Capitolo 3

502 19 0
                                    

Ero al bar dell'hotel a prendere un caffè per me e la capo ricevimento. Fortunatamente quella mattina non mi aveva quasi rivolto la parola. 

-Oggi mi sento magnanima. Non ti sputerò nel caffè- sussurrai a me stessa malvagia, portando le tazzine di caffè alla strega. Quella mattina Damian mi aveva gentilmente accompagnato a lavoro, lasciandomi un passionale bacio prima di lasciarmi, non avevo dormito molto a causa dell'incidente avvenuto la notte prima, fortunatamente lui mi era stato accanto consolandomi. Rabbrividii al ricordo dell'evento.  Attraversai la hall velocemente. 

Seduti tra i divanetti del ricevimento erano seduti assieme a David,il direttore dell'hotel, due uomini in giacca e cravatta, ma dalla mia visuale riuscii solo a veder le loro spalle larghe. 

Arrivata nel back office, passai un caffè a quella strega del mio superiore, che mi rispose con una "Grazie cara"? Samanta si era forse drogata quella mattina?

Confusa dal nomignolo, bevvi il mio caffè rischiando di bruciarmi la lingua. Andai al bancone della reception, aprendo il programma dell'hotel, iniziando a controllare gli arrivi e le partenze previste per quella giornata. La grossa risata del mio direttore mi fece alzare lo sguardo dal pc, guardai curiosa la scena. Cosa ci potava essere di così di divertente in un'aggressione? 

-Hai visto gli agenti?- la voce del mio capo ricevimento mi fece sobbalzare. Era arrivata alle mie spalle senza farsi sentire. Silenziosa come un serpente.

-Sono molto molto attraenti, quasi quasi ci faccio un bel pensierino.- mi sussurrò maliziosa. 

Ero quasi tentata di ricordarle della fede che "fieramente" portava al dito, ma decisi di mordermi la lingua preferendo questa strana pace che arieggiava al ricevimento. Sorrisi e annuii fingendo di darle ragione. Non avevo idea di che faccia avessero, ma dalla descrizione dovevano essere davvero attraenti, riflettei analizzando il comportamento della mia superiore. Fingendo un disinvoltura che non le addiceva, non perdeva occasione di specchiarsi e controllare che non ci fossero sbavature di rossetto sulle sue labbra.

Il direttore si alzo dei divanetti imitato dei due uomini avvicinandosi alla reception. Il mondo è davvero piccolo! Pensai.

Difronte a me, avevo i due ragazzi del negozio vintage. Entrambi mi sorrisero riconoscendomi. Ricambiai imbarazzata.

-Ragazzi. Voglio presentarvi la nostra capo ricevimento Samanta e lei invece è la nostra receptionist Keira. Lei è la ragazza che ha soccorso i signori Smith.-  spiegò il direttore del Paradise Hotel indicandoci. 

-E' un piacere conoscervi. Siamo gli agenti McFlay e Brown. Polizia investigativa.- disse il biondo fan degli AC/DC. Strinsi le mani ad entrambi presentandomi. Dovevo ammettere che la strega aveva ragione, erano davvero belli da mozzare il fiato, se non fossi stata impegnata un pensierino l'avrei fatto su entrambi. I loro abiti eleganti li rendevano ancora più affascinati.

-Keira,  tu gli aiuterai con le indagini. Per qualsiasi cosa sarai a loro disposizione. Conto su di te, per far chiaro a questa faccenda. Puoi accompagnarli alla 317 ed aiutarli a ricostruire la scena? Ti sostituirà al front office Samanta- mi disse cortese David. La capo ricevimento quasi si strozzo quando sentì l'ultima frase. Conoscendo i livelli della sua pigrizia, per lei questo era uno sforzo pazzesco.

-Certo volentieri. Prego seguitemi- affermai accompagnando gli agenti.  

Chiamai l'ascensore premendo il bottone. I due ragazzi si guardarono attorno in cerca di chissà cosa. Tra noi c'era un silenzio imbarazzante, non sapevo cosa dire. Il tintinnio dell'elevatore, ci avvisò del suo arrivo. Entrammo.

-McFly e Brown? Buffo, sono uguali ai protagonisti di Ritorno al futuro- commentai divertita cercando di rompere il ghiaccio. I due si guardarono colti di sorpresa. 

-Già è davvero strano, diamoci del tu, mi chiamo Dean e lui è il mio collega Sam- rispose il biondo. 

-Nessun problema. Spero solo di esservi di aiuto.- dissi incerta. Finalmente raggiungemmo il piano. Mi sistemai la gonna della divisa. 

Percorremmo il lungo corridoio fino ad arrivare davanti alla porta 317. Sam mi sorrise incoraggiandomi ad aprire, provai subito una certa simpatia per il ragazzo, sembrava un tipo affidabile. Sfilai dal taschino della camicia il pass ed aprii la porta, guardai Dean alzando un sopracciglio notando che si era "leggermente" incantato sulla mia scollatura.

-Prego. Ecco la scena del delitto.- dissi tenendo la porta aperta invitando i ragazzi ad entrare.

Iniziarono a perlustrare la camera minuziosamente dividendosi, Sam andò a perlustrare il bagno, invece Dean si dedicò alla zona letto. Io rimasi in disparte osservandoli lavorare.

-Keira, giusto? Sono mai successi episodi simili nella vostra struttura?- domando Sam uscendo dal bagno scambiandosi un lungo sguardo con il compagno. 

-Che io sappia non sono mai successe aggressioni del genere, è sempre stato tranquillo. Io però lavoro da poco tempo qui.- ammisi sincera.

Dean era chino, a carponi scrutando attentamente sotto il letto. Intuii che probabilmente aveva trovato un indizio, perché poco dopo fece un segno all'altro ragazzo di avvicinarsi.

Che fondo-schiena da urlo pensai ammirandolo, dovevo ammettere che era davvero un bel bocconcino. Il biondo raccolse con le dita un liquido gelatinoso, feci una smorfia disgustata notando la viscosità. La fissò attentamente annusandola.

-Ectoplasma- sussurrò Sam. 

-Ecto...che? - domandai confusa. Mi avvicinai ai due uomini, mi guardarono colti in flagrante. 

-Hai capito male, il mio collega voleva dire... Ecco, opplà l'indizio. Il mio collega parla come un anziano- Mi rispose Dean incerto, ebbi la sensazione che stesse cercando di arrampicandosi sugli specchi. Finsi di crederci. Questi due tizi non me la contavano giusta. Non avevano né l'aspetto né il comportamento da poliziotti. Continuarono a vagare per circa una mezz'oretta per la camere, spostando oggetti cercando in ogni angolo chissà cosa.

-Abbiamo raccolto abbastanza prove, possiamo andare. Grazie per il tuo tempo.- Sam mi sorrise gentile, per qualche secondo rimasi incantata dal suo sorriso, caspita era davvero bello! Lui arrossì e distolse lo sguardo imbarazzato. Per un attimo mi sciolsi della sua timidezza, era così tenero. Provai l'istinto di accarezzargli i lunghi capelli scuri, sembravano così morbidi. Cercai di darmi un contegno e schiarendomi la gola li condussi alla reception. 

Prima di andarsene, Dean mi fermò chiamandomi.

-Hey, fan degli AC/DC. Per qualsiasi cosa strana, DI QUALSIASI TIPO, chiamaci. Questo è il mio bigliettino da visita.-  Accettai il bigliettino ringraziandolo.

-Chiamami anche se ti dovessi sentire sola- mi sussurrò facendomi l'occhiolino, non mi diede il tempo di rispondere che si erano già volatizzati. Quei due erano davvero strani, mi incuriosivano. Avevano un'aurea misteriosa. 

Il mio sesto senso mi diceva che non sarebbe passato molto tempo prima di rincontrarli.


I will find you ~Dean Winchester~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora