Capitolo 12

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Finalmente avevo finito il mio turno alla reception. Gettai una rapida occhiata all'orologio, ero in orario. Quella mattina avevo mandato un messaggio a mio padre chiedendogli di incontrarci, lui mi aveva dato appuntamento al Continental come la volta precedente. Entrai nell'edificio lanciando una rapida occhiata alla hall, sui divanetti erano sedute delle persone dall'aria minacciosa, infatti non perdettero tempo ad analizzarmi appena varcai la soglia. Dietro al bancone mi attendeva con un sorriso cordiale Gustave.

-Buon pomeriggio, signorina Knight è un piacere rivederla. Suo padre l'attende al bar come la scorsa volta- Mi sorrise da dietro i baffi. Lo ringraziai. Mi incamminai al bar pronta per risolvere tutta questa storia con mio padre. Robert Knight mi attendeva seduto al tavolo con un calice di vino. 

-Ciao, Papà.- sussurrai quando lo raggiunsi, mio padre quando mi vide mi venne incontro abbracciandomi di slancio, ricambiai il gesto stupita.

-Keira. Sono stato così preoccupato per te... Hai ricevuto il libro?- mi guardò preoccupato.

-Sì. Ce l'ho in borsa. Ti volevo chiedere scusa, la scorsa volta ho esagerato, non dovevo reagire in quel modo.-mi scusai imbarazzata, mio padre sorrise.

-Non scusarti, io avrei reagito nel medesimo modo. Avrei dovuto parlartene prima di tutto ciò.- Mio padre abbassò lo sguardo colpevole.

-Papà. Voglio capirne di più di queste cose, ho letto il libro e voglio sapermi difendere da quello che c'è fuori...- affermai. L'uomo di fronte a me, fini in un sorso il vino e si alzo dalla poltroncine.

-Vieni con me. Ti voglio mostrare un cosa.- Mi fece un cenno con la testa di seguirlo. Mi affrettai a stare al suo passo.

Passammo davanti alla reception, dove salutai con un sorriso Gustave, intendo a trafficare con il computer. Sulla sinistra del bancone c'era un breve corridoio con in fondo una porta di legno dall'aria pesante. La prima volta che ero venuta qui, non l'avevo notata. 

Mio padre estrasse da una tasta una chiave d'argento.

-Argento benedetto. Poche creature riescono a toccarla, senza bruciare- Mi spiego mostrandomela. Una volta aperta la porta, delle scale portavano al piano inferiore. Le scendemmo lentamente. 

Lo seguii curiosa, mi condusse in una stanza che sembrava una grande biblioteca, al centro di essa c'era un grosso tavolo con alcuni libri appoggiati, attorno ad esso c'erano anche un divano e dei divanetti dall'aria comoda. 

-Questa è il nostro bunker. Questa stanza è sia la nostra biblioteca che la nostra sala riunioni, bella vero?- Annuii incantata dal numero dei libri, mio padre attraversò la stanza aprendo una porta. Oltre ad essa si nascondeva un'altra stanza ricca di armi e oggetti di ogni genere. 

-Questa invece è la nostra armeria.- mi informo facendomi cenno di accomodarci sui divanetti. Mi guardai attorno curiosa.

-In quanti siete a lavorare in questa base?- domandai incuriosita.

-Siamo io, i fratelli Winchester che conosci già, Gustave e qualche altro cacciatore che ogni tanto passa a farci visita.- mi spiegò. 

-Perchè mi hai dato quel libro?- dissi tirandolo fuori dalla borsa, accarezzando la copertina. Ero sicura che non me l'avesse dato a caso.

-Oltre a darti una bella infarinatura sul mondo sovrannaturale, è un libro molto raro. Ti chiedo di custodirlo e non farlo vedere a nessuno. La nostra famiglia se lo tramanda da generazioni, si dice che abbia la chiave per trovare un'arma in grado di uccidere qualsiasi creatura, i demoni sono secoli che lo cercano, senza risultati. Te l'ho dato, perché sono sicuro che tu riuscirai a tenerlo al sicuro, al Continental non è più al sicuro, alcuni cacciatori temo che siano accecati dal potere, non so più di chi fidarmi. Non l'avrei mai fatto senza essermi assicurato che tu fossi pronta. - mi mise una mano sul ginocchio guardandomi preoccupato. 

-Va bene, lo proteggerò con la mia vita. Quante persone sanno che ce l'ho io?-  mi strinsi il libro al petto.

-Lo sappiamo solo io e i Winchester, di loro puoi fidarti ciecamente.- Mi rassicurò. Abbracciai in cerca di conforto mio padre. Avevo paura, ma allo stesso tempo sapevo che mio padre aveva bisogno di me.

-La mamma? E' da un po' che non la sento, come sta?- cambiai discorso. Lo sguardo di mio padre mutò, da preoccupato si trasformò in triste.

-Ci siamo diciamo presi una pausa... Tua madre non ha mai accettato il mio lavoro e si è arrabbiata, perché qua hanno bisogno di me e sono dovuto partire senza preavviso... Risolveremo tranquilla- cercò di tranquillizzarmi. 

-Mi dispiace, sono sicura che le passerà, da una parte posso comprendere la sua preoccupazione.. proverò a parlarci...- dissi accarezzandogli un braccio in segno di conforto.

La porta si spalancò. Dalle scale scesero i fratelli Winchester spintonandosi giocosamente.

-Secondo me, Chuck Norris vincerebbe contro Rambo, ad occhi chiusi!- esclamò Dean ridacchiando. 

-No, per me è il contrario.- ribatté Sam, entrambi i ragazzi mi guardarono sbalorditi quando mi riconobbero nella stanza. Li salutai con un cenno della mano.

-Keira! Sei venuta per darci una mano?- scherzò Dean dando una pacca sulla spalla a mio padre come segno di saluto.

-Sono passata per salutare, come state ragazzi?- risposi sorridendo. 

-Bene. Robert, hai novità sul caso?- Sam fissò curioso mio padre in attesa di risposte, però lui nego con la testa.

-Ragazzi. Avete notizie sulle attività demoniache vicino al Black Bar?- chiese passandosi una mano tra i capelli, fissa mio padre curiosa. 

-Negativo. Non riusciamo a capire, perché siano concentrate in quella zona, sono quasi quattro mesi che si manifestano, senza motivo- rispose Dean sistemandosi su un divanetto.

Lanciai un rapido sguardo l'orologio, si era fatto tardi dovevo correre al supermercato a far la spesa, questa sera volevo preparare una bella cenetta per Damian. 

-Si è fatto tardi. Papà dovrei andare..- dissi triste, mi dispiaceva andarmene, ma non volevo far troppo tardi.

-Certo ti accompagno fuori.- Mi rispose alzandosi dal divano. Salutai i ragazzi.

-Ah Keira, salutami Damian da parte mia.- mi provocò Dean. 

-Con piacere.- commentai sarcastica, sapendo il loro odio reciproco infondato. Stavo per salire le scale, quando mio padre mi domando:

-Chi è questo Damian?- mi fissò curioso.

-E' un ragazzo che frequento da un po' di tempo, quasi quattro mesi.- mormorai imbarazzata. Dean s'irrigidì e lo vidi cercare con lo sguardo il fratello.

-Un giorno vorrei conoscerlo.- mi rispose mio padre. Lo fissai stupita, mi aspettavo un terzo grado da parte sua, invece di era limitato a questo, forse aveva finalmente capito che, ormai, ero una donna adulta?

Una volta raggiunta la reception salutai mio padre con un altro abbraccio promettendogli che avrei comprato una scorta extra di sale per proteggermi da "ospiti indesiderati" come spiriti cattivi e che l'avrei chiamato nei giorni seguenti.


I will find you ~Dean Winchester~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora