Capitolo 22

383 20 0
                                    

Quella mattina dopo essere scappata dalla camera di letto di Dean, raggiunsi Sam in cucina per far colazione. Il moro aveva raccolto i capelli in uno chignon spettinato e indossava anche degli occhiali che gli davano un'aria da intellettuale. Semplicemente adorabile.

-Tarzan. Hai bisogno di un mano con la macchinetta del caffè?- gli domandai divertita, vedendolo litigare con il macchinario per circa cinque minuti.

-Stamane, questa macchina non vuole collaborare.- borbottò infastidito. Preso dalla frustrazione battè un pugno su di essa, magicamente dopo pochi attimi quest'ultima iniziò a far uscire il caffè. Ridacchiai alla scena congratulandomi con lui per le sue doti da tuttofare. 

In risposta mi fece la linguaccia sedendosi affianco a me.

-Scimmietta. Come hai dormito?- mi domandò malizioso, facendomi l'occhiolino.

-Bene. Ho DORMITO.- risposi sottolineando l'ultima parola. Scosse la testa borbottando chissà che cosa. Gli diedi una gomitata scherzosa.

Uno sbadiglio rumoroso ci fece voltare entrambi verso la porta. Dean fece il suo ingresso in cucina assonnato sfregandosi un occhio. Alla mattina sembrava un bimbo imbronciato. Ci salutò con un grugnito, si avvicinò alla macchinetta servendosi del caffè.

-Buongiorno Fratello. Non è una bella giornata?- commentò Sam sorseggiando il suo amato caffè. Il biondo mi lanciò uno sguardo per poi rispondere:

-Avrei preferito incominciarla in un altro modo.- sbuffò iniziando a far colazione.

Il mio cellulare iniziò a squillare.

-Pronto?- dissi avvicinandomi l'apparecchio all'orecchio prendendo un'altro biscotto.

-Keira. Sono la mamma, come va? Hai per caso visto per mollusco di tuo padre?- mi disse allegra. Aggrottai le sopracciglia stranita quando sentii il soprannome.

-Mamma. Tutto bene tu? Papà, non lo vedo da qualche settimana.- ammisi lanciando uno sguardo ai due ragazzi. 

-Meglio così, è un idiota. Oggi pomeriggio ti va di venirmi a trovare? Sono settimane che non ti vedo.- mi propose. 

-Oggi pomeriggio? Va bene.- dissi titubante.

-Ottimo. Porta anche il tuo fidanzato. Ti aspetto ciao.- non mi diede tempo di ribattere che aveva già riattaccato. Tipico da lei. Sbuffai rimettendo il cellulare a posto.

-Scimmietta. Tutto bene?- mi chiede Sam fissandomi da dietro le sue lenti. Il fratello fece una smorfia infastidita udendo il nomignolo. Era geloso?

-Oggi pomeriggio, devo andare da mia madre. Ha invitato me e Damian... Non mi ha  neanche dato tempo di informarla che io e lui non stiamo più insieme.- borbottai sbuffando.

-Gliene parlerai oggi. Dopo che ti avremmo accompagnata.-  affermò Dean accennando un sorriso. Alzai gli occhi al cielo infastidita dalla situazione, odiavo aver la scorta ovunque andassi.

-Dopo che TU l'accompagnerai, io non ci sarò. Robert Knight, mi ha convocato in sede per discutere della scorsa notte.- Sam sorrise in modo innocente. 

Perché mio padre, non mi aveva ancora cercata? Avevo appena rischiato la vita e l'unica cosa che aveva fatto era stato mandare un messaggio chiedendomi se stessi bene o no. Odiavo quando faceva così sembrava più un soldato che mio padre. Ogni tanto poteva anche cercarmi lui, no?

Sospirai spazientita. -Perfetto. Prima di andare da mia madre. Dovrei passare prima da casa per prendere vestiti, trucchi ecc.. Per diventare ufficialmente una vostra coinquilina sotto custodia.- conclusi sarcastica agitando le braccia in segno di vittoria.

-Dici così, ma so che muori dalla voglia di spiarci mentre facciamo la doccia.- mi punzecchiò Dean. Lo fulminai con lo sguardo.

-Tesoro. Al massimo può accadere il contrario.- gli risposi facendogli un'occhiolino.


Parcheggiammo davanti alla vecchia casa dove ero cresciuta. Prima di trasferirmi in centro città abitavo in una zona residenziale. Fissai il portico, pieno di ricordi felici e dolorosi.

Dean chiuse la macchina alle mie spalle per poi raggiungermi. Lentamente ci avvicinammo alla porta. Pochi secondi dopo aver suonato, la porta si spalancò. Mia madre mi accolse commossa stringendomi tra le braccia. Ricambia, sentendomi finalmente a casa. Mi era mancato il suo profumo e i suoi abbracci. Ci allontanammo. Mia madre fissò alle mie spalle sorridendo cordiale.

-Chi è questo bel giovanotto?- mi chiese retorica.

-Salve signora. Mi chiamo Dean Winchester, sono un amico di sua figlia.- disse sorridendo smagliante porgendole la mano. Mi madre la strinse e ci invitò ad entrare facendoci accomodare in salotto. Al centro c'erano due grossi divani e un tavolino che si affacciavano su un caminetto. Appesi alle pareti c'erano numerose fotografie ritraenti io e la mia famiglia anni fa. Il ragazzo affianco a me, si guardò attorno incuriosito dalle foto ricordo. Mia madre ci lasciò pochi attimi, per ritornare da noi con un vassoio con del tè e una torta alle mele appena sfornata. Ci servi una tazza e una fetta a testa sorridendo allegra.

-Allora, Keira non stavi con Damian?- mi chiese bruciapelo. Alla domanda quasi mi strozzai col tè. 

-Ci siamo lasciati. Qualche settimana fa, non andavamo più d'accordo.- le spiegai brave. Annuì poco convinta per poi rivolgere uno sguardo indagatore al mio accompagnatore.

-E tu bel giovanotto, non sei il suo nuovo ragazzo?- indagò.

Mia madre lo fissava con i suoi profondi occhi scuri, si passò una mano tra i folti ricci scuri. Era una donna affascinante, con qualche piccola ruga a segnarle l'età, ma che le donavano ancora più fascino. 

-Sarebbe un bel privilegio, ma no mi spiace.- negò con la testa il diretto interessato. Diedi un'altro morso alla torta, gustandomi il sapore. Amavo le ricette di mia madre.

-Meglio così. Puzzi di cacciatore da chilometri di distanza- borbottò scrollando le spalle. Il ragazzo quasi si strozzò con la torto colto di sorpresa. La donna continuò a parlare. - Sai mi ricordi mio marito da giovane. Keira non farti incantare dal loro fascino, sanno essere tanto affascinanti quanto subdoli.- mi consigliò. Fissai mia madre presa alla sprovvista.

-Mamma, Dean è un tipo a posto. Non tutti i cacciatori sono come papà.- presi le sue difese.

-Hai ragione. Però preferirei vederti più lontano possibile da loro. Dean, mi sembri una persona affidabile. Ma siete sicuri che tra voi non ci sia nulla? Perché ho notato le occhiate che vi scambiate...- 

 Arrossii imbarazzata, il ragazzo tossicchiò qualche parola sottolineando l'amicizia che ci legava. Volevo sprofondare dall'imbarazzo.

-Mamma, poi per favore chiarire con papà? L'ultima volta che l'ho visto mi sembrava un cane bastonato.- cambiai argomento.

-Sono trent'anni che continuo a discutere con lui del suo lavoro, ogni tre per due è via per dare caccia a chissà che cosa! Sono stufa di questa situazione, alla tua nascita mi aveva promesso che avrebbe smesso, invece sono passati venticinque anni e lui continua a cacciare! In più ci sono un sacco di donne che gli stanno intorno affascinate da lui e dalla caccia. Mentre, IO sono a casa, tutta sola ad aspettarlo!- borbottò infastidita incrociando le braccia al petto.

-Perché non provate a parlarne in modo più pacifico, senza aggredirvi a vicenda? Papà è un cacciatore esperto, difficilmente può capitargli qualcosa. Vi amate, lui ha occhi solo per te non ti tradirebbe mai! Che senso ha continuare a litigare?- cercai di  convincerla.

-E' il lato negativo di aver sposato un cacciatore, viene sempre prima la caccia! Se quel mollusco  vuole tornare con me, mi deve prima riconquistare!- sbottò decisa. Forse ero riuscita a convincerla pensai sorridendole. Sperai solo che mio padre non ne combinasse una delle sue.

I will find you ~Dean Winchester~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora