Capitolo 18

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Damian era seduto in uno dei divanetti in fondo alla sala. Mi fissava intensamente sorseggiando il suo Whisky. Era circondato da altri uomini dall'aria cattiva. Indurì la mascella, quando vide la vicinanza tra me e Dean. Avvampai erano settimane che non lo vedevo, e rincontrarlo mi provocava una strana sensazione, provai una fitta allo stomaco. Sorrise quando notò la mia reazione. Con la sua tipica eleganza si alzò in piedi, avanzando nella mia direzione. Lo imitai.

-Ragazzi, vado a parlare due minuti con Damian.- affermai ignorando completamente i miei amici. L'uomo avanzava verso di me, quella sera indossava una camicia nera che gli valorizzava gli occhi chiari. La sua camminata, così felina e fiera, mi ricordò il passo di una pantera pronta all'attacco ed io mi sentii subito la preda. Quando mi raggiunse trattenni il fiato. Rincontrarlo mi aveva scombussolato. Mormorai un saluto imbarazzata, non sapevo come comportarmi.

-Keira. Ti trovo in perfetta forma.- sussurrò squadrandomi da testa ai piedi. 

-Anche tu.- risposi. Quella sera era davvero attraente, cercai di non pensare a lui e al suo corpo.

-Vedo che sei in ottima compagnia.- affermò riferendosi ai miei due accompagnatori che ci fissavano da lontano. Damian alzò il bicchiere verso i due ragazzi salutandoli, sorridendo strafottente verso Dean, che serrò la mascella borbottando qualche insulto nei suoi confronti.

-Già. Questa sera abbiamo deciso di rilassarci.- inventai. L'uomo di fronte a me, alzò un sopracciglio dubbioso, ero sicura che avesse intuito la mia bugia. Era un segugio per queste cose, non era mai riuscita a nascondergli qualcosa. In sottofondo sentivo l'assolo del cantante accompagnato dagli strumenti della band.

Lanciò uno sguardo verso il suo gruppo di amici, sospirò. Mi guardò come se fosse addolorato per qualcosa. Velocemente cambiò espressione in una allegra e un po' maliziosa.

-Ti va di andare far due chiacchiere qui fuori?- mi propose. Mi fidavo di Damian, come mi sarebbe mai potuto accadere?

-Va bene. Fammi avvisare solo i ragazzi.- risposi, in risposta lui alzò gli occhi al cielo infastidito.

Mi avvicinai ai fratelli Winchester avvisandoli della situazione, accettarono riluttanti raccomandandosi con me di far attenzione.

Uscii dal locale con Damian. Rabbrividii a contatto con il clima esterno. Mi accesi una sigaretta cercando di rilassarmi. L'uomo affianco a me prese il mio pacchetto prendendone anche lui una.

-Non ti è mai piaciuto il fumo.- commentai, sapendo quanto lui l'odiasse, avevo perso il conto delle numerose volte che me l'aveva fatto notare quando stavamo insieme.

-Questa sera ne ho bisogno.- commentò enigmatico. Cosa mi stava nascondendo? Lo vedevo realmente turbato. Si accese la sigaretta, in un movimento sensuale. Mi incantai rapita dal gesto, quanto erano attraenti i ragazzi che fumavano?

Inspirò a fondo socchiudendo gli occhi. 

-Questa sera non dovresti essere qui.- affermò perso tra i suoi pensieri. 

-Non capisco.- dissi confusa. L'uomo affianco a me sorrise tristemente.

-Vieni con me.- disse freddamente. Lo seguii vicino al vicolo. Si voltò e in pochi passi si avvicinò al mio viso. Mi prese delicatamente il volto al suo, lo fissai negli occhi confusa dal gesto. Mi regalò uno sguardo ricco di dolore. 

-Quei Winchester, non avrebbero mai dovuto portati qui questa sera.- disse prendendo delicatamente il mio viso tra le mani avvicinandomi al suo. Mi irrigidii sentendo il cognome dei fratelli.

Fratelli Winchester, come poteva essere a conoscenza della loro vera identità?

-Keira. Tesoro, sappi che non ho mai mentito sui miei sentimenti. Io credo realmente di amarti. Perdonami. Perdonami per tutto- mi confessò. 

Mi baciò con passione, stringendomi a lui. Ricambiai sorpresa da questo atteggiamento. Delicatamente si staccò. Appoggiò la fronte contro la mia inspirando a fondo. Mi guardò una lacrima gli scivolò lungo una sua guancia. 

-Damian.- mormorai senza saper cosa dire, vederlo in quello stato mi spezzava il cuore. Chiusi gli occhi inspirando a fondo, non sapendo cosa fare. Quando li riaprii Damian era scomparso. Mi guardai in giro cercando chiamandolo, non ottenendo risposta.

Un uomo mi aggredì alle spalle, facendomi cadere a terra. Mi rialzai, voltandomi pronta ad affrontarlo.  Di fronte a me, il mio aggressore aveva gli occhi completamente neri. Demone. Digrignai i denti. Con un balzo cercò di colpirmi al viso, fortunatamente riuscii a schivare il colpo. Risposi con una ginocchiata che lo fece piegare in due dal dolore. Iniziai a correre, ma mi agguantò per una caviglia facendomi cadere a terra. Gemetti dal dolore a contatto con l'asfalto. Il demone salì sopra di me colpendomi con un pugno sul viso.

-Zitta, stupida cagna.- mi minacciò furioso. Lo fissai furiosa.

-Stupido demone. Come osi chiamarmi così?- urlai. Facendo leva con il bacino riuscii a farlo sbilanciare e far cadere lontano da me. Mi alzai in piedi ansimante, gli piantai un calcio nello stomaco, affianco a me c'era un pezzo di ferro, lo raccolsi per poi infilzarglielo sulla spalla, il demone urlò dal dolore. Iniziai a correre per uscire dal vicolo.

Una volta raggiunta la fine individuai tra la folla i fratelli Winchester. Iniziai a camminare verso di loro, cercando di farmi spazio tra le persone. Dean mi individuò e subito chiamò il mio nome cercando di raggiungermi. Due braccia mi agguantarono alzandomi di peso. Cercai di dimenarmi senza successo. Smisi di muovermi quando realizzai che tutte le persone attorno a noi erano demoni, solo io e i fratelli eravamo gli unici umani. Gli esseri fecero spazio all'uomo che mi stava trascinando, mentre le restanti persone avevano bloccato i due cacciatori che cercavano di raggiungermi dimenandosi con foga. Iniziai a piangere. Gridai i nomi di Sam e Dean con tutta la forza che avevo.

Il demone si avvicinò ad un furgone, aprì uno sportello per poi gettarmici con forza. Andai a sbattere contro una parete metallica. Iniziai a battere i pugni contro le pareti del mezzo maledicendo rabbiosa tutti loro.

-Stupidi demoni. Vi ucciderò tutti! Fatemi uscire da qui!- continuai a battere sulle pareti. Sentii una voce che diceva: " Uccidete i Winchester". Scoppiai a piangere. Subito dopo scivolai terra sconvolta, non riuscivo a pensare ad una vita senza loro due, in poco tempo erano diventati la mia famiglia. 

Sentii altri singhiozzi. Altre 4 ragazze erano state appena rapite assieme a me. Erano abbracciate l'una contro l'altra in un angolo e mi fissavano impaurite. 

Il furgone s'accese. Le fissai nella penombra. Mi asciugai le lacrime cercando di darmi forza.

-Ragazze. Troveremo un modo di uscire da questo posto.- tentai di rassicurarle.



Salve,

Secondo voi, devo continuare questa storia?

Un abbraccio,

yfets_

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