♤Chapter LIV♤

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《Cosa dovrei indossare secondo te?》 Chiedeva la giovane al povero Max, che di moda non comprendeva assolutamente nulla.
《Non lo so, una maglia Redbull ed un pantalone possono andare?》Lei alzò le spalle e per una volta decise di accettare il consiglio del migliore amico, che finalmente si sentì libero.
《Dovresti trovarti un'amica, almeno potresti fare shopping e prendere decisioni sull'abbigliamento, senza interpellarmi.》
《Come se non ti piacesse. 》 La guardò divertito, sapeva che la sua amica avesse ragione, ma non gliel'avrebbe mai data vinta.
《Veramente sei una noia mortale.》 Gli fece la linguaccia e si spostò nel bagno, dove iniziò a cambiarsi. Non ci impiegò molto e ben presto i due furono fuori dall'hotel. Non incontrarono nessuno e pensarono che fosse presto, ma quando videro l'orario sul cellulare sbiancarono. Sarebbero dovuti già essere al paddock ed invece avevano ritardato. Furono costretti a prendere la macchina, per evitare di essere ripresi da Horner. Giunsero insieme ed il percorso fino al box lo fecero uno accanto all'altro e ciò attirò l'attenzione di Lewis, che stava facendo la stessa strada. Quando si fermarono, un Christian Horner furioso li attendeva, perché potesse rimproverare Max. Quest'ultimo subito si scusò e la giovane cercò in tutti i modi di addolcirlo, riuscendoci. Lo conosceva da ormai abbastanza tempo da sapere come persuaderlo.
《Cosa faresti senza di me?》 Gli chiese Beatriz guardandolo maliziosa.
《Sicuramente non ritardo.》 Gli fece un gesto con la mano, come ad allontanare le sue parole ed uscì dal box, per prendere una boccata d'aria fresca. Abbassò gli occhi e vide un piccolo bigliettino, sul quale vi era scritto: "Incontriamoci davanti il box Mercedes, devo parlarti."
Riconobbe repentinamente la scrittura e sorrise dolcemente, per poi rientrare ed andare alla ricerca di Max, che si stava allenando. Ella rimase a guardarlo, senza proferire parola, pensando a quanto la sua vita, nel giro di pochi mesi, fosse cambiata in meglio. L'amico era talmente assorto nei suoi pensieri, da non accorgersi della sua presenza.
《Sei pronto per stasera?》 Balzò per lo spavento e la guardò, scrollando le spalle.
《Sono nato pronto.》 Lei rise e gli si avvicinò.
《Ci vediamo tra un po', ho un servizio da dover svolgere.》
《Spero sia comprarmi una bella vaschetta di gelato, sai che lo adoro.》
《Purtroppo lo so.》 Lo salutò con un gesto della mano e si avviò verso il box Mercedes, dove sperava di trovare l'inglese e di non aver fatto presto. Ben presto notò una sagoma camminare nervosamente avanti ed indietro, con i suoi soliti occhiali da sole. Non potette far altro se non sorridere a quella vista. Si fermò non troppo distante da lui, attendendo che le rivolgesse uno sguardo. Egli alzò gli occhi e, finalmente, la vide davanti a sé e tirò un sospiro. Era in ansia e non per la gara.
Fu lei a rompere il ghiaccio, siccome lui non smetteva di osservarla senza proferire parola.
《Ehy, mi volevi?》 Solo dopo aver formulato quella frase, si rese conto del doppio senso ed arrossì, facendo così ridacchiare l'inglese.
《Sì, avevo bisogno di parlarti.》 Annuì ed attese che egli le riferisse ciò che aveva da dirle. 《Non riesco a capire cosa io provi per te.》 Beatriz lo guardò confusa ed inclinò leggermente la testa, per fargli segno di continuare. 《Mi trovo bene con te, mi fai sentire vivo, ma quando vedo te vedo lei.》 La giovane non comprese cosa intendesse con quel "lei", anzi non comprese il suo intero discorso. Egli sorrise leggermente e riformulò il suo pensiero, rendendolo questa volta più chiaro.
《Tu mi piaci Dal.》 Arrossì al soprannome. 《Ma ho paura di soffrire.》
《Perché pensi che potrei farti soffrire?》Ella si sentì offesa tanto da volersene andare, ma egli la fermò.
《So che non mi faresti tu del male, il problema sono io.》 Sospirò, per poi continuare. 《Mi affeziono troppo alle persone e finisco quasi sempre per essere ferito. È il mio più grande difetto.》
《Io non lo reputo un difetto, semplicemente non hai mai trovato qualcuno che ci tenga a te realmente.》 Rimase in silenzio qualche secondo, per poi riprendere ed indicarsi. 《Fino ad ora.》 Prima che egli proferisse parola, continuò. 《Non ti chiedo nulla Lewis, non voglio nulla da te, ma permettimi di starti accanto. È davvero l'unica cosa che voglio, anche come amica. Anche se dovessi vederti accanto ad un'altra, sapendo di soffrire terribilmente, anche se non riesci a darmi lo stesso affetto che provo io per te, permettimelo.》 Egli sorrise e si avvicinò a lei lentamente, guardandola apprensivo. Non voleva averla solo come amica, sentiva di provare qualcosa in più della semplice amicizia. Forse attrazione, forse curiosità, non riusciva ancora a comprenderlo a pieno.
Pose due dita sotto il mento della ragazza e la osservò, ammirando ogni tratto del suo volto. Quest'ultima avvampò, soprattutto quando l'inglese iniziò ad accarezzarle le gote, facendolo così sorridere.
《Tu non mi sei indifferente Dal.》 Accostò i loro visi e fece sfiorare, per la seconda volta, le loro labbra, dando vita, questa volta, ad un bacio passionale, che lasciò senza fiato la giovane.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora