♤Chapter L♤

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Gran Premio di Singapore

20 settembre 2019


Dopo quella chiacchierata che si dimostrò essere per lei molto utile, i due si diressero verso il loro hotel, dove avrebbero incontrato Lando. La giovane indossò una semplice maglia a collo alto e un pantalone, entrambi bianchi, consapevole che il massimo del divertimento dei due fosse andare al bowling. A lei, però, andava bene così. Non amava i luoghi affollati e, poi, a lei interessava unicamente una buona compagnia per essere felice. Su proposta del fratello aveva tentato anche di convincere Max ad andare con loro, ma lui aveva rifiutato affermando che "avesse delle faccende da sbrigare". Quel comportamento le apparve molto strano: l'amico accettava sempre di uscire con lei. Temeva di avergli fatto un torto, ma non le veniva in mente alcuna cosa che avesse potuto ferirlo. Alla fine lasciò perdere, cercando di convincersi che stesse dicendo la verità e che avesse solamente molto da fare. D'altronde perché avrebbe dovuto mentirle? Si truccò, anche se poco come suo solito, e andò verso i due che la stavano attendendo con ansia per poter uscire. Come da lei previsto, si ritrovarono in un bowling in compagnia di alcuni amici dei due. Sebbene si sentisse a disagio, poiché non conosceva nessuno di loro, cercò in tutti i modi di instaurare un minimo di rapporto con quelle persone, nella speranza di non sembrare fuori luogo o strana. Lando le chiese di far parte della sua squadra e lei accettò. Non era una campionessa nel bowling, ma se la cavava e questa sua discreta bravura li portò a vincere la sfida, che si concluse con un abbraccio di gruppo per i vincitori. I tre si divertirono molto e decisero di coronare la serata giocando una partita alla Playstation e mangiando una pizza nell'hotel. Ancora una volta lei si ritrovò ad assentire e ritornarono insieme in albergo, dove la giovane potette finalmente riposarsi dopo una lunga giornata. Indossò una semplice tuta, che le avrebbe funto da pigiama - non era un'amante dei pigiami - e uscì sul balcone. Udì il suono di una chitarra e iniziò a canticchiare una canzone, convinta che chi stesse suonando non l'avrebbe mai potuta sentire. Ma, com'era prevedibile, non fu così. Il ragazzo della stanza accanto si diresse verso la voce e quando notò chi fosse rimase positivamente sorpreso. Anche lei dal canto suo, restò meravigliata alla scoperta del suo "vicino". Era Lewis e non avrebbe mai potuto immaginare che in quel momento fossero vicini di stanza. Arrossì, Beatriz non cantava in pubblico per via della sua timidezza, si vergognava: quella era stata la prima volta che qualcuno sentiva la sua voce. Egli le sorrise.

«Canti molto bene, sai? Eppure non ero a conoscenza di questa tua dote». La guardò sporgendo leggermente il labbro inferiore, fingendo di essere offeso. Inizialmente ella non rispose.

«È una passione che nessuno conosce... Be', conosceva». Gli rivolse un leggero riso. A un tratto un grido proveniente dalla camera di lei, li fece spaventare.

«È per caso in atto una rapina o un tentato omicidio?». Cercò di sdrammatizzare lui, anche se aveva ancora la mano sul petto per il colpo. Ella scoppiò a ridere e gli si scaldò al cuore alla vista della giovane che rideva a causa sua. 

«Mio fratello e Lando stanno giocando alla Playstation, ormai sono abituata a queste grida improvvise». Lewis appoggiò le braccia alla ringhiera e rimase con lo sguardo assorto verso il cielo. Ella studiò ogni tratto del suo profilo, tentando, però, di non farsi notare. L'imbarazzo sarebbe stato troppo per lei. Sebbene fosse buio potette facilmente notare il suo nostril brillare e il suo volto distendersi. Non lo aveva mai visto così: calmo, sereno, oserei dire quasi vulnerabile.
Il suo petto si muoveva seguendo il ritmo del suo respiro ed ella desiderò, in quel momento, trovarsi tra le sue braccia. Era talmente assorta nei suoi pensieri da non rendersi conto del suo cellulare che squillava da ormai tantissimo tempo. Sbuffando, lesse il mittente e si sorprese nel vedere che fosse Max. Rispose immediatamente.

«Ehy Max, dimmi pure». 

«Dal, ti dispiacerebbe uscire dalla camera? Dovrei parlarti». Capendo si trattasse di una questione seria e visto il comportamento strano di quella sera, accettò subito e fu costretta a dover salutare Lewis. Quest'ultimo, nonostante non lo desse a vedere, era rimasto male della sua scelta di andare dall'olandese piuttosto che rimanere con lui. Ben presto, però, comprese che era giusto così e che non vi fosse alcun motivo per essere geloso: loro due non erano nulla, mentre Max era il suo migliore amico. La lasciò così andare, per poi ritornare nella sua camera, dove continuò a suonare. La giovane decise di non cambiarsi, era annoiata al solo pensiero, e uscì subito per andare alla ricerca dell'amico. Per fortuna lo trovò ben presto e sul suo volto potette notare uno sguardo ben poco rassicurante.

«Che succede?».

«Mi dispiace per come mi sono comportato oggi, sono stato un egoista». Scosse la testa sconsolato.

«Non hai fatto nulla, eri impegnato». Sorrise amaro.

«Non ero davvero impegnato, era solo che avevo bisogno di tempo per schiarire la mia mente». Ella lo guardò confusa.

«Dalila ci conosciamo da ormai cinque anni, siamo sempre stati inseparabili e sebbene lo siamo ancora, sento che non lo siamo più come prima. Ti sento distaccata, quasi non vi fosse più alcun legame affettivo tra di noi. Non pretendo che tu ricambi i miei stessi sentimenti, ma ti prego almeno di non abbandonarmi per Lewis, che non ti conosce e non conosci affatto. Quando soffrivi, c'ero io, quando sorridevi, c'ero io, a ogni festa o evento importante, c'ero sempre io. Io potrei renderti felice, ogni giorno, se solo me lo permettessi. È che... È da un po' di tempo che credo di essermi innamorato follemente di te e non riesco a sopportare l'idea di vederti con lui, piuttosto che con me». Iniziò a passeggiare per il corridoio e lei sentì il suo cuore rompersi in mille pezzi. Voleva bene a Max, ma non provava altri sentimenti nei suoi confronti. Il suo pensiero costante era solo e unicamente l'inglese, che aveva assistito all'intera conversazione.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora