Capitolo trentadue

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Una settimana dopo, Belle osservava con attenzione sua figlia. Era da un paio di giorni che aveva notato che qualcosa non andava: si teneva la testa, saltava i pasti e perdeva l'equilibrio come un bambino che sta ancora imparando a camminare. Tuttavia, da quando avevano avuto quella discussione, la regina non ricordava nemmeno quanto tempo prima fosse accaduto, Evie aveva smesso di parlare con lei. Trovava sempre un modo per evitare le sue domande e si assicurava che non fossero mai da sole, ma dopotutto non era poi così difficile siccome il matrimonio di Benjamin si stava avvicinando ed Audrey passava più tempo al castello con tutti loro per terminare gli ultimi preparativi e dunque sua figlia non si separava dall'altra principessa. 

<<Ti senti bene?>>, chiese la regina. Si trovavano nella libreria che Belle tanto adorava e che quando Genevieve aveva imparato a leggere, era diventata il suo rifugio. Belle era contenta di sapere che quando inevitabilmente sarebbe morta, il suo tesoro più prezioso sarebbe stato in ottime mani. Perché nonostante i loro contrasti, quella era pur sempre sua figlia e non sarebbe potuta essere più orgogliosa.

<<Sì, sto bene>>, borbottò l'altra, senza nemmeno distogliere l'attenzione dal libro. Belle aveva notato che era ferma a quella pagina da quando erano entrate, come se fosse incapace di leggere le parole che aveva davanti. 

<<Evie, per favore. Sei mia figlia. Pensi che non abbia notato che qualcosa non va? Parlami, ti prego>>, la supplicò, addolcendo il tono della voce. Aveva parlato con Fata Madrina che, saggia come sempre, le aveva suggerito di parlare con la principessa e chiederle il suo punto di vista. Aveva esagerato: non avrebbe dovuto presumere che sua figlia fosse sessualmente interessata alla regina di ghiaccio oppure ad una delle ragazzine dell'Isola. La sua Evie non le avrebbe mai fatto una cosa del genere, perciò c'era una spiegazione logica se adorava stare in compagnia di Elsa e recarsi in continuazione in quel luogo sperduto. 

<<Ho dei forti mal di testa...spesso sono talmente forti che avverto la nausea. Ce li ho dal momento in cui mi sveglio fin quando vado a dormire, però il mattino dopo sono più forti del giorno prima. Non riesco a concentrarmi, non riesco a pensare, non riesco a fare nulla senza avere l'impressione che la testa possa esplodermi>>, mormorò, stringendo i pugni e facendo una smorfia di dolore. Belle si alzò dalla sedia dove era seduta per avvicinarsi al piccolo divanetto accanto al camino e prese posto vicino a sua figlia. Le poggiò la mano sulla fronte, trovandola effettivamente accaldata.

<<Non voglio pensare che tu abbia avuto la febbre per tutto questo tempo>>, sussurrò, preoccupata. 

<<No, non è il mal di testa da febbre. Non ho mai provato qualcosa di più doloroso>>, rispose, scuotendo la testa. 

<<Vogliamo andare da Fata Madrina? Lei si prenderà cura di te e potrà dirci cosa ti succede>>, propose Belle, sorridendole. Le era mancato guardare sua figlia negli occhi, consapevole di avere la sua attenzione ed il suo affetto. Benjamin e Genevieve erano tutto ciò che importava per lei, perciò era sempre stata contenta del rapporto con i suoi figli. Era felice che finalmente sua figlia avesse messo da parte l'orgoglio per parlare con lei; per cercare conforto tra le sue braccia.

<<Purtroppo, non posso. Ben ha richiamato il consiglio e ci riuniamo tra...dieci minuti>>, disse, alzando lo sguardo verso l'orologio per controllare l'ora. 

<<Allora, dopo l'incontro, possiamo andare da Fata Madrina. So che non ti perderesti una riunione per alcun motivo al mondo, dolcezza. Però, è necessario che tu ti prenda cura di te stessa. Che ne dici?>>, chiese, poggiandole la mano sul braccio. Evie la guardò con occhi piccoli e lucidi ed annuì, mostrandole un debole sorriso. 

<<Ti accompagno. Andiamo, forza>>. 

***

Evie seppe di non avere la forza di affrontare la riunione, però era necessaria la sua presenza proprio in quel momento. Benjamin aveva bisogno di tutto l'aiuto che poteva ricevere per la proposta che avrebbe porto quel giorno. Il suo mal di testa e la febbre avrebbero dovuto aspettare. 

Once upon a time(there was no happily ever after)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora