Capitolo 34

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Seduta sul divano immersa nel silenzio, stava sfogliando una rivista poco interessante perché quando entrammo la sorpresi a sbadigliare, sentendo la porta aprirsi si girò per vedere chi stesse entrando, dato anche Pavel ha le chiavi di questo appartamento, e non appena mi vide spalancò gli occhi, gettò la rivista sul tavolinetto da caffè di fronte al divano e si alzò in un lampo e venne verso di me,

< Giovanni ma che.... che cosa è successo?!! >

Mi chiese con tutta l'ansia mista a preoccupazione che si possa sentire in un tono di voce, le sorrisi debolmente mentre lei si infilava sotto il mio braccio per aiutare suo zio a farmi sedere sul divano, mi girai e guardai Mik perché non sapevo cosa dire a Kali, se raccontare tutto anche a lei oppure non dirle proprio tutto, lui in un secondo prima che potessi rispondere mi guardò negli occhi e poi rispose al posto mio,

< Un allenamento un po troppo pesante.... >

< Ma zio quando la smetterai con queste cose!! sono troppo violente!!!! >

Finì di parlare quasi urlando, poi improvvisamente si alzò dal divano e disse con voce ferma e decisa, come fosse un generale militare,

< Adesso andatevene subito! ora ci penso io.... >

Mik aprì bocca ma prima do parlare lei lo interruppe,

< Zio per favore, tu ti occupi della palestra io di queste cose quindi..... >

Ed indicò la porta, a quel punto Mik non ebbe altra scelta e disse semplicemente guardando verso di me,

< Ok, tornerò più tardi per vedere come stai >

Anche Pavel che fino a quel momento se ne era stato in silenzio in un angolo della stanza appoggiato alla parete, si tirò su e disse,

< Ok amico a dopo allora >

Prima che se ne andasse però dissi,

< Ehi Pavel aspetta un attimo >

< Si? >

< Come facciamo per.... >

Lui mi capì al volo, sorrise e mi rispose con un gesto della mano come per dire - non preoccuparti ci penso io amico - ed uscì dall'appartamento chiudendosi la porta alle spalle. Nel frattempo Kali era andata in bagno a prendere il kit di medicazione, tornò dopo qualche minuto.... ero stanco ed avevo solo voglia di chiudere gli occhi e dormire un po, 

< Ehi no, guardami! Giova?! >

Kali era di nuovo vicino a me, mi poggiò una mano sulla spalla e mi scuoteva leggermente, aprii gli occhi che avevo quasi chiuso e vidi i suoi che mi fissavano intensamente, se non fossi stato già seduto avrei dovuto sedermi, tanto mi destabilizzava quando mi guardava in quel modo.

Le altre volte che era successo pensai, erano le stesse che non resistetti e la baciai.... anche questa volta avevo voglia ma non ce la facevo, e questo mi faceva stare ancora più male,

< Ahi! >

< Ti faccio male? >

< Un po.. >

Sorrise ma continuò a picchiettare delicatamente un batuffolo d'ovatta imbevuto di disinfettante sulla ferita che avevo al sopracciglio, concentrata osservava la ferita, chissà cosa stava pensando? improvvisamente poi disse,

< Cos'è successo davvero? >

< Te l'ha detto, un allenamento troppo.... >

Sospirò mezza innervosita buttò il batuffoletto d'ovatta in una bustina ed afferrò un cerotto con un po troppa forza,

< Giovanni!! >

Ahia! mi ha chiamato per nome intero e non è un buon segno,

< Non sono nata ieri, quindi per favore dimmi la verità >

< E' che.... >

< Cosa? >

< Non so da dove cominciare, e poi Mik >

< Mio zio cosa centra? allora riguarda me è questo il problema? >

Inconsapevolmente senza accorgermene feci un leggerissimo segno di si con la testa, e lei se ne accorse subito, abbassò le mani e le lasciò cadere in grembo, a quel punto non potevo più fingere che andasse tutto bene,

< Oggi mentre stavo venendo qui una macchina ha iniziato a seguirmi, così ho cambiato strada, mi sembrava troppo strana come auto e non volevo che venisse fin qui.. non so perché ho pensato questo >

Le raccontai tutto, di quello che era successo quel pomeriggio, tralasciando le altre cose che mi erano successe in quei mesi, lei mi ascoltava con attenzione e uno sguardo serio.... terribilmente serio, uno di quelli che non lascia niente al caso, di chi conosce bene la situazione.

Fu solo allora che mi resi conto che effettivamente non gli avevo mai chiesto direttamente niente, un po perché ogni volta cambiava discorso e poi anche perché all'inizio mi stava bene così, anche io non volevo saperne di problemi altrui.... ma poi sono iniziati gli "avvertimenti" dapprima molto sottili, poi pian piano sempre più insistenti ed invadenti,

< Oh mio dio non ci posso credere! >

Aveva un tono anche abbastanza spaventato a dire il vero, ma nonostante tutto cercava di mantenere la calma, mi sistemai meglio sul divano, cercai per quanto mi fosse possibile di stare dritto con la schiena anche se mi faceva male a causa dei calci che il tipo mi aveva dato,

< Tranquilla, può non sembrare ma ho tutto sotto controllo >

< No non è vero, guarda come ti ha ridotto.... hai detto che il tizio che ti ha conciato così era bello grosso? >

Feci di si con la testa senza dire niente,

< E' Boyan.... >

< Guarda che mi ha conciato così solo perché mi ha preso alla sprovvista! >

< Non pensavo riuscissero a trovarmi fin qui.. >

Non potevo vederla in quello stato, non potevo passare di nuovo una situazione del genere, starmene impotente fermo ad un angolo, questa volta potevo fare qualcosa! Dovevo solo capire come,

< Senti.... guardami!! Ascolta è vero sono conciato male adesso ma ti assicuro che quel tipo non si avvicinerà a te mi hai capito? >

Lei mi guarda con gli occhi lucidi pronti a bagnare il suo bel viso di lacrime, istintivamente porto una mano sul suo viso e l'accarezzo delicatamente, come fosse fatta di cristallo,

< Tu non mi conosci bene, non sai molte cose di me.... della mia vita >

< Ehi non devi dirmi niente che tu non voglia, non ti devi sentire costretta ok? adesso dammi solo il tempo di riprendermi e poi vedremo cosa fare.... >

Improvvisamente tutta l'adrenalina che avevo in corpo mi stava lasciando senza neanche un briciolo di forza, rendendosi forse conto della cosa Kali che aveva abbassato lo sguardo per un attimo, lo rialza e mi fa,

< Ok >

E poi non ricordo molto altro.


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