Testa a carciofo

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Non erano mai in casa, erano sempre fuori. Spesso mi dimenticavo di avere dei genitori, ma non che mi dispiacesse. Loro si dimenticavano di avere una figlia per cui eravamo pari, no?

Guardai l'ora, era presto. Decisi di andare ad 'esplorare' la zona e perché no, magari andare a vedere la scuola da fuori.

Mi avviai. Raccolsi i miei capelli mori in una coda e partii.

Constatai che ci eravamo trasferiti in un bel quartiere. C'erano anche dei parchi vicino casa nostra.

Dopo un veloce giro dell'isolato decisi di andare a vedere l'edificio in cui avrei passato la maggior parte delle mie mattinate.

Lo raggiunsi in dieci minuti, partendo da casa mia ce ne avrei messi all'incirca quindici.

Era abbastanza vicino, decisi che la mattina dopo sarei andata a scuola a piedi senza prendere autobus o altro.

Arrivai difronte al cancello.

L'edificio era imponente si vedeva anche da fuori al cancello della scuola.

Girai di poco la testa a sinistra e una targhetta sul muro catturò la mia attenzione.

"Scuola superiore Aoba Josai" lessi a bassa voce.

Purtroppo per me però non avevo preso questa scelta in un buon momento.

Infatti era l'orario di uscita. Ciò significava domande. E delle domande implicavano risposte.

In sintesi non avevo molti amici e non volevo averli.

C'ero rimasta fregata in passato, troppo fregata.

Gruppi di studenti iniziarono ad uscire dell'edificio che iniziò a svuotarsi.

Mi appoggiai al muro mentre osservavo in silenzio i ragazzi e le ragazze che non mi avevano notata.

Non mi piaceva stare al centro dell'attenzione e per via della mia bassa, bassissima statura venivo notata ancora meno.

"Tu?!" urlò una voce femminile nella mia direzione.

Mi girai e una ragazza dai capelli castani, gli occhi altrettanto scuri e la divisa della scuola stava venendo a passo svelto verso di me.

C'era un unico problema. Non sapevo chi fosse.

"Ehi! Moriko! Fermati!" cercò di fermarla un ragazzo, anche lui aveva la divisa della scuola.

Ma lei interperrita continuò a venirmi incontro.

Solo quando mi fu difronte arrestò la sua corsa.

"Tu?! Perché sei qui?!" chiese lei tesissima.

Era molto più alta di me, ma sembrava fosse... spaventata?

"Ci conosciamo?" chiesi alzando un sopracciglio in maniera confusa.

"Ovvio, nessuno si ricorda dei perdenti... ma io ricordo bene la tua faccia" assottigliò un poco gli occhi, quel poco mi bastò per capire che provava rancore nei miei confronti.

"Abbiamo giocato contro!" si alterò.

"Moriko ora basta! Stiamo dando spettacolo! Che ti ha fatto di male questa povera ragazza?" chiese l'amico confuso.

Ora che lo guardavo meglio aveva la testa a forma di carciofo...

"Non puoi capire scemo!" si arrabbiò.

"Da quando sei entrata in campo ho capito che avevi qualcosa di speciale... quando ci avete sconfitto la mia collera ha toccato il cielo.
Poi il preside ci ha tolto la squadra femminile di pallavolo e tu ora mi vuoi dire che ti sei anche trasferita nella mia stessa scuola?! Ti odio!" mi urlò in faccia per poi correre via.

"Perdonala... Non avevo idea che nascondesse tutte queste cose sotto al suo sorriso" si scusò l'amico trattandosi la nuca imbarazzato.

"Figurati... immaginavo di essermi creata dei nemici" risposi ridacchiando.

"Giochi a pallavolo?" chiese.

Lo guardai in modo strano, non era ovvio considerata la reazione della sua amica?

"Si, mi sono trasferita qui oggi. Verrò in questa scuola proprio perché so che la squadra femminile è stata eliminata. Tendo ad essere troppo competitiva" spiegai.

"Io faccio parte della squadra maschile. Piacere sono Kindaichi Yutaro" si presentò.

Probabilmente, se fossimo diventati amici lo avrei chiamato testa a carciofo...

"Ryn Watanabe" mi presentai a mia volta.

"Se vuoi ti faccio fare un giro della scuola. Anche se in reoria dovresti farlo domani" era imbarazzato. Avevo capito che si voleva scusare per il comportamento della sua amica.

"Va bene, ti ringrazio" gli sorrisi.

Iniziammo ad incamminarci entrando nell'edificio.

"Allora, facevi il libero nella tua vecchia squadra?" chiese.

"Anche..." risposi distrattamente.

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