Capitolo venticinque

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La bambina non c'era più. Svanita nel nulla: l'unica cosa buona che avesse mai fatto, era andata perduta per sempre. Faticava a credere che un esserino così dolce ed innocente fosse stato dentro di lei, soprattutto visto che era frutto di un atto di violenza. Da quel poco in cui aveva potuto ammirarla, la bambina somigliava a lei non al...padre. Forse, era stato proprio il fatto che si somigliassero un tantino ad averla fatta reagire in quella maniera: nella bambina, rivedeva quel periodo della sua vita in cui era stata buona, in cui il male non aveva mai dominato la sua mente e i poteri non le avevano rovinato la vita. E forse un po' la odiava, visto che se non fosse stata chiusa sull'Isola, non si sarebbe sentita così inutile ed impotente. Le avevano dimostrato di non avere alcuna importanza in quel luogo, perciò come avrebbe mai potuto tenere al sicuro sua figlia se a malapena riusciva a tenere al sicuro se stessa? Quello che aveva fatto era giusto. Le evitava una vita fatta di sofferenze e torture.

Non ritornò al suo castello, nonostante il fatto che piovesse a dirotto e fosse completamente fradicia. Continuò a camminare ed arrivò al Castello Proibito. Un sorriso malinconico si fece spazio sul suo volto, rendendosi conto che l'istinto l'aveva portata nell'unico posto in cui si sentiva al sicuro in quel luogo. L'aveva portata dalla donna che si era presa cura di lei dopo ogni incontro brutale con quell'uomo. L'aveva portata da Malefica.

Le loro strade si erano incontrate anni addietro e mai avrebbero creduto di potersi ritrovare, soprattutto in quelle condizioni. Aveva attaccato Biancaneve proprio dopo aver sentito che Malefica aveva dato una bella lezione a Stefano, perciò aveva creduto che potesse andare bene ad entrambe. Nemmeno il tempo di pensare di inviarle una lettera per incontrarsi e quei due maledetti principi erano intervenuti, distruggendo i loro piani. Anni dopo, si rividero sull'Isola degli Sperduti e nonostante il fatto che tutti tenessero le distanze gli uni dagli altri, conoscendosi troppo bene per potersi fidare, Grimhilde sapeva che Malefica non era come tutti gli altri. Sapeva che Malefica non l'avrebbe mai tratta in inganno.

<<Cosa ci fai qui?>>, volle sapere la Signora del Male appena entrò nel suo castello. Nessuno degli edifici poteva essere considerato un posto sicuro, siccome non c'erano chiavistelli per poter chiudere le porte, tuttavia nessuno sarebbe stato abbastanza folle da entrare in casa di Malefica. Poteva anche non avere più i suoi poteri, ma il suo bastone incuteva comunque molto terrore ed alcuni di loro sapevano benissimo i danni che poteva causare.

<<L'ho uccisa>>, mormorò. L'altra la invitò ad entrare, indicando una porta con un cenno della mano. Camminarono lungo il corridoio, guidate soltanto dalla fioca luce delle torce. Il castello era estremamente grande e per questo motivo estremamente freddo, inoltre ogni minimo rumore rimbombava tra le mura. Fortunatamente, Diablo non era nei paraggi, altrimenti avrebbe reso tutto ancora più inquietante. Non che un'infanticida fosse facile da spaventare.

<<Cos'è successo?>>, chiese Malefica, facendola entrare nella sala provvista di camino e un piccolo divanetto. Si sedette, sporgendosi in avanti per asciugarsi il volto e prendere calore alle mani. I capelli le ricadevano lunghi sul volto, poiché le avevano sottratto il copricapo nero di cui andava tanto fiera. 

<<L'ho gettata in mare. Non si è resa conto di niente>>, disse a voce bassa. Malefica si sedette al suo fianco ed il fuoco fece brillare i suoi occhi verdi, donando ad essi una sfumatura quasi felina. 

<<E cosa ti fa credere che sia morta?>>, disse la fata, inarcando un sopracciglio. Sembrava che nascondesse qualcosa: i suoi occhi e il tono della sua voce- solitamente freddi- in quel momento sembravano pieni di emozioni che non aveva mai visto prima d'ora in lei: compassione, comprensione, tristezza, dolore...erano troppe per poter essere elencate tutte.

<<Le onde erano troppo grandi e sicuramente non sa nuotare>>, le fece notare la Regina Cattiva. Malefica annuì, poco convinta. Il suo sguardo si perse nel vuoto, come se stesse cercando in quella stanza le parole adeguate da pronunciare per continuare il suo discorso. 

<<L'Isola protegge la magia bianca>>, sussurrò a voce bassa. Grimhilde la guardò, girandosi col busto verso di lei per poterla guardare negli occhi.

<<Come scusa?>>, domandò, stranita.

<<L'Isola è frutto degli esseri puri e buoni di questo mondo, dunque se qualcuno che possiede magia bianca ci entra, automaticamente l'Isola la protegge a tutti i costi. Riconosce il suo creatore e la purezza che riempie la magia della barriera ne consente l'ingresso e l'uscita>>, le rivelò.

<<Continuo a non comprendere>>, ammise la strega. La fata sospirò, stringendo la mano intorno al bastone.

<<Sai meglio di me che il gene magico è molto forte, perciò sono rari i casi in cui non viene trasmesso da generazione in generazione. Il padre dell'esserino è un umano, quindi sappiamo per certo che il tuo gene ha avuto la meglio su quello debole dell'umano. La bambina è magica, Grimhilde. Ma siccome è appunto una bambina, il suo animo non ha mai peccato e la sua mente non è corrotta da pensieri violenti, dunque è l'esempio principale di purezza ed innocenza. L'Isola l'ha riconosciuta e ha capito che era in pericolo, perciò l'ha tenuta al sicuro>>, mormorò Malefica, inarcando un angolo della bocca. Grimhilde la guardò con gli occhi spalancati, si alzò di scatto e boccheggiò numerose volte. Scosse la testa.

<<No, non è possibile...>>, esclamò.

<<Non è morta, Regina Cattiva. La bambina è sana e salva, l'Isola se n'è assicurata. L'ha lasciata andare e l'ha portata al sicuro>>, continuò la Signora del Male.

<<La barriera non può averlo fatto, il suo compito è...>>, stava per dire la donna, ma la fata la fermò con un cenno della mano. <<Il suo compito è contenere la magia nera. Ma riconosce ed accetta la magia bianca, perciò la barriera si è aperta per lasciarla passare e metterla al sicuro>>. La donna non credette alle sue orecchie. Indietreggiò, rischiando di inciampare nei piedi di uno dei mobili. Uscì di fretta dalla stanza e poi dal castello, incapace di comprendere a pieno cos'era successo in quel momento. 

Una volta da sola, Malefica sospirò.

<<Cos'hai fatto?>>, sbottò una voce maschile, uscendo dalle ombre. La Signora del Male alzò lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri di Ade. Era arrivato prima di Grimhilde, perché  da quando Malefica aveva scoperto il futuro che l'aspettava, l'aveva convocato spesso per comunicare con lui. Non si era ancora arresa al fatto che non potesse cambiare ciò che stata per succedere e lui le ricordava ogni minuto cos'era accaduto quando aveva provato a fare una cosa simile con Ercole. Ma era testarda e non sembrava volersi arrendere.

<<Non puoi raccontarle il futuro, Malefica! E' contro le regole dei Dux>>, le ricordò lui.

<<Apprezzo la tua preoccupazione, ma posso assicurarti che non le ho predetto assolutamente nulla. Ho solamente sfruttato la logica e le mie conoscenze in ambito magico per sottolineare l'evidente; per farle notare qualcosa che le era evidentemente sfuggito>>, contestò lei, alzando le spalle. Si mise in piedi, maledicendo il fatto che il dio fosse più alto di lei ed anche di parecchio. Odiava sentirsi così piccola dinnanzi quello sguardo profondo.

<<Cambierà il corso delle cose>>, l'avvertì Ade. Malefica distolse lo sguardo.

<<Volevi che le cose venissero modificate! Che cosa ci guadagni?>>, volle sapere, prendendola per un braccio per obbligarla a guardarlo di nuovo. Lei si allontanò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.

<<Nella nostra visione, Mal l'avrebbe incontrata compiuti i venticinque anni, con il cuore distrutto ed incapace di amare a causa di tutto quello che avrebbe visto sull'Isola. Se conosco Grimhilde abbastanza bene, il senso di colpa l'ucciderà prima. Prima muore, prima la ragazza viene sull'Isola, prima incontra Mal e prima la salva. Almeno così...almeno così...>>, si fermò, incapace di continuare.

<<Almeno così nostra figlia non diventerà un mostro senza cuore come noi due>>.

A/a

Capitolo di passaggio, ma serve per comprendere quello che accadrà successivamente. Inoltre, non potevo perdermi l'opportunità di mostrare i pensieri di Grimhilde dopo la "morte" di Evie.
Adesso, è stato svelato il mistero e sappiamo come è giunta ad Auradon. Avevate compreso il perché oppure avevate altre teorie?
In questo momento, però, una domanda importante diviene cercare di capire chi è il padre di Evie. L'abbiamo già visto? Oppure è un personaggio secondario di cui non parleremo mai più?

Once upon a time(there was no happily ever after)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora