-Non dire così Brian- lo riprendo -E poi, perché dovrebbe accadervi qualcosa di brutto?-
-Perché ci sono troppi eccessi in questa vita da rockstar Lilibeth, troppi. Tu ancora non sai cosa si nasconde dietro questo mondo tutto lustrini e pacche sulle spalle e...e mi auguro per te che non conoscerai mai il lato oscuro dell'impero del rock- conclude e abbassa il capo, lasciando che i suoi riccioli scuri gli coprano il viso.-Tu hai paura Brian, non è vero?- la mia domanda lo fa trasalire, i suoi riccioli si spostano veloci consentendomi di vedere di nuovo il suo viso.
-Io...io veramente- tentenna -Penso proprio di sì, Lilibeth- mi confessa sottovoce, quasi avesse timore di confessarlo anche a se stesso.-Ma come? Brian May, il chitarrista dei Queen che non deve chiedere permessi, ha paura?-
-Beh...- risponde lui imbarazzato -... si, Brian May il chitarrista dei Queen ha paura-
-E... e anche io ho paura Brian- gli confesso a mia volta, guardando il mare, perdendo in un attimo tutta la spavalderia di poco prima -Ho paura perché non so tutto questo dove ci porterà, ho paura che perderemo il Festival, ho tante di quelle paure dentro che non immagini. Io sembro forte, ma... ma non lo sono- mi fermo e mi volto verso di lui.-Io invece non lo sembro nemmeno- ironizza e mi sorride.
-Ma mi sembri e sei molto, molto dolce invece e... e questa è una cosa non comune tra i chitarristi rock, una cosa che ti fa onore- mi complimento con lui e forse l'ho fatto regalandogli uno sguardo molto particolare visto che Brian arrossisce d'un tratto.
-Io... io ti ringrazio Lilibeth- balbetta imbarazzato.Un ciocca di riccioli ribelli si sposta, a causa del vento, proprio al centro della sua fronte. Brian velocemente la sistema di nuovo al suo posto, ma proprio in questo momento, al bagliore della luna, scorgo qualcosa brillare, qualcosa a cui non avevo fatto caso prima d'ora.
-Lo porti sempre quell'anello?- gli chiedo allora, indicandogli il piccolo anello d'oro che luccica sul suo mignolo destro.
Brian sorride e con le dita della mano sinistra stringe forte il piccolo cerchietto dorato.
-Beh si, in genere lo porto sempre, sono anni ormai-
-E' il tuo portafortuna?-
-No, non è un portafortuna. Non credo molto a queste cose, cerco di essere alquanto razionale-
-Io ci provo a essere razionale, però...-
-... però?- incalza lui, avvicinando il suo viso di più al mio.
-Però penso che chi fa un mestiere come il nostro non debba essere del tutto razionale-
-Ma infatti io ti ho detto che cerco di esserlo non che ci riesco- puntualizza, con una punta di saccenteria che lo rende ancora più sexy.
-Giusta osservazione- non posso fare altro che rispondergli e cala ancora il silenzio tra noi.Una folata più intensa e più fredda di brezza mi fa tremare e mi avvolgo di più nel cappotto per trovare un po' di tepore. Quando però ricordo che Brian, a causa mia, adesso non indossa la sua giacca penso preoccupata: -Forse ha freddo- e mi volto verso di lui.
Con mio stupore constato invece che lui non sembra minimamente essersi accorto di questa improvvisa ventata gelida, anzi, continua a osservare il mare dinanzi a noi come se nulla fosse. La brezza marina fa ondeggiare leggeri i suoi riccioli nell'aria salmastra, li fa intrufolare al di sotto del colletto della camicia, leggermente allentato dalla stretta morsa della sottile cravatta blu che gli ho visto indossare praticamente ogni giorno da quando è qui a Sanremo.
-Tu invece ce l'hai un portafortuna?- mi chiede d'improvviso, non smettendo di osservare il mare.
-Io? Io si- gli rispondo e Brian si volta curioso verso di me.Alzo leggermente la manica sinistra del cappotto -E'...è questo qui, è il mio braccialetto- e timidamente glielo mostro.
Con la mano destra lo solleva leggermente dal mio polso, s'avvicina a me e stringe gli occhi, lo osserva attentamente per alcuni secondi, secondi in cui il mio cuore batte all'impazzata.
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The Luckycharm - A Brian May Fanfiction- Italiano
Fanfiction"Soltanto la musica è all'altezza del mare" Albert Camus