Capitolo sedici

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Evie pensava che fosse completamente strano il modo in cui si sentiva a suo agio accanto ad Elsa. Quando suo padre aveva convocato il consiglio, il suo primo pensiero era stato quello di aspettare la regina e sedersi al suo fianco. Il fato aveva voluto che ciò accadesse, ma era stata Elsa ad aver deciso di accomodarsi accanto alla principessa. Non avevano parlato, limitandosi ad un piccolo sorriso come forma di saluto, eppure, Evie non si sentiva così in pace con se stessa da quando aveva memoria. 

Pian piano, la sala si riempì con tutti i membri del consiglio e quando Adam si alzò in piedi, cadde il silenzio totale. Tutti erano stati informati del viaggio del re, dopotutto, non si era mai recato sull'Isola di persona, limitandosi ad inviare le sue guardie. I pettegolezzi correvano veloci, la curiosità era cresciuta tantissimo e tutti fremevano dalla voglia di scoprire cosa fosse successo. Come sempre, l'uomo indossava una maschera di indifferenza; era difficile capire a cosa stesse pensando. I presenti trattennero il fiato, in attesa che cominciasse a parlare.

<<Ancora una volta, chiedo scusa per aver chiamato il Consiglio così improvvisamente. E ancora una volta, vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo. So che non è facile lasciare, anche per due giorni, il proprio regno. Tuttavia, al centro della nostra conversazione non ci saranno i vostri regni oppure la vostra disponibilità, ma ci sarà qualcosa che interessa  tutti. Da un po' di tempo a questa parte, l'Isola degli Sperduti è stata la meta preferita delle mie navi. Il vostro futuro re, Benjamin, aveva accennato al desiderio di migliorare le condizioni di vita delle persone che abbiamo mandato in quel luogo. Proprio come tutti voi, ero dell'idea che non ne valesse la pena. Nessuno di noi sarà mai in grado di dimenticare il male che ci hanno fatto, così come gli abitanti del nostro popolo. Io non sono pronto a perdonare, ma ciò non vuol dire che condanni chi è stato in grado di farlo. Anzi, lo invidio per avere un cuore così grande. Lo invidio perché alcune persone, tra di noi, avevano già proposto in passato di dover aiutare i villani che abbiamo spedito sull'Isola, però nessuno di noi ha voluto ascoltare>>, disse re, prendendosi il suo tempo per guardare negli occhi ogni singolo partecipante a quella riunione. Erano tutti consapevoli che il re stesse parlando proprio di Elsa, dunque si voltarono tutti per guardarla. La regina, dal canto suo, non si scompose, fingendo di non notare i numerosi sguardi che si erano posati su di lei.

<<E' vero, quelle persone ci hanno fatto del male, ma ci siamo comportati proprio come loro fino a questo momento. Li abbiamo lasciati in condizioni pietose...rabbrividisco ancora al pensiero di ciò che ho visto. Ci sono dei bambini lì, dei ragazzi che hanno la stessa età dei nostri figli. Sono così giovani, spensierati e non dovrebbero pagare gli errori dei propri genitori. I miei figli, probabilmente più saggi di me, erano già giunti a questa conclusione e non posso credere di aver pensato che nessuno meritava il nostro aiuto. Quando due giorni fa, sono tornato dal mio primo viaggio sull'Isola, le mie idee erano finalmente chiare e sapevo che dovevo parlare con voi per chiedervi di aiutarmi>>, disse Adam. 

<<Cosa avete intenzione di fare?>>, chiese Filippo, drizzando le spalle. 

<<Non vi chiederò nuovamente del denaro, perché la nostra missione è ormai stata finanziata. Quello che vi chiedo, e so che non sarà facile, sarà di chiedere ai vostri sudditi di aiutarci. Ho bisogno che qualcuno aiuti gli architetti a ricostruire le case, e soltanto quelli che lavorano per me non finirebbero nemmeno tra dieci anni. Ho bisogno di persone che siano interessate ad aiutare: medici, insegnanti, cuochi...chiunque abbia capito, come Benjamin e Genevieve, che c'è bisogno di aiutare quelle persone>>, commentò. Subito cominciarono le critiche, le lamentele. La confusione più totale. Erano membri di varie famiglie reali, eppure si comportavano come bambini.

Evie si concentrò su suo padre, chiedendosi per quale folle motivo avesse cambiato idea così in fretta. Sull'Isola, sembrava esserci andato per obbligo. Aveva trattato Mal e i due pirati con sufficienza, guardandoli con odio e disprezzo. Cosa lo aveva spinto a dire quelle cose, in quel momento?

Once upon a time(there was no happily ever after)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora