Più fuducia

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Per poco non scoppiò a piangere difronte a me.

"Sei così organizzata!" urlò per poi correre via.

Oooook...

"Tre giorni... ce la faremo?" chiese Watari preoccupato ad Oikawa.

"Se rimaniamo con le mani in mano come in questo momento non penso proprio. Non so se ce la faremo, ma dobbiamo provare no?" chiese Oikawa.

Mi guardai in torno, erano tutti abbastanza fomentati.

'Infondo è in gamba' sorrisi.

"Andiamo ad allenarci!" disse per poi girarsi.

Peccato che calpestò il laccio della sua scarpa e cadde rovinosamente a terra.

'Poveri noi...' mi spalmai una mano in faccia.

Dopo quello spettacolo orribile ricominciammo ad allenarci... anche se con impressa la figura di Oikawa con la faccia spalmata a terra... Bhe, ci allenando con il sorriso...

-*-*-

"Ci vediamo domani" affermai prima di uscire dalla palestra.

"Aspettami Idiota!" sentii un rumore di passi provenire da dietro di me.

"Che c'è?" chiesi ad Oikawa.

"Per prima cosa dobbiamo tornare a casa insieme e lo sai" affermò.

Assottigliai gli occhi, iniziando così a guardarlo.

"Non è che..." iniziai a parlare.

"Stai cercando di rimanere da solo con me?" chiesi.

"Cosa?!"

In realtà sapevo che non era così, ma la sua faccia in quel momento fu impagabile.

Si era impanicato per così poco? Gli avessi detto di fare cose sconce lì davanti a tutti avrei capito, ma così era esagerato. O forse era vero?

Nah.

Da quello che avevo potuto vedere Oikawa era un ragazzo molto richiesto, sia dalle ragazze della scuola, sia da quelle di altre scuole.

Iwaizumi mi aveva detto giusto il giorno prima che lo infastidivano le ragazze che cominciavano a chiedergli autografi e foto prima di una partita. Diceva che diventava arrogante e vanitoso.

La mia risposta fu 'Perché non lo è già di suo?'.

Ad ogni modo doveva essere snervante avere sempre tutti intorno quando stai cercando di concentrarti per una partita.

O forse a lui non importava nulla dato che era abituato ad essere circondato da ragazze.

È vero che restava pur sempre un ragazzo, era normale fosse attratto da una gonna un po' più corta. Eppure non riuscivo a capire... voglio dire anche a me piacciono i pantaloni attillati addosso ad un ragazzo alto, ma se uno mi venisse a parlare prima di una partita probabilmente gli tirerei un calcio per il nervosismo.

Una volta successe, mi venne da ridere a quel ricordo. Solo che il ragazzo in questione era Kuroo e mi stava infastidendo poco prima dell'inizio della mia prima partita.

Non è colpa mia giuro! Solo che non riuscivo a stare ferma e la mia gamba si è alzata da sola... cambiamo argomento.

"Mi hai sentito?" Oikawa mi sventolò una mano davanti alla faccia.

Mi ero persa nei ricordi.

"No, scusa dicevi?" chiesi.

"Devi scegliere il numero della divisa,  sono rimasti due numeri" m'informò il castano.

"Ah, quali sono?" chiesi frugando nella mia borsa per controllare di aver preso tutto.

"Il dieci e l'undici" affermò tirando su entrambe le magliette.

Osservai la maglietta con il numero dieci stampato sopra.

Oikawa se ne accorse e fece per porgermela.

Sgranò gli occhi quando si accorse che afferrai con forza l'altra maglietta. Quella con il numero undici.

"Mi piace di più questo numero" affermai a testa bassa.

Era vero? Ovvio che no.

"Andiamo Shittikawa" dissi.

"Com'è che mi hai chiamato?!" si arrabbió.

Ridacchiai incamminandomi.

"Accidenti a te mocciosa" borbottò dopo avermi raggiunto.

"Sono solo un anno più piccola di te, quindi smettila di chiamarmi così" affermai guardando la maglietta che stringevo ancora tra le mani.

"Che c'è non ti piace il numero?" chiese "Preferisci il dieci?" continuò.

"Se ho preso questa vorrà dire qualcosa no?" chiesi retoricamente.

"Stasera sei un po' strana" affermò leggermente offeso.

Avere a che fare con lui era al pari di avere a che fare con un bambino di tre anni.

"Ci hai fatto caso?" chiese ad un tratto.

"A cosa?" chiesi confusa.

"Che è passata solo una settimana e già siamo in sintonia" guardò il cielo.

Ed io guardai lui.
Lo conoscevo decisamente da poco, però aveva ragione, raramente due giocatori si trovavano così bene insieme da far venire una giocata complicata. Era vero anche che non tutto ci era venuto, ma eravamo sulla buona strada e decisamente avevo fiducia sia in Oikawa che negli altri.

"Allora è questo che si prova ad avere una squadra" affermai guardando in alto.

"Anche quella volta che andammo a prendere la parrucca hai detto qualcosa di simile" disse lui.

"La differenza è che quella volta la mia  era una domanda. Questa invece era un'affermazione" ripresi a camminare seguita a ruota da lui.

Qualcosa era cambiato, di certo tra di noi c'era sempre quel rapporto di odio, che poi odio non era. Però forse c'era qualcosa in più. Più fiducia.



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