Ti voglio

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    Sanremo – Sabato 4 Febbraio 1984
           Camerini teatro Ariston
                      Ore 18 circa

Lilibeth P.O.

-Su Lilibeth, stai tranquilla. Anche se non la ripeti la ricorderai lo stesso la canzone, l'hai scritta tu!- l'esclamazione di Mizzy mi riporta alla realtà.

Avverto la sua mano calda stringere per qualche secondo la mia spalla nuda, nuda e fredda. Indossare un abito da sera con scollo in pizzo il mese di Febbraio non è di certo l'ideale, soprattutto per una come me che soffre il freddo terribilmente.

-Su Lilibeth, vedrai che andrà tutto bene- prosegue, fissandomi con occhi dolci, cosa rara per un tipo tutto d'un pezzo come lei.
-Lo spero Mizzy, lo spero, sono...ho davvero tanta paura e non solo per la finale- le confesso sottovoce.

E' vero, Mizzy non è l'unica a sapere di me e Umberto, anche Lisa e Allison sanno tutto, ma a loro non ho ancora raccontato di Brian e non perché voglia mantenere il segreto, sono le mie migliore amiche, ci mancherebbe. In realtà sono stata quasi costretta a raccontare a Mizzy della mia alquanto singolare situazione col chitarrista dei Queen. Stamattina a colazione mi ha vista giù, pensierosa, e non le c'è voluto molto per capire chi fosse la causa della mia sofferenza. Quando le ho raccontato del mio litigio con Umberto un po' se l'aspettava, ma è rimasta completamente sconvolta, e anche un po' gelosa a essere sincera, quando le ho parlato della serata trascorsa con Brian.

-Ti ho detto mille volte che devi trovare il coraggio di chiudere con Umberto, perché lui la moglie non la lascerà mai. Mentre per quanto riguarda Brian...- prosegue, abbassando il tono di voce e guardandosi intorno prima di continuare -...per quanto riguarda Brian, il concetto è un po' lo stesso: lo sai che se anche succedesse qualcosa tra voi stanotte, domani finirebbe tutto comunque- conclude con una punta d'amarezza.
-Lo so Mizzy, so benissimo anche questo- replico io sempre a bassa voce -Da domani ognuno tornerà alla sua vita di sempre: lui a Londra con la moglie e io in chissà quale parte del mondo con... con Umberto- termino stavolta io, ma con una punta di rassegnazione.

Sospiriamo entrambe ed entrambe ci voltiamo verso le ragazze, verso Allison e Lisa che chiacchierano fitto fitto sulla performance di non so quale cantante esibitosi pochi minuti fa. Poggio stanca il foglio con il testo della canzone sul tavolino, tra tubetti di mascara, ciglia finte e pettini di ogni tipo, alzo lo sguardo e vedo me stessa riflessa nel grande specchio circondato di faretti al neon. Il mio vestito, nonostante la scollatura, è davvero bellissimo, è di un celeste molto chiaro, così chiaro che quasi si confonde con il bianco del pizzo. La scollatura posteriore è molto profonda, scende fin quasi a lambirmi il fondoschiena, ma non è volgare, anzi, è ingentilita dal candido merletto che la circonda. Quello che invece non va è il mio viso, è stanco, spossato, per fortuna sono leggermente truccata altrimenti emergerebbe chiaramente il pallore dovuto alle innumerevoli notti insonni. Troppi pensieri, troppi problemi più grandi di me, grandi in tutti i sensi.

-Cosa c'è ancora Lilibeth?- mi chiede preoccupata Mizzy -Scusami, forse è stata colpa mia, non avrei dovuto parlarti di Umberto e di... di Brian proprio adesso che stiamo per salire sul palco, io....-
-...ma che dici Mizzy?- l'interrompo, fissandola dal grande specchio rettangolare -Non è colpa tua, sono io che mi caccio sempre nei casini. Già la storia con Umberto è quella che è, ma adesso Brian, io... io non so quello che provo, io non riesco a capire come possa essere possibile quest'attrazione in così poco tempo...-
-Ma Brian May è bono quindi- mi risponde semplicemente lei, con sguardo malizioso.

La fisso ancora dallo specchio, lei fa altrettanto e, dopo qualche secondo di silenzio, è inevitabile per entrambe scoppiare a ridere.

-Certo che tu riesci sempre a trovare la soluzione a ogni mio problema, eh?- proseguo sorridendo ancora, voltandomi verso di lei.
-E' ovvio, altrimenti gli amici a cosa servono? E poi, in questo caso la risposta alla tua domanda era molto semplice: Brian May ti attrae perché è bono. Punto-
-Beh, in effetti... non posso darti torto-
-Ecco, lo vedi che ho ragione. Però...a parte gli scherzi Lilibeth, sai che purtroppo lui, così come Umberto, non potrà darti l'amore che cerchi, l'amore... l'amore vero intendo- e il suo sguardo si fa di nuovo serio -Io ti voglio bene amica mia, vorrei vederti sorridere e non piangere per amore. Sei grande, di certo non debbo essere io a dirti con chi uscire e cosa fare, ma...ma se vuoi stare con Brian devi farlo con la consapevolezza che domani finirà, qualsiasi cosa sia-

The Luckycharm - A Brian May Fanfiction- ItalianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora