Io e mio padre ordinammo due tè caldi.
-Come mi hai trovato?- domando curioso per rompere il ghiaccio.
-Semplice dal GPS. Ti ricordo che per me i computer non hanno segreti- sorrisi sarcastica. Nonostante non vedessi mio padre da tempo, lo trovai sempre uguale. Soliti capelli brizzolati, occhi verdi uguali ai miei, barba incolta che gli davano un'aria da duro in contrasto con il suo completo elegante. L'uomo davanti a me continuava a fissarmi intensamente, io finsi di non notare ciò, continuando a girare con un cucchiaino il mio tè. Mi prese di forza da un polso tirandomi verso di lui, mi alzò la manica. Grugnì quando notò la bende che mi coprivano le cicatrici lasciate dai cocci di vetro durante la colluttazione con lo spettro.
-Chi te l'ha fatto?- mi ringhiò. Con movimenti più dolci, mi restituì il braccio. Me lo portai al petto. Era la resa dei conti.
-Nulla di che... Sono stava aggredita da uno spettro. Che ne dici di fare una chiacchierata sulla tua vita privata? Perché mi hai nascosto il tuo lavoro? Intendo quello vero.- sbottai aggressiva.
-Non so di cosa tu stia parlando- mi mentì spudoratamente.
Lo fulminai con lo sguardo. -Papà, non mentirmi. Ho avuto l'onore di conoscere i fratelli Winchester e mi hanno detto la verità.- strinse i pugni dalla rabbia, continuai- Poche ore fa, ho rischiato di morire. Senza di loro, sarai stata spacciata. Sai la cosa che mi fa più rabbia? Sono venuta a scoprire da LORO, chi sei veramente! Perché non me l'hai mai detto?-
L'uomo davanti a me si passò una mano tra i capelli brizzolati, mi guardò con i suoi occhi verdi così simili ai miei.
-Volevo proteggerti. Non volevo coinvolgerti in questo schifo di vita. Mi spiace. Ho cercato in tutti i modi di non farti scoprire questo mondo, volevo che vivessi una vita normale. Io...- lo zittii. Avevo le lacrime agli occhi.
-Quindi è vero... sei un cacciatore.- affermai delusa- E' per questo che mi hai allontanato da casa, anni fa? Volevi tenermi fuori da te, dal tuo lavoro, dalla tua vita?- terminai la frase abbassando lo sguardo. Mi sentivo prosciugata, priva di forze. Accarezzai la tazza di ceramica con un pollice.
-Ho dovuto farlo. Stavo lavorando ad un caso di demoni e mi stavano addosso... Ti ho allontanato per proteggerti... Ti chiedo scusa... Se vuoi un giorno ti spiegherò tutto, ma adesso questo è il posto meno adatto-mormorò sconfitto. Singhiozzai. Me ne fregai delle persone che ci stavano attorno. Mi alzai dalla sedia. Mi misi la giacca e lo fissai amareggiata.
-Ho bisogno di tempo. Adesso finalmente ho capito, perché ci tenevi così tanto a farmi imparare le arti marziali- sorrisi amara- Forse è meglio se vado- Senza lasciargli il tempo di ribattere uscii.
Ero seduta sul balcone di casa mia, una vecchia canzone rock passava alla radio. Mi sistemai un filtrino tra le labbra carnose, tra le dita posizionai bene la cartina, lentamente iniziai a mettere il tabacco. Misi il filtrino e iniziai a girarmi la sigaretta. Una volta passata la lingua sulla colla della carta la chiusi. Trovavo particolarmente terapeutici questi gesti così meccanici, così rilassanti. L'accesi. Inspirai a pieni polmoni. Rilassai le spalle godendomi il sapore del tabacco e della nicotina. Fissai la sigaretta tra le dita e presa da un moto di rabbia mi asciugai le lacrime. Piangere non avrebbe cambiato la situazione. Da una parte comprendevo il punto di vista di mio padre, ma allo stesso tempo non riuscivo ignorare tutte le bugie che mi aveva raccontato in questi anni. In qualche modo mi sentivo tradita da lui.
-Keira. Non dovresti fumare.- borbottai sarcastica, espirando il fumo. Fissai il panorama di Salem, la città in cui vivevo. Un volta terminata la sigaretta, gettai il suo mozzicone nel posacenere. Il trillo del campanello mi fece sobbalzare. Mi avviai verso la porta sistemandomi i pantaloni della tuta. Dallo spioncino riconobbi il viso di Damian.
"Di male in peggio" pensai.
Aprii la porta facendolo entrare. Quel giorno era vestito tutto di nero, jeans, maglietta e giacca in pelle. Quel colore gli donava particolarmente mettendo in risalto i suoi occhi azzurri. Appena chiusi la porta iniziò a sbraitare furioso.
-Dove diavolo eri finita? Ti ho cercato dappertutto! Credi che due righe di messaggio mi possano bastare? Non puoi sparire così senza motivo!- Non mi diede tempo di controbattere.
Mi fissò con uno sguardo duro, non l'avevo mai visto così arrabbiato. Abbassò lo sguardo, per un attimo mi parve di vedere i suoi occhi completamente neri. Inconsciamente feci un passo indietro intimorita. Inspirò a fondo, fece una smorfia.
-Sei ferita... Cosa ti è successo- affermò.
-Sono stata aggredita dallo spettro che ti dicevo...- mormorai. Evitando qualsiasi contatto fisico con lui. Avevo una brutta sensazione. Come aveva fatto a capire che ero ferita?
Si passo una mano tra i folti capelli neri frustrato.
-Gli spettri non esistono. I giornali hanno detto che era un maniaco che si era intrufolato li dentro. Comunque, questa notte non hai dormito qua... Dove sei stata? All'hotel mi hanno detto che sei andata via con due uomini.. hai passato la notte con loro? Sono i tuoi amanti?- mi accusò. Lo fissai sbalordita, sapevo bene cosa avevo visto. Era una bufala, probabilmente i fratelli Winchester avevano inventato tutto ciò per non generare il panico.
- Pensa cosa vuoi... Quei due mi hanno soccorso. Mi hanno aiutato a medicarmi con le ferite.- risposi. Iniziava a darmi fastidio la sua aggressività. Dopo tutto quello che mi era successo nelle ultime ore volevo solo andare a dormire e la sfuriata di Damian era l'ultima cosa di cui avevo bisogno. Mi strinsi nella felpa guardandolo arrabbiata.
-E fino adesso non hai avuto tempo a chiamarmi?- si avvicinò minacciosamente al mio viso, nonostante mi sovrastasse con la sua altezza mantenni il suo sguardo. Mi annusò il collo, come se fosse un cane, inspirò a fondo vicino alla mia felpa. Sgranai gli occhi quando realizzai che indossavo quella che stamattina Dean mi aveva imprestato.
-Questa felpa è di uno dei tuoi salvatori? Hai addosso un odore da uomo... e non è il MIO.- ringhiò. Indietreggiai fino al muro, lui avanzo verso di me. Sentivo il suo respiro vicino all'orecchio. Esplosi dalla rabbia, gli diedi una leggera spinta per poter allontanarlo e puntandogli un dito al petto iniziai a parlargli con furia.
-Ascoltami bene. Punto uno.Smettila di sniffarmi come un cane, non sono un osso. Secondo, è vero. Avrei dovuto chiamarti, ma è stata una notte infernale ed ero così turbata da non averci pensato, va bene? E terzo. Non ti tradirei mai, brutto idiota. Non sono quel genere di donna. Mi ha imprestato solo una felpa, perché la mia camicia era tutta insanguinata.- lo zittii. Per qualche attimo rimase mi fissò senza ribattere.
Senza dirmi nulla mi prese il viso dolcemente baciandomi con passione. Ricambiai con foga, stringendomi a lui, lasciandomi trasportare dal momento.
Cari Lettori,
ecco il settimo capitolo! Mi scuso per gli eventuali errori.
Cosa pensate della storia?
Al prossimo capitolo.
Cordiali saluti,
yfets_
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I will find you ~Dean Winchester~
ParanormalQuesta storia narra la vita di Keira Knight, ragazza sui venticinque anni, un buon lavoro e un fidanzato premuroso. Che però non idea di cosa il destino abbia serbo per lei. Una serie di eventi le cambieranno la vita. In poco tempo si troverà a comb...