No, non ti preoccupare, non è colpa tua, è che...è che era così bello, non potevo dirti di fermarti-Il suo sguardo è così intenso, così bello che non posso smettere di guardarla, di perdermi nei suoi grandi e tristi occhi scuri e lei fa lo stesso, fissando ammaliata i miei occhi nocciola.
-Sei la ragazza più bella con cui abbia mai fatto l'amore, lo sai?- le confesso, non mi sono mai sentito così preso per una donna in vita mia.
-Chissà a quante l'avrai detto- replica scettica.
-Che c'è? Non ti fidi?- le chiedo caustico mentre la mia mano destra si posa ancora sul suo seno per accarezzarlo.
-No. Infondo sei pur sempre una rockstar-
-Anche tu sei una rockstar Lilibeth-
-Appunto, proprio per questo ti conosco così bene, perché sono come te, sono esattamente come te Brian-Solleva le braccia e affonda le dita tra i miei riccioli scuri, con dolcezza m'invita a chinare il capo per baciarla. E io la bacio. Le mie mani scendono lentamente sui suoi fianchi morbidi, le mie labbra si posano sulla sua pelle vellutata, le sfiorano il collo, il seno e fanno subito spuntare i suoi piccoli capezzoli: non devo giocarci stavolta, non me ne devo dimenticare.
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The Luckycharm - A Brian May Fanfiction- Italiano
Fanfiction"Soltanto la musica è all'altezza del mare" Albert Camus