Sbaglio

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Infatti Ryn aveva rivelato che durante la terza partita la palla alzata da Kageyama al piccoletto sembrava fermarsi.

Lì per lì non capii, poi facendo una rapida ricerca su internet e anche dopo vari tentativi riuscii non solo a capire cosa intendesse, ma anche a giocarla.

Questo purtroppo richiese tempo e quindi giorni.

Quando iniziammo ad allenarsi sulla veloce io e Ryn entrammo in una sottospecie di... sintonia? Non so bene come definirla, diciamo solo che iniziammo a parlare un po' di più tra di noi, durante il gioco magari ci davamo dei consigli o spesso lei mi dava direttive. Il che mi faceva incazzarsi ma non volevo essere picchiato da Iwa-chan, così feci un piccolo sforzo.

Le veloci normali ci venivano ed anche molto bene, quella con la palla che si ferma andava perfezionata, mentre invece quella spinta non ci veniva per niente.

Quando il gamberetto colpiva la palla spinta aveva gli occhi chiusi e quindi non doveva pensare a guardare la palla. Era sicuro che Tobio l'avrebbe messa lì.

Lei invece voleva controllare quel colpo e ciò stava creando alcuni problemi.

"Accidenti..." mormorò stanca lei.

Era da tanto che stavamo provando quella palla.

Sospirai.

"Vuoi provare a colpirà ad occhi chiusi? Sono sicuro di metterla lì, che c'è non ti fidi di me?" chiesi.

Mi guardò male e basta. Si limitò a questo.

Non me lo aveva mai detto e probabilmente mai lo avrebbe fatto, ma sapevo che lei aveva fiducia in me. Quindi non capivo dove fosse il problema di provare ad attaccare ad occhi chiusi.

"Non voglio" disse semplicemente.

"Ragazzi venite qui!" urlò il coach in modo da farsi sentire da tutti.

Detti un'ultima occhiata alla mora e poi mi affrettai.

Quando tutti fummo riuniti l'uomo parlò.

POV'S RYN

"Ragazzi mi dispiace informarvi che non c'è più tempo" disse l'uomo.

Che voleva dire? Non ne avevo idea. Ma detta così sembrava avesse fatto una rapina e stesse per scappare da qualche parte lontano.

"In che senso coach?" chiese Kindaichi.

"Spero che tutto ciò che abbiamo preparato sia pronto" affermò l'uomo.

Istintivamente guardai a terra, ma sapevo benissimo che con la coda dell'occhio Oikawa mi stesse osservando.

"Mi scusi, ma il campo non inizierà tra due settimane?" chiese qualcuno.

"Già, abbiamo ancora tempo" affermò Iwaizumi.

Tutti gli occhi furono puntati sull'uomo che sembrava avere problemi con la frase che stava per uscire dalla sua bocca.

"A quanto pare ho capito male..." disse.

"Il campo non inizierà tra due settimane... ma la prossima"

"Quindi... tra tre giorni..." affermò Oikawa.

Il panico generale prese possesso della palestra.

Gente che urlava, qualcuno si buttò per terra e altri si misero a correre con le braccia alzate.

Erano proprio maschi.

"Solo tre giorni?!"

"Non ci verrà nulla prima del campo!!"

"Accidenti come faremo?!"

Mi stavo innervosendo.
Possibile che nessuno di loro si sapesse organizzare?

Capisco che il loro piccolo cervello fosse monofasico, passiamo anche sopra al fatto che si preoccupino solo di mangiare, andare in bagno e dormire. Ma così... era decisamente troppo.

Sbuffai, ma ovviamente nessuno mi sentì.

Sembrava proprio di stare al circo.

"Basta sta con tutte queste scenate" avanzai verso la panchina.

Il coach mi guardò.

"Non sei preoccupata che non ti venga qualcosa?" chiese lui come se la mia calma fosse anormale.

"Se qualcosa non mi viene adesso mi verrà in futuro, sono consapevole delle mie capacità e sono consapevole anche delle loro, perciò sono convinta che non ci saranno problemi" presi un foglio e una penna.

Trovai tutti i ragazzi a guardarmi curiosi sembravano dei cavernicoli che vedono per la prima volta il fuoco.

"Basta solo sapersi organizzare" scrissi degli orari sul foglio.

"Dopo scuola verranno le bande per l'attacco sincronizzato, subito dopo verranno anche gli alzatori e il libero" affermai porgendo poi il foglio al coach.

"Faccia qualche copia, sia mai venga un attacco di panico a qualcuno di loro perché sei sono dimenticati gli orari" affermai.

L'uomo prese il foglio tra le mani e lo guardò come se gli avessi appena dato un calice pieno di un qualcosa che lo ringiovanisse... non che ne avrebbe avuto bisogno... no...

Tra presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora