Grigio

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Parlò con la sua solita calma.

"Che squadre ci saranno a questo campo?" chiesi cercando di cambiare discorso.

Il biondo tentennò un po' ma poi si decise a parlare.

"Noi, la Karasuno, la Shiratorizawa, il Fukurodani e a quanto pare voi" disse con fare annoiato.

"Bene, tanti avversari da battere" affermai.

Lui non rispose abbassò lo sguardo e dopo un po' si rivolse a me.

"Dimmi che non farai quella veloce" disse.

"Kenma..." Non sapevo cosa dire.

Mi dispiaceva mentire ai miei migliori amici e allo stesso tempo non volevo creare loro preoccupazioni inutili.

"Ci devo ancora ragionare bene" risposi alla fine.

Non potevo dire ne bianco ne nero. Dissi grigio.

Il biondo sbuffò.

"Evita di farti male Ryn" detto ciò mi salutò e chiedemmo la chiamata.

Successivamente cenai e andai a letto.

-*-*-

Il mattino seguente mi alzai presto.

In realtà non avevo chiuso occhio.

Se addirittura Kenma si era preoccupato per me, forse non era il caso di provare a fare quella veloce.

I miei erano già andati a lavoro. Già, lavoravano anche il sabato, ma non fino a tardi. Per cena sarebbero tornati.

Mi alzai e feci velocemente colazione. Mangiai qualche biscotto e bevvi un succo di frutta trovato dentro al frigo.

Decisi di mettermi a studiare, tanto non avevo nulla da fare.

Così tirai fuori i libri ed iniziai a concentrarmi. Fortunatamente, così come imitare, imparare non era mai stato tanto difficile per me. Che si trattasse di uno sport o di una lezione di matematica per me non faceva differenza.

Dopo circa quaranta minuti di studio ininterrotto ricevetti una videochiamata da parte di Kuroo.

Il sabato mattina mi chiamava sempre, anche quando abitavo a Tokyo.

Risposi senza esitare un momento.

"Ciao" risposi.

"Non mi devi dire nulla?" chiese con una voce alterata e offesa.

Sembrava che avessi distrutto la costruzione Lego di un bambino di sei anni.

Peccato lui ne avesse diciotto e non giocasse più con le costruzioni.

A dire il vero credo che Kuroo non abbia mai giocato con esse. Era troppo impegnato a prendere a pallonate qualche povero muro.

"Ti chiedo scusa per averti attaccato la telefonata in faccia" sbuffai alzando gli occhi al cielo.

Ghignò soddisfatto.

"E ora dimmi che non farai quella veloce" mi guardò.

"A dire la verità..." tentennai.

"Cosa? L'hai già fatta? Ti sei fatta male?" si agitò.

Ridacchiai. In fondo mi voleva bene.

"Tranquillo" lo rassicurai "Stavo dicendo che ieri dopo aver chiuso la chiamata con te ed aver parlato un po' con Kenma mi sono accorta che anche lui era preoccupato..." lo vidi attento.

"E se persino lui si è preoccupato significa che forse è davvero troppo rischioso" rivelai.

"Quindi io non conto una ceppa?!" fece una faccia buffa.

"Non intendevo quello, lo sai... dai" cercai di giustificarmi mentre lui continuava a borbottare qualcosa in una lingua a me sconosciuta.

A salvarmi fu il campanello di casa mia che ringraziai con tutta me stessa.

"E ora chi è?!" chiese Kuroo come se avessero suonato alla porta di casa sua, disturbandolo.

"Non ne ho proprio idea" risposi guardando la porta.

"Resta in linea" ordinai per poi alzarmi per andare ad aprire la porta che purtroppo risultava nell'inquadratura del pc.

"Ehi idiota, forse è il caso che ti copri" mi voltai verso il portatile constatando che Kuroo avesse lo sguardo abbassato, non sul mio sederino scoperto ovviamente.

Dormivo solo con una maglietta e quando avevo risposto a Kuroo non contavo di dovermi alzare.

Fortunatamente Kuroo mi vedeva più come una sorellina minore che altro, perciò sapevo per certo che non avrebbe mai potuto pensare a me in altri modi.

Infatti quando si accorse della mia parte scoperta giurai addirittura di averlo visto mettersi una mano sugli occhi per lasciarmi la mia privacy.

Sorrisi, lo adoravo. Ma non diteglielo.

Raccolsi un paio di pantaloncini da per terra e nel frattempo il campanello suonò nuovamente.

Chiunque fosse doveva essere piuttosto impaziente.

"Arrivo!" urlai.

Mi infilai i pantaloncini ed andai dicorsa ad aprire la porta.

"Che ci fate qui?" chiesi confusa nel vedere Oikawa e il suo amico davanti a me.

Tra presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora