La passeggiata dell'imperatrice

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-Ragazzi- ci chiama in raccolta Miami e si china leggermente verso di noi per evitare che gli altri clienti possano ascoltare ciò che sta per dirci.

Io, Roger e John ci avviciniamo a lui e per un attimo smettiamo di litigare.

-So che stavate discutendo e... e mi dispiace interrompervi, ma...- tentenna imbarazzato, ha capito di essere sopraggiunto proprio nel momento più inopportuno di tutta la serata -... c'è, c'è un ragazzo, un giovane cantante che partecipa al Festival, che mi ha detto di essere un vostro grande fan. E' venuto addirittura a vedere un vostro concerto a Zurigo nel 1975 e...-
-Taglia corto Jim- lo interrompe Roger, sfilando dal pacchetto un'altra Marlboro e infilandola in bocca -Cosa vuole questo qui?-
-Niente, non vuole niente Rog, solo... solo conoscervi un attimo, parlarvi due minuti, si chiama Enrico, Enrico Ruggeri-

-E non gli può parlare Freddie a questo Enrico?- gli chiede John.
-Freddie... ecco, Freddie ha già detto di no, che è troppo nervoso stasera per incontrare gente-
-Ah, la primadonna è nervosa stasera- commenta sarcastico Roger -E anche noi siamo nervosi. Digli... digli che... non lo so, digli che cavolo ti pare, ma nemmeno noi siamo in vena di vedere gente stasera-
-E... e va bene, come volete voi- sospira sconfortato Jim, infondo sa benissimo che un artista non dà di sé una bella immagine quando si rifiuta di incontrare i suoi fan -Buona cena ragazzi- ci augura e lascia il nostro tavolo.
-Ci voleva anche questa stasera- sbuffa Roger -Tutte a noi capitano, tutte a noi-

Senza dire altro accende la sua sigaretta e comincia nervosamente a fumare, John invece si versa dell'altra birra e mormora tra se e se qualcosa che però non riesco a capire. Anch'io bevo un altro po' di birra e mi volto nella direzione in cui si è diretto Jim: lo vedo dinanzi alla porta del locale mentre parla con un giovane, avrà di sicuro meno di trent'anni, scuri capelli corti e giubbotto di pelle nera sopra un paio di jeans altrettanto scuri. Scorgo dell'amarezza scendere sul suo viso quando Miami gli annuncia che i Queen stasera non sono nella giusta modalità di vedere gente e a me dispiace, dispiace davvero perché penso che dieci anni fa ero anch'io come lui, giovane, pieno di speranze per il mio futuro da musicista e avrei pagato tutto l'oro del mondo per aver potuto avere la possibilità di stringere la mano a uno dei miei idoli. A testa bassa lo vedo uscire da locale e Jim ritorna al suo posto, accanto a Freddie.

-Quindi, tornando a noi- riprende Roger, espirando un po' di bigia nicotina dalle narici -Cosa facciamo con Freddie quando torneremo a Londra?-
-Noi torneremo a Londra, ma penso che lui torni a Monaco, oramai è quella casa sua- rispondo posando il bicchiere sul tavolo -A Monaco c'è Paul che lo aspetta-
-Ecco, appunto, io penso che sia Paul il problema di tutto- interviene ancora John -Da quando c'è lui...-

-Da quando c'è lui Freddie non è più lo stesso- prosegue Rog -E' lui la causa di tutto-
-Non è solo lui la causa Rog, se Freddie non avesse voluto non si sarebbe lasciato trascinare in... in quei locali e...- m'interrompo, infondo allo Sugar Shack ci vado anch'io.

Sospiro, deluso più di me stesso che di Freddie, faccio per prendere di nuovo il mio bicchiere ma mi accorgo che è vuoto. Afferro la bottiglia e mi verso un altro po' di birra, la schiuma bianca ora non è più vaporosa come cinque minuti fa, il contatto con l'aria sta iniziando a farsi sentire.

-Freddie non è stupido- stavolta è John a riprendere il discorso -Ma quel Paul sa come prenderlo, ha carpito i suoi punti deboli ed è su quelli che gioca, è su quelli che marcia-
-Bravo Deaky, è proprio così- concordo, so che John è un tipo molto intelligente e perspicace nonostante parli molto poco -E noi non possiamo farci nulla-
-Come non possiamo farci nulla?!- esclama Roger aprendo le braccia -Noi siamo i suoi amici più cari, siamo i suoi compagni di band e dobbiamo vederlo buttare all'aria il lavoro di anni e anni così, senza fare nulla?-
-Ma lo capisci Rog che quello gli ha messo in testa idee assurde? Che lui può fare tutto senza di noi, che lui è il leader indiscusso della band, che lui può reggere senza problemi una carriera da solista, tanto noi gli abbiamo retto solo il piattino in quasi quindici anni insieme!- prorompo collerico, sbattendo il bicchiere mezzo vuoto sul tavolo -C'era un motivo per il quale avevamo deciso di non avere più Paul come assistente di tutti noi, ma Freddie non ha voluto ascoltarci, ha voluto tenerlo con sé e questi sono i risultati-

The Luckycharm - A Brian May Fanfiction- ItalianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora