Capitolo sette

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La regina Elsa di Arendelle era stata contraria all'Isola dal primo momento in cui l'avevano proposta. Né lei, né Anna, né Kristoff erano d'accordo nel mandare Hans lì, però re Adam le aveva fatto intendere che se non accettava, Auradon ed Arendelle avrebbero smesso di essere alleate. Elsa non dipendeva dal loro regno, tuttavia necessitava di aiuto militare per combattere coloro che non accettavano  che la donna regnasse da sola senza un uomo ad aiutarla. Non aveva potuto fare altro e i suoi voti erano andati a favore della causa, facendo sì che l'idea prendesse pieni voti e nessuna obiezione. Da quel momento, aveva cercato di migliorare il più possibile le loro condizioni, scatenando l'odio di alcuni membri del consiglio. Ma non le importava: non poteva dimenticare che si trattava comunque di esseri umani a cui erano stati tolti quei pochi diritti che possedevano, per non parlare delle creature magiche a cui era stata portata via la magia. I suoi genitori le avevano proibito di usarla, ma sentiva continuamente la magia scorrere lungo le sue vene e pulsare con violenza per venire fuori. Capiva quanto potesse essere doloroso per tutti coloro che vivevano sotto la barriera, perciò voleva aiutarli. 

Una volta tornato dal viaggio sull'Isola degli Sperduti-la sua decisione aveva scaturito lo stupore in tutti i membri del consiglio ed alcuni avevano giudicato Adam, considerandolo un pazzo per aver concesso ai suoi figli di recarsi da soli in un luogo simile-, Benjamin aveva convocato il consiglio reale. Era ancora suo padre ad avere pieni poteri, ma ovviamente anche lui cominciava ad acquisire qualche diritto, come quello di convocare il consiglio. 
Man mano che la sala cominciò a riempirsi, tutti guardavano il principe con interesse e confusione, chiedendosi cosa volesse da tutti loro. Elsa, invece, guardava con attenzione la giovane principessa. Tutti conoscevano la sua storia, perché ovviamente era stato il consiglio a decidere per il destino di quella bambina misteriosa sbucata dal nulla. Il suo sguardo era sconvolto e si perdeva spesso nel vuoto, cosa del tutto insolita per il consigliere ufficiale del re. In quel preciso istante, la regina di Arendelle seppe che era venuta a conoscenza delle sue origini e il viaggio era stata opera sua. Qualsiasi cosa sarebbe successa in quel momento, anche se indirettamente, era per Genevieve. Bisognava solo sapere se la proposta sarebbe stata positiva o negativa.

<<Vi ringrazio per essere accorsi qui appena vi ho chiamati. Mi scuso per avervi fatto abbandonare i vostri regni improvvisamente, ma c'è una questione molto urgente di cui dobbiamo trattare. Tutti insieme>>, cominciò il giovane principe. 

<<Come immagino voi sappiate già, Genevieve ed io abbiamo compiuto un breve viaggio. Ieri pomeriggio ci siamo recati sull'Isola degli Sperduti e un'ora dopo siamo ritornati ad Auradon: posso però garantirvi che...quell'ora ci ha cambiato completamente. Entrambi>>, continuò il suo discorso. Qualcuno aveva già preso a mormorare, creando delle folli teorie riguardo ciò che avevano potuto vedere, ciò che era potuto accadere e cosa stava per dire il loro futuro sovrano. 

<<Non è mai stato un segreto che io e Genevieve abbiamo intenzione di cambiare la politica del regno, cominciando proprio dall'Isola. Le condizioni di vita lì sono pessime: ho visto gente malnutrita, bambini senza casa e case cadere a pezzi. Come re, è mio compito aiutare anche loro, fornire quello di cui hanno bisogno per vivere in maniera degna. Come essere umano, ho il dovere di aiutarli e assicurarmi che tutti quei bambini possano mangiare, possano tornare a casa al caldo e avere vestiti da indossare che li proteggano dal freddo gelido dell'Isola. E voi, come consiglio reale, avete il potere per aiutarmi>>, disse. Il dolore e la tristezza si impossessarono di quegli occhi color miele, ancora troppo giovani ed innocenti per comprendere a pieno come funzionava il mondo.

<<Stiamo davvero provando compassione per quegli esseri? Ci avrebbero rovinato la vita se non li avessimo confinati lì! Non meritano nemmeno un minuto del nostro tempo>>, esclamò uno dei consiglieri. Elsa storse il naso. Aveva sempre odiato quell'uomo, dal primo momento in cui aveva aperto bocca. Ma anche i suoi voti contavano e la sua alleanza con Auradon aveva posto fine ad una guerra che andava avanti da anni, perciò era necessario che nessuno se lo inimicasse. Se fosse dipeso da lei, l'avrebbe confinato in un meraviglioso castello di ghiaccio creato dalle sue stesse mani. 

Once upon a time(there was no happily ever after)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora