♤Chapter LXXIX♤

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《Papà!》 Esclamò la ragazza, andando a sedersi accanto al padre sul divano. Quest'ultimo stava guardando la televisione, facendo zapping, in un gesto quasi automatico, tra i canali. Nulla sembrava soddisfarlo, non trovava nulla di particolarmente interessante. Lewis si voltò a guardare, con un leggero sorriso sulle labbra, sua figlia nei suoi dolci occhi azzurri.
《Dimmi, Bea.》Le rispose e mosse il suo corpo, affinchè fossero uno davanti all'altro.
《C'è una domanda che mi frulla nella testa da molto tempo.》 Si grattò imbarazzata la testa e lui le fece cenno di continuare. 《Perché hai scelto di adottare me e non un'altra ragazza?》Egli le sorrise dolcemente, un sorriso che ormai rivolgeva solamente a lei e che aveva rivolto, a suo tempo, all'unica persona che avesse amato realmente. 《Cos'ho di tanto speciale?》
《Beatriz, tu sei la ragazza più speciale di questo mondo e te l'ho detto mille volte di non sminuirti.》 Ella annuì, abbassando il capo. Lewis glielo alzò e le accarezzò leggermente la guancia. 《È una storia molto lunga, sei sicura di volerla ascoltare?》 Scosse la testa in segno di assenso e l'inglese tirò un sospiro. Si soffermò ad osservare i suoi lunghi capelli castani che le ricadevano sulle spalle in morbidi ricci e le fasciavano il dolce viso mulatto. Iniziò a parlare. 《Diversi anni fa, quando guidavo ancora in Formula 1, ad una ragazza venne la straordinaria idea di iniziare a scrivermi delle brevi lettere che mi avrebbe consegnato quotidianamente durante i week-end di gara. Inizialmente lo trovavo un gioco divertente, mi piaceva che lei mi scrivesse e che fossi il suo pensiero fisso. Poi, piano piano, ho iniziato ad affezionarmi ed ho deciso di intraprendere una sorta di corrispondenza e di rispondere, qualche volta, alle lettere. Trascorsero i mesi, fino a quando non riuscii a convincerla ad incontrarci. Era la sorella di Carlos e la migliore amica di Max, aveva accesso facile al paddock. Può sembrare strano, ma quando la vidi per la prima volta mi innamorai perdutamente di lei. Io, però, ero stato già lasciato ed avevo paura di soffrire, non volevo perdere nuovamente la persona che amavo. Angela, la mia fisioterapista, la conosci, mi ha spronato ed alla fine decisi di provarci. Siamo stati davvero poco tempo insieme, neanche tre mesi forse, che lei si è spenta, la settimana prima di Natale, a causa di un infarto che l'ha colpita. Aveva problemi di cuore, anche lei era un pilota, proprio come me, ma per questa disfunzione dell'organo principale, dovette abbandonare tutto.》 Sospirò. 《Ti starai chiedendo cosa c'entri tu in questa storia, non è così?》Ella annuì. 《Beh, una strana sorte del caso ha voluto che vi chiamaste allo stesso identico modo e che vi assomigliaste davvero molto. Mi ricordi lei e, in un certo senso, mi aiuti ad andare avanti ogni giorno, a non pensare a cosa avrei potuto avere ed invece non ho avuto.》
《Papà, è per questo che non hai mai sposato nessuna?》Egli annuì.
《Non facemmo nessun patto o roba del genere, è stata una mia scelta. Non volevo che nessun'altra donna prendesse il suo posto, lei è stata e sarà sempre la donna più importante della mia vita, dal punto di vista amoroso. Ma adesso ci sei tu e sai che ti voglio un mondo di bene.》 L'avvicinò a sé e l'abbraccio.
《Ti voglio bene anche io, papà.》I due rimasero per un tempo infinito in quella stessa posizione, fino a quando non si resero conto che ormai fosse fin troppo tardi e lei decise di andare a dormire, dopo aver salutato il padre. Lewis, dal canto suo, uscì di casa, per respirare un po' di aria fresca e cercare, così, di trovare un po' di conforto da tutta quella situazione. Erano passati molti anni da quando aveva perso l'amore della sua vita, molti anni da quando aveva lasciato la Formula 1, eppure tutto sembrava essere ancora vivo, ancora presente. Camminò per il giardino, fino a quando non notò, di sfuggita, nella cassetta della posta, una busta. La afferrò e la volse, scorgendo quella scrittura che non vedeva da quasi dieci anni e che, nonostante tutto, ricordava ancora vivamente. Entrò nuovamente nella sua dimora, chiuse la porta e si avviò verso la sua camera. Aprì la busta e vi estrasse da dentro una lettera. Era evidente che fosse molto vecchia, ma non capiva come ci fosse arrivata lì. Iniziò a leggere a voce alta, il contenuto.
《Caro Lewis,
non credevo sarei tornata a scriverti nuovamente attraverso una lettera, soprattutto ora che ho appena scoperto di avere pochi giorni di vita. Se adesso starai leggendo queste mie parole, significherà che sono ormai morta da quasi dieci anni e che sono quasi dieci anni da quando ci incontrammo per la prima volta. Molte cose saranno cambiate, probabilmente avrai una moglie, tanti bei figli ed una vita stupenda. Te lo auguro, lo meriti. Ti starai chiedendo perché io abbia scelto di non fartela leggere subito e di non dirti che fossi malata. Semplicemente perché avresti sofferto di più, visto che non c'è più nulla da poter fare. Ho parlato con il mio medico, ma mi ha detto ciò che, invece, speravo di non sapere: è solo questione di giorni. Ma quanti giorni? Per quanti giorni ancora dovrò mentire a tutti e mentire a te, fingendo che tutto vada bene, quando in realtà il mondo sembra cascarmi addosso? Il peso che sentivo sul cuore, sta piano piano diventando un macigno sempre più insostenibile. Quando feci il trapianto, i medici cercarono di tranquillizzare i miei, affermando che, se l'intervento fosse andato per il meglio, avrei vissuto a lungo. Ma io sapevo che non era così, che non avrei vissuto per più di dieci anni. Conoscevo il mio corpo, sapevo tutto di me. Ed ho avuto ragione, il cuore che era stato trapiantato aveva iniziato già a lavorare male, non batteva più come prima. Ma io ho cercato di non pensarci, di non dargli importanza. Forse perché speravo che fosse tutto un brutto sogno e che ben presto mi sarei risvegliata. Ma Lewis, io non mi sono mai risvegliata da quel sogno, lo vivo continuamente, tutti i giorni e fa sempre più male. Mi domando cosa si provi ad essere sani, ad avere un cuore funzionante, perché io non lo ricordo più. Credevo di aver trovato finalmente la felicità con te, ma a quanto pare io non la merito. Io non merito di essere amata. Non so cosa abbia fatto di male in questa vita o in una possibile vita precedente, per meritare tutta questa sofferenza. Sofferenza che, penso, nel mio egoismo, proverai anche tu quando saprai della mia morte e leggerai questa lettera, che sta diventando quasi un resoconto di guerra. Della mia guerra contro il mio stesso cuore. Io, però, non sono nessuno e so già che perderò, non posso, quindi, far altro se non accettare il mio destino ed aspettare che la morte venga a bussare alla mia porta. Spero lo faccia quando sarò da sola, senza nessuno, anche dopo aver concluso questa lettera. Non voglio più soffrire, Lewis. Questa situazione è insostenibile per me e mi auguro che, quando leggerai questa lettera, tu non prova alcun sentimento di compassione nei miei confronti. Sai che non l'ho mai voluta, mi ha sempre fatto ribrezzo. Probabilmente una volta morta sarò più felice e potrò comunque osservarti da qui su, vegliando sempre su di te. Lewis sai che ti ho amato e che ti amo, e lo farò per sempre e spero che anche tu lo faccia, che tu non ti sia dimenticato di me. È l'unica cosa che chiedo, quella di non essere dimenticata. È così buffo pensare che tutto sia iniziato con una lettera e che si concluda allo stesso identico modo. Avrei voluto trascorrere molto più tempo con te, dirti molte più cose, ultimare la nostra prima vacanza insieme. Io so che morirò prima di Natale, lo sento. Il Natale è una festa così bella e forse morire in questo periodo dell'anno è l'unica cosa positiva della circostanza. Per Natale ti ho fatto un regalo enorme, ma non sono convinta tu l'abbia già aperto, peobabilmente io sarò morta prima di quel giorno.
Forse dovrei continuare a scriverti, ma il mio braccio ha iniziato a far male e non riesco più a tenere salda la mano, quindi è meglio se chiudo qui. Questa non è la conclusione che avrei voluto e non parlo solo della mia lettera. Mi piace pensare che, però, sia come in un libro e che questo sia unicamente il primo libro della serie che parla del nostro amore. Perché neanche la morte mi fermerà dall'amarti.
Sempre tua,
Beatriz.》Lewis si lasciò andare ad un pianto liberatorio, talmente rumoroso da riuscire a svegliare anche la figlia nella camera posta accanto alla sua. Ella si precipitò da lui e lo strinse a sé, senza parlare. Sapeva che, in quei momenti, il padre preferiva rimanere in totale silenzio. Fu questione di pochi minuti, che Lewis si calmò ed il suo respiro tornò regolare. Aveva perso un'ancora, ma adesso ne aveva trovata un'altra, a cui voleva molto bene e che sembrava davvero capirlo. Forse perché aveva sofferto a lungo anche lei.
《Papà, non sei solo, sappi che ci sono sempre io per te e non ti abbandonerò mai.》 Gli sorrise ed egli ricambiò, anche se con un sorriso molto più tirato.
《Lo so, Bea, lo so.》 Le lasciò un bacio sulla tempia e rimasero così, abbracciati, per tutta la notte.

Angolo autrice

Ed anche questa storia è giunta al termine. So che, probabilmente, questo non sia il finale che tutto voi aspettavate, ma penso che sia anche il modo più dolce per poterla concludere. Chiaramente non smetterò di scrivere e tra qualche giorno potrei già pubblicare il capitolo della mia nuova storia.
Un bacio,
~Aury

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora