Capitolo 42

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Giovanni's P.O.V

All'improvviso il tipo che a parte chiedermi l'ora non aveva detto nient'altro... mi diede un pugno allo stomaco, non mi fece troppo male ma d'istinto mi piegai, riflesso condizionato credo... Ma tirandomi su con la coda dell'occhio vidi una luce bassa dalla camera di Andrea, sicuramente ancora sveglio per finire qualcosa al computer, e poi eravamo appena arrivati era chiaro che fosse ancora sveglio, così dovendo pensare alla svelta decisi di non reagire nel modo in cui avrei sicuramente reagito se fossi stato sicuro che nessuno mi avrebbe visto, ma come una persona "normale" come qualcuno che in vita sua non ha mai fatto a botte con nessuno... e così mi presi un altro pugno, questa volta in faccia. Dopo il secondo colpo ben assestato anche, il tipo se ne andò, ma prima mentre io ero ancora piegato mi disse, riferendosi alla domanda che gli avevo fatto poco prima,

< Nessuno >

Il tempo non era molto, sentii il portone di casa di Andrea aprirsi... presi dalla mia tasca il portafogli e lo gettai nel tombino dove fluisce l'acqua piovana, che era proprio sotto di me.

Andrea's P.O.V

Quando vidi che il tipo se ne andò corsi subito giù da Giova che era rimasto piegato in avanti, tenendo le braccia conserte a coprire lo stomaco, scesi quanto più velocemente possibile ed aprii il portone,

< Giova.. ma cos'è successo? >

< Niente niente... >

Rispose tra un colpo di tosse e l'altro,

< A me non sembra... ma cosa voleva quel tipo? chi era? >

< Un ladro... mi ha rubato il portafogli! >

< Vuoi andare a fare la denuncia? >

< Si a quest'ora? non ci penso proprio... ci andrò domani >

< Certo te le ha date di santa ragione eh? >

Dissi ridacchiando, ma nonostante tutto lo vedevo strano il mio amico, nel frattempo si tirò su e sorrise debolmente per poi sistemarsi il giacchetto, mi guardò e disse di stare bene che non c'era bisogno che mi preoccupassi più di tanto, una volta sicuro che fosse davvero così lo salutai di nuovo ed entrambi andammo a casa.

Giovanni's P.O.V

Entrato in casa infilai la mano in tasca cercando il cellulare ma non lo trovai, cavolo mi aveva preso davvero qualcosa quel tipo? no non è possibile! mi girai e rigirai in giro per casa, tastai di nuovo il mio giacchetto, le tasche dei miei pantaloni ma niente... non c'era, il cane che quando entrai in casa si era affrettato a venirmi incontro per farmi le feste nonostante fosse notte fonda praticamente, mi guardava con quell'aria innocente - ma di innocente il mio cane non aveva nulla... era un terremoto! - e scodinzolava piegando la testa prima da una parte e poi dall'altra,

< Ti ho capito sai?! tu vorresti uscire... ma è tardi >

Nel mentre continuavo a guardarmi intorno, fin quando non mi ricordai che probabilmente avevo lasciato il cellulare nella macchina di quel tassista davvero molto simpatico... e adesso?

Perso nei miei pensieri notturni, saltai quando sentii il telefono di casa squillare... e adesso che altro succede? mi affrettai a rispondere dopo neanche uno squillo,

< Pronto? >

Chiesi anche un po infastidito,

< Giova sono io... >

< Andrea che c'è? >

< No niente volevo dirti che ho io il tuo cellulare >

< Scusa e perché ce l'hai tu? >

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