Ciclo

485 36 10
                                    



POV'S RYN

Quando arrivammo io avevo il cappuccio tirato su, poiché avevo già posto in precedenza la parrucca all'interno del borsone.

"Vieni Ryn?" disse Kindaichi stiracchiandosi.

Annuii leggermente e mi alzai.
Dal finestrino intravidi Kuroo che era fuori ad aspettarci e Kenma era al suo fianco.

Purtroppo però dovetti far finta di non conoscerli.

Peccato... volevo staccare la testa a Kuroo subito.

Mantenni lo sguardo basso e il cappuccio ben tirato

"Benvenuti a Tokyo" disse il moro.

"Gli altri sono già arrivati" ci informò "Manca solo la Shiratorizawa e saremo al completo" affermò avvicinandosi a Oikawa.

"Bene, come funziona?" chiese il castano.

Iniziammo a camminare avvicinandoci all'edificio.

"Giocheremo dei set alternando le squadre e ci saranno delle penalità per chi perde" spiegò il moro.

"Che penalità?" chiese Iwaizumi curioso.

"Principalmente saranno due, ma per ora posso dirvene solo una" ghignò il moro.

Conoscevo quel sorriso, aveva chiaramente pensato a qualcosa.

Ad un tratto mi guardò e con una finta espressione stupita esordì.

"Avete un nuovo giocatore?" ridacchiò soddisfatto.

Ovviamente non tutti nella squadra erano a conoscenza del fatto che Kuroo fosse il mio migliore amico.

Quindi vidi un po' di occhi sgranarsi.
Oikawa invece sembrava arrabbiato.

"Ci vediamo in campo Ryn" ridacchiò ancora per poi andarsene.

"Bastardo..." dimmo all'unisono io e il castano.

Uno scappellotto colpì la nuca di entrambi facendoci mugolare di dolore.

"Iwa-chan..." si lamentò il castano.

"Facciamogli solo mangiare la polvere" disse serio il moro dietro di noi.

Ci sentivamo decisamente tutti più sollevati ora. Quel testa di cappero era riuscito ad innervosire tutti.

"Buongiorno ragazzi" disse una voce dietro di noi.

Riconobbi subito quel tono basso e roco, accompagnato spesso da qualche colpo di tosse.

"Io sono l'allenatore del Nekoma" si presentò... ah lo sapevo bene.

Quell'uomo aveva segnato parte della mia vita. Come? Si da il caso che l'allenatore della squadra maschile fosse anche l'allenatore di quella femminile. O almeno fin quando avevo frequentato quella scuola.

"Volevo darvi il benvenuto a questo campo. È un'esperienza nuova ma sicuramente vi sarà utile" spiegò.

"Credo che Kuroo vi abbia già detto tutto" fece per andarsene.

"Ah, quasi dimenticavo..." si voltò.

"Ben tornata Ghiandaia Imitatrice" rise per poi andarsene.

Ma Kuroo a quante persone lo aveva detto precisamente?

Dovevo tanto a quell'uomo. Era stato lui a scoprire il mio talento, ma in un certo senso lo odiavo.

Era sempre convinto che non fossi al massimo, che potessi fare di più. Ma in fondo cosa puoi dire ad una ragazza di sedici anni che ha appena scoperto qualcosa di così importante per lei.

Volevo fargli sapere che ero al massimo. Volevo che provasse un senso di agitazione soltanto al sapermi vicino a lui. Ma per farlo dovevo perfezionarmi e lo sapevo bene.

In quell'istante mi ritrovai a sperare che venisse come aveva promesso il giorno prima al telefono.

"Andiamo?" mi spaventai sentendo la voce di Kindaichi.

"Ehm..." mi trattenni il più possibile, ma una nausea insopportabile si fece largo dentro di me.

"Sì... meglio cercare le stanze e posare la roba in eccesso" affermai trattenendomi ulteriormente.

"Tutto bene?" chiese preoccupato.

Annuii debolmente.

Poi sentii un dolore provenire dal basso ventre, non era molto forte, ma mi fece venire un incredibile voglia di andare al bagno. Il prima possibile.

Mi misi a correre fino a raggiungere l'entrata della scuola sotto gli sguardi attenti dei mie compagni di squadra.

"Ehi!" sentii dei passi dietro di me, ma non mi girai.

Se solo ci avessi provato avrei mostrato la mia colazione a chiunque mi stesse seguendo.

Probabilmente era Kindaichi o forse Iwaizumi che mi voleva picchiare perché non avevo aspettato la squadra.

Corsi ancora più veloce al solo pensiero. I suoi pugni facevano veramente male.

Raggiunsi l'entrata del bagno e mi fermai.

Femmine o maschi?...

I passi si facevano sempre più vicini.

'Fanculo...'

Mi gettai a capofitto nel bagno dei ragazzi.

Non mi anccorsi però di qualcuno intento ad uscire e così lo urtai. Non che gli feci male, era mastodontico in confronto a me, solo che ovviamente non se lo aspettava.

"Ma che..." disse solamente.

Entrai precipitosamente in un bagno e mi accovacciai accanto alla tazza.

Che schifo, già.

Immediatamente vomitai.

"Tutto bene?" urlò una voce familiare.

'Oikawa?' non me lo aspettavo.

Pensavo fosse Iwaizumi o Kindaichi, non mi aspettavo assolutamente che fosse lui.

"Sì..." mugolai.

Accidenti mi ero indebolita parecchio.

Aprii la porta del bagno per uscire e proprio in quel momento una sensazione strana, ma familiare mi pervase.

Mi era arrivato il ciclo. E con un giorno in anticipo. Ciò significava dolori. Molti dolori.

"Cosa è successo?" chiese preoccupato.

"Mi è appena venuto il ciclo" risposi.

Ma tra tutti i cazzo di colori esistenti la nostra tuta proprio bianca doveva essere?

"Cosa, cosa, cosa?" chiese una voce.

Tra presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora