Soltanto la musica è all'altezza del mare

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Seconda limousine dei Queen
Undici circa

BRIAN P.O.

-Brian dov'è il tuo anello?- mi chiede Roger, seduto accanto a me.

Alzo distratto la mano destra, mi guardo le dita ancora più distrattamente e con noncuranza gli rispondo: -Ah, non so...devo...devo averlo perso all'Ariston ieri sera, nei camerini-

-Ma come l'hai perso?! Ci tenevi così tanto a quell'anello, lo hai sempre indossato a ogni concerto, a ogni occasione importante per i Queen-
-Lo so Roger, ma...-
-Se vuole torniamo indietro e lo andiamo a prendere signor May- m'interrompe Paul, la mia guardia del corpo, voltandosi dal sediolino anteriore.

Faccio per rispondere, ma Miami Beach, seduto esattamente di fronte a me, mi precede: -Grazie Paul, ma non ce n'è bisogno. Il signor May è stato solo molto distratto ieri sera, non è vero Brian?-

Come diavolo faccia a sapere sempre tutto resta per me un mistero. Lui e mio padre sono gli unici uomini sulla faccia della Terra che hanno la capacità di mettermi a disagio, di farmi sentire piccolo piccolo con le loro affermazioni sarcasticamente severe.

-Sì, beh...è vero, sarà la stanchezza- mento, di certo non posso raccontare a tutti cosa, o meglio chi, mi ha distratto ieri e le altre sere qui a Sanremo -Non c'è bisogno di tornare all'Ariston Paul, comprerò un anello simile a quello vecchio quando tornerò a Londra, ti ringrazio-
-Certo che sei strano tu- interviene di nuovo Roger -Conservi tutto, persino le etichette dei formaggi e non torni indietro a recuperare una cosa davvero importante- commenta stupito.
-Non era un anello di valore, non vale la pena di...di rischiare di perdere l'aereo per una cosa che vale meno di dieci sterline-
-Se lo dici tu. Ma comunque sei strano forte amico mio- balbetta ancora, sbuffa annoiato e si volta dall'altra parte, verso il finestrino.

Miami Beach mi regala un altro dei suoi sguardi da -io e te facciamo i conti più tardi- poi, dopo aver sospirato arrendevole, si volta anche lui verso il fantastico panorama ligure e lo stesso faccio io.

Con la nostra limousine stiamo percorrendo la strada che costeggia la passeggiata dell'imperatrice e un fiume di bei ricordi assale la mia mente. Se questo fine settimana a Sanremo è stato così bello lo devo a lei, a Lilibeth. Penso che adesso la receptionist-gattamorta le avrà già consegnato la busta col mio anello. C'è rimasta di stucco quando le ho detto che doveva consegnarla di persona alla signorina Elisabetta delle Rodaviva, è stato in quel momento che ha capito per chi erano il cornetto al cioccolato bianco e il latte macchiato della colazione in camera.

Non sarei potuto andare via così, senza lasciare a Lilibeth un ricordo di me. Sì, è vero, nemmeno lei dimenticherà mai la notte stupenda trascorsa insieme, ma almeno così avrà qualcosa di vero, reale, qualcosa di tangibile che le permetta di ricordare per sempre quello che ha significato per me e, forse, anche di perdonarmi, un giorno, per averla fatta soffrire. Quell'anello è stato il mio portafortuna per anni, ma non l'ho mai detto a nessuno semplicemente per non sembrare scaramantico, a un fisico logico e razionale come me poco s'addice l'inutile e illogica chimera della superstizione. Forse adesso mi sentirò vuoto, perso, incompleto, come se stessi per salire sul palco senza la mia Red Special, ma non m'importa, mi ci abituerò.

Sorrido quando scorgo una coppietta di giovani fidanzati passeggiare sul lungomare mano nella mano. Solo a quell'età si vive l'amore vero, puro, senza interessi, senza inganni, senza sotterfugi.

-Io vorrei proprio sapere come fanno a camminare con le macchine su queste benedette pietre!- l'esclamazione non molto felice dell'autista mi riporta alla realtà.

Stiamo attraversando un tratto di strada non asfaltato, ma ricoperto da quelli che mi sembra si chiamino sanpietrini e, nonostante la limousine sia nuova e confortevole, questo ci sta facendo letteralmente saltellare tutti sui sedili.

The Luckycharm - A Brian May Fanfiction- ItalianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora