Può farlo anche lui

533 34 0
                                    


Oikawa teneva lo sguardo fisso sul televisore, mentre da ormai un'ora Iwaizumi si era appisolato contro la parete.

Io scrivevo sul foglio i passi per quella veloce stramba.

Intanto le immagini del piccoletto che la eseguiva invasero la mia mente.

Rialzai gli occhi per guardare la partita e posai a terra foglio e penna, oramai tutti scarabbocchiati.

"Non scrivi più?" chiese il castano.

"Se continuo mi va in tilt il cervello" sospirai stremata.

"Questa è la prima amichevole che avete fatto?" chiesi curiosa.

"Si. Io arrivai dopo, mi ero infortunato, ma grazie al cielo il coach mi fece giocare comunque" aveva un sorriso strano in faccia.

"Fu lì che per la prima volta vidi quella veloce e il piccoletto"

Avevo capito dov'era il problema.

Sospirai.

"Dammi la seconda cassetta" il castano fece come avevo ordinato e dopo che l'ebbi in mano la misi al posto della precedente.

Saltai tutto il riscaldamento ed iniziai a vederla da metà.

"Perché salti tutto l'inizio?" chiese.

"Non mi va di seguire per filo e per segno la partita. Se non mi concentro non terrò d'occhio solo-"  le parole mi morirono in gola.

Allargai gli occhi dallo stupore.

"È in grado di farlo?" chiesi incredula.

"Si, ma la Karasuno ha imparato a fare anche questo" disse.

Guardai con occhi sognanti il libero, compagno di squadra di Oikawa, che saltava prima della linea dei tre metri e palleggiava.

Era una cosa da provare assolutamente.

"È inutile che la guardi così, come ho già detto anche la Karasuno la fa" cambiò la cassetta e mise la terza.

Cercò il minuto esatto in cui la squadra arancio-nera faceva la stessa giocata e lasciò andare la partita da lì in poi.

Osservai attentamente la giocata.

Conoscevo la faccia di tutti i ragazzi della Seijo.

La vedevo in campo dall'altra parte della rete ogni volta che imitavo di conseguenza un attacco fatto in precedenza.

Era un'espressione inaspettata e da una parte arresa.

Notai però che nel corso della partita giocarono nuovamente quella palla.

"Un attacco sincronizzato" sussurrai attirando l'attenzione del castano.

Ridacchiai.

"Perché ridi?" chiese il castano.

"Voglio provare una cosa" affermai sorridendo malignamente.

Notai in oltre un cambiamento nella veloce effettuata dal rosso.

-*-*-

La sera ci ritrovammo tutti in palestra. Anche il coach.

"Allora Watanabe?" chiese impaziente.

"Ho visto i video delle partite giocate contro la Karasuno ed ho notato alcune cose" parlai.

"Cose che ci possono aiutare?" chiese.

"Cose che se riescono ci faranno vincere" risposi.

"Per prima cosa la veloce. Che mi dici di quella?"

Si era fissato? Si è dire poco.

"Ho notato un cambiamento nel piccoletto e nell'alzatore" affermai.

"Mentre nel primo e secondo video il numero dieci tiene gli occhi chiusi, nel terzo lui li ha aperti. Ciò significa che ora come ora è in grado di direzionare la veloce a suo piacimento" affermai convinta.

"Credo di essere in grado di replicare subito con gli occhi aperti in modo di mandare la palla dove vuoi?" chiese l'uomo.

"Ci possiamo provare, ma c'è bisogno di molto allenamento" affermai guardando il castano.

"Qualsiasi cosa pur di sconfiggere-" non terminò la frase poiché i ragazzi del terzo anno lo assalirono.

"Chi è che aveva consigliato a Tobio di far aprire gli occhi al tappo?!" chiese Iwaizumi.

Iniziarono a picchiarlo lasciandomi interdetta.

Era veramente un idiota allora.

"Il secondo punto" alzai la voce in modo da farli smettere.

"Ho notato che il nostro libero può eseguire una giocata particolare" guardai il ragazzo più basso nella stanza.

"Si riferisce all'alzata con il salto prima della linea dei tre metri" disse Oikawa, ma fece appena in tempo a finire che gli arrivò una manata nelle costole.

"Mi state distruggendo per cosa? Vi siete per caso alleati con Tobio o che?!" fece una faccia buffa.

Era veramente il capitano? Anzi, riformulo. Era veramente uno del terzo anno?

"Si, posso farlo" mi rispose il libero "Ma a quanto pare può farlo anche il libero della Karasuno" si toccò la nuca in imbarazzo.

"Ne sono consapevole" dissi.

Tra presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora