The Luckycharm - A Brian May Fanfiction- Italiano

Cosa mi ha lasciato Brian?

Hotel Royal -stanza 112
Undici circa

LILIBETH P.O.

Brian è andato via meno di dieci minuti fa. Sono poggiata allo stipite della porta-finestra che dà sulla terrazza che affaccia sullo stupendo mare ligure, in questa camera d'albergo dove stanotte ci siamo amati senza pensare a ciò che sarebbe stato oggi, a ciò che sarebbe stato ora, ora che lui sta tornando a Londra e io sono qui a piangere, da sola. Ho sempre saputo che Mizzy aveva ragione, anche con Brian sarebbe stata la stessa cosa che con Umberto, anche Brian sarebbe tornato da sua moglie e mi avrebbe lasciata sola. Eppure per un attimo mi sono illusa che con lui sarebbe stato diverso: dopo aver fatto l'amore questa mattina, quando mi accarezzava le mani guardandomi negli occhi, ho davvero creduto che stesse per sussurrarmi -Ti amo-. E' stato un attimo, un bellissimo attimo.

-Ma nemmeno io gliel'ho detto- faccio il mea-culpa, continuando a guardare il mare.

Sì perché questo non è un film, non è una di quelle belle favole della Walt Disney in cui i due protagonisti, dopo avventurose peripezie, si giurano amore eterno e la voce fuori campo annuncia che tutti vissero poi felici e contenti. Se glielo avessi detto avrei destabilizzato la sua vita e la mia che ha già un equilibrio più che precario. Sono stata una vigliacca, lo so, ma lui comunque non sarebbe rimasto qui con me, non avrebbe lasciato sua moglie per me. Eppure, quello che Brian mi ha regalato in soli due giorni, la dolcezza, la spensieratezza, la passione che mi ha saputo donare in poco più di quarantotto ore, nessuno, nemmeno Umberto me le ha mai sapute offrire in anno e più che stiamo insieme. Brian fin da subito mi ha fatta sentire a mio agio, tranquilla, senza preoccupazioni...

-A parte il momento in cui abbiamo mangiato la focaccia sulla panchina e ho dovuto gettare via la carta oleata per non sembrare una donna delle caverne!- ricordo ridendo, ma una lacrima triste e amara riga subito il mio volto a questo pensiero nostalgico.

E' vero quando si dice che ci sono persone che hanno la capacità di farci stare bene pur se le conosciamo appena e io con Brian stavo così bene che stavo per dirgli tutto di me e Umberto, anche se lui, in realtà, aveva già capito. Ha capito che io sono l'amante di un uomo sposato e non ho il coraggio di cambiare vita perché ho troppa paura di restare sola, l'ha capito perché è un uomo, ha quasi vent'anni più di me. Io non so come faccia a conoscere Elena, come faccia a sapere tutto di una situazione così lontana, materialmente e mentalmente, da lui, eppure a quanto pare sa tutto. Ma adesso non conta, non conta più nulla, ci siamo amati, stanotte ci siamo stati solo io e lui, questa è l'unica cosa che vale davvero adesso che tutto è finito, adesso che tutto sta per tornare alla normalità. Brian riabbraccerà presto sua moglie, Umberto farà lo stesso con la sua quando domani torneremo in città e io riprenderò a fare l'amante a tempo pieno, a nascondermi come una ladra e ad aspettarlo invano a casa, da sola.

-Già, da sola...- rifletto, asciugando la lacrima dal viso.

Elena, la moglie di Brian, loro non restano sole, o meglio, fisicamente non restano sole ma i loro cuori, le loro anime, sono già soli da un pezzo ormai.

-E' inutile stare accanto a chi non ci rispetta Lilibeth-

Le parole di Brian riecheggiano nella mia mente. Forse ha ragione lui, forse davvero non vale la pena di sprecare tempo e fatica per chi nemmeno ci considera, per chi ci tratta come se fossimo l'ultima ruota di un carro che non giungerà mai alla meta. E' inutile che io sia gelosa di Elena o della moglie di Brian, loro sono più sole di me, loro non sono più felici di quanto lo sia io. Certo, ieri sera ho vinto Sanremo, io e la mia band siamo entrate a far parte dell'olimpo della musica italiana, ho finalmente realizzato uno dei sogni più belli della mia vita, ma non sono felice, nella mia esistenza c'è sempre qualcosa che non mi permette mai di godere al 100% del magico idillio di gioia che ho raggiunto.