Feci una smorfia, quando Sammi estrasse l'ultima scheggia. Disinfettò con cura e finì di medicarmi. Lo ringraziai.
Dopo l'aggressione mi avevano portato nel loro appartamento per curare le mie ferite. I ragazzi mi imprestarono una tuta da mettermi addosso, perché la mia divisa non era più utilizzabile.
-Ragazzi. Non siete dei normali poliziotti, vero?- Domandai. Era l'alba, mi sentivo distrutta. Mi strinsi nella felpa, aveva un ottimo profumo maschile.
-Hai ragione. In realtà siamo dei cacciatori, facciamo parte della S.I.C., la Società Internazionale dei Cacciatori. Siamo dei cacciatori del sovrannaturale.- Ammise Sam colpevole.
-Siete dei ghostbusters? - chiesi confusa. Mi appoggiai al bancone della cucina, Dean mi fulminò con lo sguardo prendendo parola.
-Siamo molto meglio, dolcezza. Oltre ad essere più attraenti- Sam alzò gli occhi al cielo udendo la frase -grazie a noi, puoi dormire sogni tranquilli. Cacciamo spiriti, demoni, vampiri, licantropi, e tutto ciò che ti può venire in mente.- Si avvicinò pericolosamente al mio viso, fissandomi con i suoi ammalianti occhi verdi. Mi scostai imbarazzata, Questo ragazzo mi faceva un certo effetto.
-Il mio vero nome è Sam Winchester e lui è mio fratello Dean.- Tra i due lui mi sembrava il più serio, affianco a lui mi sentivo davvero bassa, sarà stato alto almeno un metro e nova.
-Siete imparentati con i Winchester, quelli delle armi?- mi voltai verso Sam incuriosita, si passò una mano tra i lunghi capelli mori.
-Si. I fondatori sono nostri antenati, hanno anche fondato il S.I.C.- mi spigò, rimasi senza parole.
-Perché mi state dicendo tutto ciò?- chiesi. I fratelli si guardarono, alzai un sopracciglio interrogativa.
-Beh... mentre indagavamo sullo spettro. Abbiamo rilevato delle strane presenze demoniache vicino all'hotel e che proseguono fino a dove c'è il Black, il pub.- ammise Sam.
-Io abito lì vicino.- sussurrai preoccupata.
-Bingo. Tuo padre si chiama Robert Knight, giusto?- domandò Dean. Annui in risposta - Lui è un cacciatore come noi.- Negai con la testa contraria.
-E' impossibile. Lui è un semplice poliziotto. Ve l'assicuro, l'ho anche aiutato anche a risolvere alcuni casi, e non avevano nulla di soprannaturale.-
Non riuscivo a credere a tutto ciò. Mio padre mi aveva davvero mentito per tutti questi anni? Pensandoci erano mesi che non lo vedevo, ammetto però che da quando mi ero trasferita il nostro rapporto si era molto raffreddato, ricordai la nostra ultima litigata legata al mio desiderio di andare a vivere da sole e di avere la mia indipendenza.
-E' proprio così. E' un cacciatore molto bravo. Ci è già capitato di lavorare con lui ad alcuni casi. Mi spiace.- Dean mi mise una mano sulla spalla di conforto. Mi scostai bruscamente da lui.
Il mio cellulare iniziò a squillare. Damian mi stava chiamando, rifiutai. Erano le 5.45. Era tardissimo, per tutta la notte non avevo chiuso occhio, iniziai a sentire la stanchezza in corpo.
Rifiutai un'altra chiamata del mio ragazzo. Al momento non volevo parlare con nessuno.
-E' tardi. Andiamo a dormire.- Sbadigliò Sam. Annuii assonnata. Dean, mi cedette la sua camera, nonostante le mie proteste. Mi mostrò la sua camera. Era molto semplice sui toni del bianco e nero. Diedi una rapida occhiata alla sua raccolta di album rigorosamente rock, riconoscendo molte band famose.
-Dovresti rispondere al cellulare. Sembra importante... Buonanotte Keira, se hai bisogno di qualcosa mi trovi nell'altra stanza- mi fece notare Dean prima di uscire dalla camera. Presi il mio telefono e lo spensi. Volevo riposare e non pensare a nulla. L'aggressione e la scoperta della seconda vita di mio padre, mi avevano lasciato senza parole. Mi infilai sotto le coperte, inspirando a fondo il profumo del ragazzo. Mi lasciai cullare dalla fragranza di Dean, rilassandomi.
Mi svegliai qualche ora più tardi. Mi venne in mente tutto quello che era successo la scorsa notte. Dalla rabbia scostai le coperte alzandomi. Senza far rumore aprii la porta della camera. Camminai verso il soggiorno per recuperare la mia giacca. Dean dormiva profondamente sul divano coperta da una coperta, mi incantai ad ammirarlo, era così bello e sereno. Delicatamente gli sistemai la coperta, mugugnò qualcosa in risposta che non capii. Prima di uscire dall'appartamento lasciai un biglietto ai ragazzi di ringraziamento con il mio numero di telefono.
Quando arrivai a casa, mi fiondai subito sotto la doccia. Sotto il getto d'acqua calda riflettei su tutto quello che era successo, dovevo parlare con mio padre al più presto possibile. Uscii tamponandomi i capelli con un'asciugamano, fortunatamente le ferite non sanguinavano più. Decisi di accendere il cellulare. Damian mi aveva chiamato per circa una trentina di volte, con altrettanti messaggi. Gli scrissi velocemente che stavo bene.
Dopo aver bendato tutte le ferite, mi vestii con un jeans e maglietta che presi a caso dall'armadio. Mi diedi una sistemata ai capelli, controllando di essere presentabile, sul viso non presentavo segni evidenti dell'aggressione, tranne per un piccolo taglio vicino al labbro. Mentre sgranocchiavo dei biscotti accesi il pc. Mi scrocchiai le dita delle mani, mettendomi cercando di rintracciare mio padre, in poche mosse riuscii a risalire alla sua posizione dal gps del telefonino. Sorrisi vittoriosa. "Sono un'ottima Hacker". Soddisfatta finii di mangiare.
Controllai per l'ultima volta l'indirizzo. Mio padre era all'interno dell'hotel Continental, un lussuoso hotel della città.
Entrai nell'edificio rimanendo stupita dall'eleganza dell'arredo. Nella hall c'erano numerosi divanetti e poltroncine occupati da uomini e donne dall'aria elegante. Al bancone della reception mi attendeva un uomo dai buffi baffi scuri e i capelli maniacalmente in ordine, lessi il nome Gustave. Sorrisi pensando al mio collega di lavoro.
-Buongiorno. Stavo cercando il Signor Robert Knight.- affermai cortese. L'uomo mi scrutò curioso chiedendomi chi fossi.
-Sono Keira Knight. Sua Figlia.- specificai sorridendo freddamente, battendo un piede impaziente. Sentendo il mio nome Gustave sgranò gli occhi.
"Dalla sua reazione, posso dedurre di essere nel posto giusto" pensai.
-Un attimo solo e sono subito da lei.- l'uomo frettolosamente sparì dalla mia vista. Con la coda dell'occhio notai che le persone presenti nella hall, mi tenevano d'occhio fingendo indifferenza.
-Tesoro, da quanto tempo. Cosa ci fai qui?- mio padre mi raggiunse al bancone sorridendo nervoso. Ricambiai il saluto sorridendo.
-Sono venuta a trovarti. Possiamo parlare in privato?- chiesi notando che tutti ci stavano fissando curiosi. Mio padre mi condusse al bar dell'hotel, quando ci accomodammo in uno dei tavolini, presi il menù cercando le parole adatte per intraprendere il discorso.
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I will find you ~Dean Winchester~
ParanormalQuesta storia narra la vita di Keira Knight, ragazza sui venticinque anni, un buon lavoro e un fidanzato premuroso. Che però non idea di cosa il destino abbia serbo per lei. Una serie di eventi le cambieranno la vita. In poco tempo si troverà a comb...