Toni di sfida

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"Tuttavia Kageyama al contrario di Oikawa, che veniva chiamato Grande Re per la sua bravura in campo,aveva assorbito il soprannome di Re Dispotico" spiegò Kuroo.

"Poi ha incontrato Hinata" spiegò Kenma.

Accidenti. Quei due si erano conosciuti praticamente per caso.

"Quei due si odiano" blaterò il moro.

"Oikawa e Kageyama?" in risposta ricevetti un 'si'.

"Anche se ormai è più giusto dire che Oikawa odia tutta la Karasuno" parlò Kenma.

"Al campo estivo ne vedremo delle belle" ghignò Kuroo.

Kenma si girò verso l'amico che guardò confuso.

"La Seijo non è mai stata invitata al nostro campo di allenamento estivo" constatò il biondo con le sopracciglia leggermente corrugate. Era confuso.

"Neanche la Shiratorizawa eppure ho convinto il coach a chiedere ad entrambe le squadre di partecipare" disse fiero.

"Allora ragazzi penso che ci vedremo al campo estivo" ridacchiai.

"Neanche per sogno Ryn, la maschile è diversa dalla femminile" affermò il moro.

"Scusa Kuroo, credo che mi adatterò" chiusi la chiamata e mi infilai a letto. Non mi importava sapere che non avevo cenato ne tanto meno quando sarebbero tornati i miei genitori.

Dovevo riposare.

-*-*-

La mattina dopo quando mi svegliai mi vestii in fretta ed uscii. La mattina non facevo mai colazione.

Corsi fino a scuola e senza aspettare il suono della campanella entrai.

Avevo capito che oggi sarebbe stata una giornata faticosa.

Arrivai a scuola in poco tempo e cercai la mia classe.

Dopo le solite e noiose presentazioni iniziarono le prime lezioni.

Cercai di stare il più attenta possibile, non volevo avere problemi con i professori.

-*-*-

Arrivò finalmente l'ora di pranzo ed uscii dalla classe.

"Primo corridoio a sinistra" dissi a bassa voce ricordando dove fosse situata la mensa.

"Ehi" sentii toccarmi la spalla.

"Buongiorno Kindaichi" sorrisi "Stavo per andare a mangiare, ti unisci a me?" chiesi cercando di essere gentile.

"A dire il vero l'allenatore vuole parlarti in palestra" disse quasi spaventato.

"Ma io ho fame..." dissi tranquilla.

"Ti prego vieni con me in palestra! Il coach ha detto che se non fossi venuta con me mi avrebbe cacciato dal club" piagnucolò.

Alzai gli occhi al cielo.

"E va bene" lo seguii.

Arrivammo in palestra e aprimmo la porta trovando così quella che avevo capito essere tutta la squadra.

"Buongiorno" esordii.

"Scusi coach... lei dovrebbe essere il nuovo membro della squadra?" chiese un ragazzo ridendo.

"Esatto, portatele rispetto!" urlò l'uomo.

"A dire il vero non ho ancora risposto" incrociai le braccia al petto.

"Vuoi che Kindaichi venga cacciato dal club?" chiese l'uomo.

"Vuole forse che vada dal preside ha raccontare che non solo un professore mi sta ricattando, ma vuole addirittura farmi entrare in un club maschile?" intonai un tono di sfida con la voce.

Se pensava di fregarmi si sbagliava di grosso.

"Ragazzina..." ringhiò, mentre un coro di stupore si innalzò facendo rimbombare anche se di poco la palestra.

"Accetto" stupii l'allenatore dicendo ciò.

"Ma ci sono delle condizioni" informai.

"Tutto quello che vuoi" mi adorò l'uomo.

"Per prima cosa voglio essere trattata come un ragazzo, sia da lei che da loro" detti una veloce occhiata ai ragazzi che non mi staccavano gli occhi di dosso.

"Seconda cosa voglio vedere come se la cava questo Oikawa di cui tutti parlano" guardai il coach.

"Ma certo, Tooru fai vedere di cosa sei capace" sembrava che stesse scegliendo un pokemon.

E mentre la mia mente elaborava l'immagine di un ragazzo che sbucava fuori da una delle famose palline bianche e rosse, un ragazzo si fece avanti.

"Perché mai dovrei mostrare le mie affascinanti doti ad una ragazzina del primo anno?" chiese.

Che cosa aveva appena detto?

"Ripensandoci non voglio più far parte del club" guardai il ragazzo sfidandolo.

"Quella sotto esame qui sei tu, non io. Tutti sanno cosa sono capace di fare, sei tu la sconosciuta qui" aveva maledettamente ragione.

Eppure mi faceva alterare e anche di tanto.

"Coach posso chiederle di rimediarmi dei pantaloncini" il castano difronte a me non capì.

"La questione si fa seria".

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