♤Chapter LVIII♤

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《Com'è vivere nell'ambiente della Formula 1? Hai stretto amicizia con qualche altro pilota, eccetto Max?》La giovane fece una pausa di riflessione per pensare, ma dopo poco rispose.
《Per me che sono un'appassionata è sicuramente meraviglioso, essere a contatto con le vetture è la cosa più emozionante che esista. Chiaramente anche questo ha dei pro e dei contro, ma quando vedi i piloti scendere in pista e gareggiare come se fosse l'ultimo gran premio della loro vita, non puoi non sorridere e non pensare a quanto tu sia fortunato ad essere lì.》
'Anche se, a volte, vorresti tornare ad essere lì non solo come tifoso', pensò. Tirò un sospiro e poi continuò. 《Per quanto riguarda la seconda domanda, sì ho legato con altri piloti, primo fra tutti Lando, il compagno di scuderia di Carlos.》
《Ma non c'è solo lui, giusto?》Continuò Juan, uno dei più cari amici del fratello, ormai anche suo.
《Purtroppo o per fortuna no.》 Il ragazzo le fece cenno di continuare. 《Anche con Lewis Hamilton.》
《È un tipo divertente?》 Ella sorrise.
《Sì, ma anche molto permaloso in realtà, ma mi ci sono abituata.》 Parlarono del più e del meno fino a tarda notte, quando finalmente i due decisero di ritornare a casa, affinchè potessero riposarsi dopo l'estenuante viaggio. Ebbe il desiderio di chiamare Lewis, ma si rese conto che effettivamente fosse troppo tardi per farlo e che tra di loro vi fossero circa otto ore di differenza. Lo avrebbe fatto il giorno seguente.
Si cambiò, indossando così una semplice vestaglia di velluto e si stese sul letto, fissando il soffitto. Non aveva sonno, perciò cercò di respirare profondamente nella speranza di rilassarsi, pensò anche di contare fino all'infinito, ma niente, nulla sembrava funzionare in quel momento. Pensò quindi che potesse leggere o che potesse, in qualunque caso, usare il suo cellulare per trovare un ripiego. Alla fine decise di optare per quest'ultima idea, per poi finire, inevitabilmente, nella pagina della conversazione con Lewis, indecisa se scrivergli o meno. Sapeva stesse dormendo, ma pensò che, comunque, il giorno seguente avrebbe trovato il suo messaggio e le avrebbe risposto. Scrisse diverse volte, per poi cancellare, credendo che le sue parole fossero troppo banali.
‘Così non va, Bea. Cerca di essere originale per una volta' , pensò, per poi scuotere la testa sconfortata.
“Ehy Lew, so che è ancora mattina presto da te, lì a Singapore, ma non riesco proprio a dormire e ho pensato che forse scrivendoti e togliendomi così questo peso che ho nel petto, ce l’avrei fatta.” Inviò senza controllare se vi fossero o meno errori grammaticali o se avesse introdotto qualche termine spagnolo, come spesso le accadeva.  Fece per posare il cellulare, ma subito le giunse risposta dall' inglese.
“In realtà sono sveglio, da me sono le sei e non ho così voglia di dormire, francamente. Anche io ti stavo pensando, in realtà, se ti può essere di conforto.” La giovane sorrise e prontamente gli scrisse, per poi pentirsi di essere stata così avventata.
“Sarebbe banale se ti dicessi che mi manchi?”
“Forse, se non fosse lo stesso anche per me.” Poco dopo le giunse un altro messaggio. “Ti andrebbe se domani facessimo una videochiamata o anche una chiamata classica?”
“Sarebbe perfetto.” La giovane sbadigliò e cercò di tenersi sveglia, ma era fin troppo stanca per riuscirvi. Egli, quasi leggendole nel pensiero, le scrisse che l’avrebbe lasciata riposare e che ne avrebbe approfittato per andare a correre e liberare così la sua mente. Ella lo salutò e poggiò la testa sul cuscino, pensando al giovane inglese fino a quando non si addormentò.
Il giorno seguente Beatriz fu svegliata dal fratello, che stava cercando di avvisarla che il cellulare stesse squillando da ormai tempo immemore.
《Bea, ti stanno chiamando.》 La scosse, ma sembrava ormai caduta in coma e si sarebbe preoccupato, se non avesse appurato che respirasse ancora.  Ad un tratto la giovane aprì gli occhi e gli sembrò una benedizione, tanto che unì le mani a mo' di ringraziamento.
《Che succede?》 Si strofinò gli occhi. 《Perché preghi?》
《Veramente non stavo pregando. Comunque ti hanno chiamato, non so chi, non mi interesso delle tue questioni e non ti avrei svegliato se la tua suoneria non mi avesse perforato i timpani. La prossima volta cerca di mettere una suoneria più sobria, anzichè "I want to break free" dei Queen.》 Beatriz scosse la testa, ormai si era rassegnata al fatto che il fratello avesse dei pessimi gusti musicali, e controllò il suo cellulare, trovando così una chiamata da parte di Lewis. Gettò lo sguardo verso l'orario e vide che era ormai mezzogiorno e saltò in piedi, come presa da una scossa elettrica. A volte Carlos non riusciva proprio a comprenderla: un momento prima sembrava essere morta, il secondo dopo era la ragazza più vispa della terra. Pensò subito di chiamarlo, ma il display illuminato le fece comprendere  che a farlo fosse stato prima lui. Rispose prontamente e ad accoglierla vi fu la voce roca dell'inglese, il quale, sebbene fosse ormai sera, sembrava si fosse appena svegliato.
《Perdona se ti ho telefonato senza preavviso, ma non ce la facevo più a non sentire la tua voce.》 Ella sorrise.
《Non ti preoccupare, sappi che puoi chiamarmi quando vuoi, ti risponderò sempre. Beh, se a svegliarmi c'è mio fratello.》 Rise e l'inglese la seguì.  《Cosa fai in questo momento?》
《Sono appena tornato dalla palestra, mi sono allenato per la gara di questo fine settimana.》 Sospirò leggermente. 《Tu, invece?》
《Mi sono appena svegliata in realtà e dormire così tanto non è da me. Ieri ho fatto tardi ed ho avuto difficoltà nel dormire.》
《Sei uscita?》 Chiese Lewis improvvisamente curioso.
《Sì, con Carlos ed i suoi amici, che sono anche i miei ormai.》 La giovane iniziò a girovagare per la stanza, approfittando della chiamata per sistemarla.  《Anche se preferirei di gran lunga essere lì con te.》 L'inglese iniziò a sorridere e continuò a parlarle, fino a quando da lui non si fece troppo tardi e dovette andare a letto, sebbene contro la sua volontà. I due si salutarono ed una volta conclusa la chiamata, andò a farsi una doccia ed una volta vestita, decise di uscire per liberare la mente. Il fratello era già uscito, ma a ciò era abituata e da un lato era un fattore positivo, perché non avrebbe dovuto rispondere alle sue domande insistenti.  Camminò a lungo fino a quando non si fermò davanti uno dei parchi della sua infanzia e vi entrò, per poi andare a sedersi su una panchina. Ad un tratto, però una voce la fece voltare.
《Beatriz?》 Lo guardò e spalancò gli occhi sorpresa.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora