♤Chapter LXII♤

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《Come mai sei vestita così elegante?》 Chiese Carlos a sua sorella, quando ella si diresse nel salone per poter uscire insieme. Beatriz chinò il capo per notare il suo vestiario, che consisteva in un pantalone rosa antico di raso e la sua camicia bianca preferita, e poi scosse le spalle.
《Ho deciso di ascoltare te e Lewis e di andare dalla Fia a dare la mia disponibilità come psicologa. Saranno poi loro a chiamarmi nel caso in cui in una scuderia vi fosse necessità.》
《Perché non ti dirigi direttamente in una di queste e fai domanda, il lavoro dovresti ottenerlo più facilmente.》
《Forse hai ragione, non ci avevo pensato. Grazie dell'idea!》 Le diede una leggera pacca sulla spalla, per poi aprire la porta ed uscire entrambi, non senza averle dato la precedenza.《Come sto?》 Chiese dopo un po', per poi aggiustarsi leggermente i capelli, che aveva deciso di lasciare lisci.
《Sei bellissima.》 Le rivolse un sorriso ed insieme si incamminarono verso la pista, che non distava molto dal loro albergo. Nel loro tragitto non incontrarono nessuno dei piloti e di ciò si meravigliarono, ma controllando poi l'orario sul cellulare, si resero conto di essere in anticipo.
《Non capisco perché tu debba venire qui il giovedì, anche quando non hai alcuna intervista.》 Parlò lei e si voltò a guardarlo.
《È un giorno in più per allenarci e per controllare la vettura, non è una giornata del tutto inutile.》 Ella annuì. Dopo poco giunsero nel paddock ed i due si divisero, promettendo di incontrarsi davanti al box McLaren. La giovane camminò a lungo, fino a quando non vide il color rosso ergersi davanti ai suoi occhi. "Mi ammazzeranno, entrambi." Pensò prima di entrarvi e cercare con gli occhi il Team Principal, Mattia Binotto. Quando lo trovò, gli si avvicinò.
《Buongiorno, posso esserle d'aiuto?》 Ella annuì e proferì parola.
《Salve, volevo fare domanda come psicologa. Francamente non so come funzioni qui, immagino che io debba chiedere a lei. Ho saputo che ne stavate cercando una.》
《Sì, è proprio così. Credo che uno psicologo per i miei due piloti non sarebbe poi così male, immagino abbia notato i problemi che vi sono all'interno della scuderia.》 Rise ed iniziò a rilassarsi. 《Ha mai avuto esperienze lavorative precedenti?》
《Piccoli incarichi, ho svolto anche del tirocinio, ma questa sarebbe la mia prima vera esperienza.》 Annuì.
《Perché proprio nella scuderia Ferrari? Se non sbaglio lei è la sorella di Carlos Sainz.》
《È così. Ho avuto rapporti con Michael, ero molto affezionata a lui ed anche lui a me, da allora è come se mi sentissi in debito verso questa scuderia, è per questo motivo che è stata la mia prima scelta.》
《Come vi conoscevate?》 Ella cercò di rimanere il più tranquilla possibile, ma Mattia potette comunque notare il suo nervosismo. 《Se non vuoi parlarne, fa nulla.》
《No, va tutto bene. È solo un capitolo della mia vita alquanto doloroso.》Sospirò e poi continuò. 《Ero pilota anche io da piccola. Una volta venne ad una delle mie gare, era in Germania, mio padre voleva che facessi carriera. Mi vide e subito disse ai miei che sarei diventata una campionessa, che sarei stata fortissima. Assistette ad altre mie gare, venne anche nell'ospedale quando subì il mio intervento e mi rimase accanto fino a quando...》 Non continuò, sia perché non ne era capace, sia perché aveva ormai iniziato a piangere.
《Mi dispiace, davvero.》 Sorrise tristemente.
《Non si preoccupi.》 Alzò la testa e cercò di darsi una sistemata.
《Allora le farò sapere, la ringrazio.》 Ella uscì ed andò in tutti i box, perfino nella Mercedes, dove chiese di diventare la psicologa di Valtteri. Non avrebbe potuto farla di Lewis, nessuno dei due avrebbe contribuito, poiché coinvolti emotivamente.
Una volta fatto il giro dell'intero paddock e di tutte le scuderie, fu finalmente libera di tornare dal fratello, ma durante il tragitto fu bloccata da Lewis che le correva incontro.
《Ehy.》 Disse lei, quando l'inglese le si pose davanti.
《Ehy.》 Continuò lui. 《Ti ho visto uscire dal box Mercedes.》
《Sì, ho seguito il tuo consiglio: ho fatto domanda in tutte le scuderie per essere assunta come psicologa. Poi sceglierò, anche se una vaga idea l'avrei.》 Il ragazzo, curioso, cercò di saperne di più. Beatriz, sebbene non avesse ancora intenzione di rivelarglielo, si vide costretta a farlo.
《La Ferrari.》 Egli la guardò sorpreso, ma mantenne ugualmente la sua postura composta.
《E perché?》 Fece spallucce, non aveva intenzione di raccontare, per l'ennesima volta, la storia della sua vita e soprattutto non voleva che Lewis la guardasse in modo diverso, con compassione.
《Io sono appassionata di Motorsport, giusto che voglia conoscere tutti gli ambienti.》 Mentì e l'inglese si trovò ad annuire, anche se poco convinto.
《Dove sei diretta?》 Domandò lui.
《Da mio fratello, gli avevo promesso di incontrarci davanti il box McLaren.》 Egli si propose di accompagnarla e lei accettò, le faceva piacere la sua compagnia. Chiacchierarono per tutto il tratto di strada e lo fecero anche quando furono giunti, senza rendersi conto che Carlos fosse lì da almeno dieci minuti, in attesa che loro due terminassero la loro conversazione. Quando notarono la sua presenza, imbarazzati, si salutarono, non senza scambiarsi un leggero bacio a stampo, che diede fastidio al giovane Sainz.
《Devo ancora abituarmi all'idea che tu non sia più solo mia, sorellina.》 Ella rise e lo abbracciò.
《Immagino ci impiegherai un po' di tempo.》 Egli annuì e ricambiò il suo gesto. Avevano entrambi terminato con il lavoro, quindi pensarono di andare in un posto tranquillo in cui impiegare il resto del pomeriggio.
《Che ne dici se andassimo un po' al mare? Per rilassarci.》 Propose lui e Beatriz accettò, amava quell'idea e poi, cosa più importante, aveva voglia di trascorrere un po' di tempo con il fratello.
Si diressero, così, verso la vettura di Carlos e quando furono saliti, si scambiarono un sorriso di intesa e partirono.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora