Ero in pausa sul retro dell'hotel. Mi strinsi nella mia giacca in pelle, le temperature erano scese vertiginosamente. Mi accesi una sigaretta. Ispirai a fondo la nicotina godendomi questo attimo di pace. Era stata una giornata molto stressante. Socchiusi gli occhi rilassando i muscoli. Buffai fuori il fumo. Pochi minuti dopo, la lampadina sopra la mia testa esplose, mi riparai la testa con le braccia. Fortunatamente non mi ero fatta nulla. Rientrai. Quella sera, Gustavo era arrivato prima per tenermi compagnia.
-E' appena esplosa, la lampadina sul retro, domani chiamerò la manutenzione per ripararla.- informai il mio collega. Gustavo si pettinò i baffi pensieroso.
-Keira. E' appena successo qualcosa di strano. Mi hanno appena chiamato dalla 317... ho risposto, è una voce di bambino mi raccontava una filastrocca-
-Un bambino? Ma è impossibile, la 317 è bloccata, nessuno dovrebbe essere li dentro.- risposi confusa. Cosa stava accadendo? Il nostro hotel si stava trasformando in un set per un film horror?
-Vado a controllare.- dissi rassegnata. Dovevamo controllare che nessuno si fosse introdotto illegalmente all'interno. Ci fu un calo di tensione, stava accadendo qualcosa di brutto, me lo sentivo. Dalla mia giacchetta in pelle tirai fuori il biglietto da visita dei due agenti dai cognomi bizzarri. Strinsi il pezzo di carta tra le dita indecisa se chiamarli o no, era giusto farlo?. Risuonò il telefono, il mio collega rispose. Quando riagganciò tramava.
-Keira, ha richiamato la 317. Era un uomo. Mi ha chiesto se abbiamo il servizio in camera. Mi sto spaventando.- Gustavo aveva gli occhi lucidi. Era nel panico più totale. Stavo morendo anche io dalla paura, tutta questa storia mi sembrava surreale. Cercai di darmi una calmata, per prendere in mano la situazione. Porgendo il bigliettino da visita, spiegai velocemente al mio collega di chiamare gli agenti, per farli venire subito qua.
Non diedi tempo a Gustavo di replicare che mi avvicinai all'ascensore, pigiai il pulsante di chiamata. Sentii dei passi dietro di me, mi voltai non trovando nessuno. Entrai nell'ascensore pigiando il numero 3. Entrai svelta. Durante la salita l'ascensore si blocco tra il secondo e terzo piano, mi appoggiai alla parete cercando di mantenermi in equilibrio. Pigiai nuovamente il tasto, pregando che il meccanismo ripartisse. Ripartì. Quando le porte si aprirono, balzai dallo spavento. Il corridoio era illuminato solo dalle luci di emergenza. Ai miei piedi trovai un cavallino di legno, lo raccolti scrutandolo. Come ci era finito qua? Forse qualche bambino se l'avevo perso. Una risata infantile provenne dal fondo del corridoio buio. Avanzai incerta stringendo il giocattolo tra le mie mani. Avevo il cuore a mille, l'adrenalina era al massimo. Arrivai davanti alla porta 317 stavo per bussare quando una voce mi paralizzò.
-Hai visto il mio cavallino?- mi domandò una voce infantile. Lentamente mi girai verso la figura minuta che attendeva una risposta alle mie spalle. Era un bambino pallido, vestito con abiti vecchi. Mi scrutava curioso. Cercai di non urlare, notando la luce che filtrava attraverso il suo corpo. Era forse un fantasma?
-Ciao... Si... ecco, l'ho trovato vicino all'ascensore... dovrebbe essere tuo...Tieni- balbettai terrorizzata. Il bambino esclamò felice, prendendo delicatamente il giocattolo dalle mie mani. Rabbrividii quando le sue mani sfiorarono le mie.
-Grazie! Se fossi in te non entrerei in quella stanza. C'è una cosa cattiva dentro.- esclamò con la sua vocina indicandomi la porta con il suo ditino. Lanciai una breve occhiata al numero della camera, quando mi voltai per chiedere spiegazioni al bimbo-fantasma, lui era scomparso. Il suono di una vecchia canzone Jazz proveniente dalla camera 317, riecheggiava per tutto il corridoio. Come era possibile che nessun ospite del piano si fosse ancora lamentato del baccano?
Bussai alla porta. La musica si fermò. Una voce mi rispose chiedendomi chi fossi.
-Servizio in camera- balbettai incerta. La porta si aprì con un cigolio. La camera era vuota nella semi oscurità, dei deboli raggi lunari mi permettevano di distinguere le forme della stanza. Provai ad accendere la luce, senza aver successo. -Prevedibile.- mormorai frustrata. Nel bagno si aprì il rubinetto. Singhiozzai impaurita. La televisione si accese. La porta alle mie spalle si chiuse sbattendo. Provai ad aprirla inutilmente. Gridai in cerca di aiuto. La sagoma di un uomo apparve davanti a me, facendomi gridare dalla paura. Corsi in bagno rinchiudendomi dentro ad esso. Sentivo la sua grossa risata attraverso la porta. Respirai a fondo cercando di calmare il respiro. Dovevo trovare un modo per uscire. Chiusi il rubinetto. Passarono minuti che mi parvero interminabili, dove sentivo passeggiare l'uomo oltre la porta. Ad un tratto tutto cessò. Mi asciugai le lacrime. Aspettai qualche attimo e lentamente aprii la porta. Piano piano uscii. Mi avvicinai alla porta principale, una volta aperta corsi nel corridoio. Una forza mi respinse dentro. Caddi contro il comodino rompendo la lampada adagiato sopra di esso che mi provocò dei graffi.
L'essere si manifesto di fronte a me, era un uomo con un vecchio completo elegante, mi sorrise malvagio. Gridai quando si avvicinò annusando i miei capelli.
-Bellissima. Così bella.- mi sussurrò, sentivo il suo alito gelido tra i capelli.
-Lasciami.- balbettai spaventata. Il suo "mai" mi paralizzò. Ritentai la mia fuga, corsi nuovamente verso la porta, ma venni scaraventata nuovamente indietro. Rise di gusto a questa scena. Sentivo il sangue colarmi da una tempia e dal labbro. Mi trovai bloccata al muro, non riuscivo a muovermi. L'uomo davanti a me iniziò a giocare con una lama che aveva tirato fuori dal cappotto. Piangevo a dirotto. Ero disperata, non sapevo più che fare. L'uomo stava per infilare la lama nella mia carne, quando si fermò. Mi prese il viso tra le mani e scrutò attentamente il mio volto sorridendomi malvagio. Un colpo d'arma da fuoco, lo fece svanire . Caddi a terra dolorante, sentendo i pezzi della lampadina trafiggermi la pelle.
Dean si avvicinò a me sorreggendomi. Riapparve l'uomo a pochi passi da noi, provò ad avvicinarsi barcollando. All'improvviso delle fiamme l'avvolsero, gridò dal dolore per poi scomparire sotto i miei occhi terrorizzati.
-E' tutto finito. Sam ha già risolto tutto- Mi sussurrò rassicurante, mi lasciai cullare tra le sue braccia grata che mi avesse salvato la vita.
Cari lettori,
ecco un il capitolo 5, spero che la mia storia vi stia piano piano appassionando.
Mi scuso per gli eventuali errori.
Lasciatemi un voto o un commento, mi piacerebbe sapere il vostro parere.
Cordiali saluti,
yfets_
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I will find you ~Dean Winchester~
ParanormalQuesta storia narra la vita di Keira Knight, ragazza sui venticinque anni, un buon lavoro e un fidanzato premuroso. Che però non idea di cosa il destino abbia serbo per lei. Una serie di eventi le cambieranno la vita. In poco tempo si troverà a comb...