Capitolo 21

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Il tempo si era fermato, ma cosi come l'avevo baciata mi tirai indietro e la guardai negli occhi, entrambi con il fiatone come se avessimo corso la maratona ci guardammo per un istante, poi me andai e tornai giù al locale, 

< Ehi amico eccoti dov'eri finito? dobbiamo andare >

< Eh?.. si andiamo >

Pavel mi guardò ma non disse niente e mi fece segno di seguirlo, ci dirigemmo nel retro dove c'era il ring e la stanzetta dove mi preparavo, mentre percorrevamo quel corridoio il mio cervello non faceva altro che pensare a Kali, potevo ancora sentire il sapore delle sue labbra sulle mie.

Non ci fermammo al ring come al solito bensì proseguimmo ed uscimmo, il retro all'esterno del locale altro non era che un piazzale relativamente grande, per essere in un paese insomma era abbastanza grande,

< Pavel ma dove mi stai portando? >

< Tranquillo non andiamo molto lontano >

< Si beh non è che mi spaventi eh.. >

< Ti ho detto che questo è un allenamento particolare?.... ci serve un posto particolare per questo >

Nel frattempo imbucammo un sentiero sterrato, pieno di alberi i cui rami a tratti s'intrecciavano tra di loro formando una galleria, che ne nascondevano quasi l'esistenza, come se il posto in questione dovesse rimanere segreto; Poco dopo arrivammo davanti a quello che sembrava un  hangar ma un po più piccolo e dalla forma leggermente diversa, una volta aperta la porta mi ritrovai davanti un intero spazio attrezzato con pesi, corde, macchinari per esercizi di trazione, e tanto altro tra cui mi saltò all'occhio un enorme ed impressionante vasca di metallo e vetro che si trovava in fondo, non potei far altro che sbuffare come se avessi trattenuto il respiro fino ad all'ora,

< Già amico ci sono cose che ancora non sai.. >

Lo guardai senza un espressione precisa, non sapevo nemmeno io cosa stessi provando in quel momento.. sapevo solo che mi sarebbe andato bene tutto pur di non pensare a ciò che era successo poco prima.

< Allora da adesso in poi dimenticati tutto e tutti, da adesso comincerai un percorso che non scorderai per il resto della tua vita >

Disse mentre si toglieva il giacchetto e prendeva le sue fasce,

< Ti alleni con me? >

< Non proprio > e sorrisse sardonicamente < diciamo che ti accompagnerò >

Dopodiché si avvicinò ad un armadietto da cui prese delle fasce nere e me le porse, ne presi una e ci mancò poco che la facessi cadere a terra da quanto pesava,

< Ma cosa..? >

< Mettile alle caviglie e ai polsi dai >

< Scusa ma a che servono? non mi hai detto praticamente detto un cazzo di quello che dovrei fare >

< Questo è un allenamento intensivo per aumentare la resistenza muscolare, amico mio tu hai aumentato la massa.. ma la resistenza non proprio >

< Ok.. >

< In guardia però questo non è un allenamento classico, questa è la variante Russa.. ci sono alcuni "atleti" > 

Disse in tono ironico a sottolineare l'evidente appellativo poco adatto alle persone a cui si stava riferendo,

< Che anni e anni fa hanno deciso di spingersi oltre i proprio limiti.. ed hanno iniziato a sperimentare, in realtà credo che fossero membri di squadre speciali militari, sai di quelle segrete >

Nel frattempo mi preparai anche io vestendomi come se stessi per andare ad un incontro, con l'unica differenza che questa volta avrei combattuto contro me stesso a quanto pare,

< Inizieremo con una cosa semplice.. corri per tutto il perimetro dell'hangar, una volta fatti tre giri ti fermi recuperi trenta secondi e poi riparti e fai altri tre giri >

< Ok semplice >

Pavel fece una piccola risata e mi diede una pacca sulla spalla incitandomi ad iniziare, risposi sorridendo e partii; mentre correvo mi resi subito conto che tanto facile alla fine non sarebbe stato, i pesi che avevo a caviglie e polsi rendevano il tutto molto più pesante, ma non perché quelle fasce fossero effettivamente troppo pesanti.. alle caviglie avevo due chili per fascia e un chilo ad ogni polso, quanto al fatto che dovevo tenere le braccia piegate e sforzare un po più i muscoli delle gambe.

Fantastico! di certo non avrei pensato ad altro con questo percorso, se non ad un modo per sopravvivere; dopo i primi tre giri quei trenta secondi di recupero mi sembravano il sacro Graal maledettamente irraggiungibili e troppo pochi, ma me li feci bastare, ansimavo come se avessi corso per giorni e invece avevo fatto solo tre giri, Pavel invece che aveva corso insieme a me era fresco come una rosa, controllava l'orologio/cronometro che aveva al polso, per poi dirmi anzi ordinarmi di ripartire, il quarto giro mi sembrò più lungo degli altri.. dopo aver corso Pavel mi disse di sdraiarmi a terra e di fare un set da venti di addominali, magra consolazione ma almeno ero fermo e potevo recuperare in parte il fiato.

Andrea's P.O.V

Giova uscì poco dopo si fermò un attimo appena fuori dal suo garage e poi ripartì dopo qualche secondo,

< Eccolo Leo andiamo >

Leo mise subito in moto e partì seguendo la macchina di Giovanni, facendo attenzione a non avvicinarsi troppo e farsi scoprire,

< Cosa hai intenzione di fare? >

Disse ad un tratto Leo, lo guardai attonito, effettivamente non avevo idea di cosa avrei fatto una volta che avessi capito cosa stesse combinando Giova, fino a quel momento volevo solo sapere e basta.

< Non lo so ma intanto vorrei capire >

< Ok anche io, ma cosa facciamo poi? >

< Boh non lo so.. ehi guarda ha girato per quella strada! >

Dissi indicando la macchina di Giova, avevamo imboccato una strada alquanto mal messa.. non avrebbe mai percorso una strada cosi se non fosse stato per una cosa davvero importante, forse avrei dovuto parlargli prima quando ho iniziato a notare che non si comportava come sempre, ma invece di chiedergli come stesse ho pensato bene di farmi gli affari miei come sempre. All'improvviso Leo inchiodò di botto, un altra auto sbuco dal nulla facendoci prendere un colpo tagliandoci praticamente la strada,

< Cazzo!! > imprecò Leo battendo le mani sul volante,

< Dove è andato Giova.. lo vedi? >

Ci guardammo avanti, ma quella macchina ci aveva distratti e cosi perdemmo di vista quella di Giovanni,

< No niente.. ormai è perso >

Alla fine dopo aver percorso ancora per un paio di chilometri quella strada decidemmo di tornare indietro, magari non eravamo tagliati per pedinare qualcuno, o semplicemente quello non era il momento. Una volta tornati in città andammo nel nostro solito bar, una bella birra era quello che ci voleva.


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