Capitolo venti

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Quando arrivarono le guardie, la famiglia reale aveva appena cominciato a fare colazione. Adam e Ben parlavano dell'imminente incoronazione di quest'ultimo, il re era orgoglioso e suo figlio si sentiva un po' troppo giovane e i dubbi, causati dall'agitazione , lo rendevano solo più insicuro. Adam provava a tranquillizzarlo.
Belle lanciava delle occhiate a sua figlia, provando a comprendere cosa sentiva in quel momento. Dal canto suo, la principessa non guardava nessuno negli occhi. Voleva solo finire la colazione e recarsi nella sua stanza, magari per riprendere a leggere i libri della Regina Cattiva che aveva lasciato in sospeso. I sogni erano cominciati e doveva imparare a decodificare quelli più complessi, come quello che aveva avuto la notte precedente. Cosa poteva mai significare? 

<<...In realtà, Evie ed io abbiamo delle cose da fare>>, disse Belle, interrompendo i pensieri di sua figlia. La ragazza alzò lo sguardo, cercando di capire perché la stessero guardando. Poi, capì le parole di sua madre e seppe subito di cosa stava parlando. Tuttavia, non ebbe tempo di rispondere poiché le guardie fecero il loro ingresso.

<<Cosa succede?>>, chiese il re, preoccupato.

<<Giungono delle notizie da Maldonia, vostra maestà>>, riferì una delle guardie. Adam li incitò a parlare con un cenno della mano.

<<Una lettera di re Naveen dice che suo figlio, il principe Niall...è stato trovato senza vita>>, mormorò l'altra guardia, guardando Evie con dispiacere. La principessa smise di respirare per un secondo, ricordando le immagini del suo sogno: Niall ricoperto di sangue che l'accusava della sua morte. 

<<Si sa cosa sia accaduto?>>, domandò la principessa. La sua voce era stranamente neutrale.

<<Nessuno li ha attaccati, perciò la morte sembra essere naturale. Il cocchiere è giunto al palazzo e quando ha notato che il principe non scendeva, ha aperto la porta della carrozza per trovare i suoi occhi vuoti e privi di vita>>, spiegò la guardia, riferendo quello che era stato scritto nella lettera. 

<<Andiamo nel mio ufficio. Scriverò una lettera di risposta a re Naveen. Che tragedia>>, commentò Adam, lasciando un bacio sulla guancia di sua moglie prima di andarsene con le guardie.

<<Evie, mi dispiace così tanto>>, mormorò Ben, poggiandole una mano sul braccio. Doveva aver scambiato il suo silenzio per dispiacere, ma in realtà...be', nemmeno lei sapeva perché non riusciva a spiccicare parola. Possibile che l'avesse ucciso inconsciamente? Dopotutto, Niall l'accusava di essere la causa della sua morte. Non poteva di certo averlo ucciso mentre dormiva...sarebbe stato impossibile persino per lei.

<<Non c'è nulla per cui dispiacerti. A differenza di te con Audrey, non lo conoscevo>>, rispose sua sorella.

<<Genevieve! Stava per diventare tuo marito! Un po' di rispetto>>, borbottò sua madre, stringendo le sopracciglia. 

<<Ma non lo conoscevo. Non provavo alcun sentimento per lui se non odio per avermi trattato come merce di scambio>>, rispose. Ben le guardò confuso, rendendosi conto che doveva essersi perso qualcosa. Sospirò.

<<Sei una principessa, ormai in età di marito. Se non è Niall, sarà qualcun altro. Faresti meglio ad abituarti all'idea che un uomo chiederà la tua mano a tuo padre e lui dirà di sì prima o poi. Prima farai i conti con questa realtà, prima la smetterai di comportarti come una ragazzina>>. La principessa non rispose, limitandosi ad allontanarsi dalla tavola per uscire dalla stanza. 

<<Ehm...credo sia successo qualcosa>>, mormorò Ben.

<<Sono cose che riguardano me e tua sorella, Benjamin. Mi dispiace che la colazione sia finita in questa maniera. So che è un momento delicato per te ed hai bisogno della tua famiglia>>, disse Belle, guardandolo con il suo solito sorriso dolce.

Once upon a time(there was no happily ever after)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora