♤Chapter LXIII♤

745 32 4
                                    

《Alla fine com'è andata?》 Chiese ad un tratto Carlos, quando i due giunsero alla spiaggia. Beatriz si sedette sulla sabbia ed attese che il fratello facesse come lei.
《È andata bene, credo. Attendo solamente una risposta.》 Egli annuì.
《Immagino, però, tu abbia una preferenza e posso immaginare per quale scuderia.》 Ella sorrise e scosse la testa, la conosceva veramente bene.
《Il passato ha influito molto, dovevo cercare di onorarlo in qualche modo.》 Si tolse le scarpe e si avvicinò all'acqua, bagnandosi così i piedi.
《Ci teneva molto a te, così come teneva a Sebastian.》Lo guardò. Vettel lo aveva incontrato molte volte quando guidava, erano perfino migliori amici, ma dubitava si ricordasse ancora di lei. Il fratello quasi leggendole nel pensiero, continuò. 《Sono convinto che di te si ricordi, eravate molto legati.》
《Sono trascorsi diversi anni, siamo cambiati.》Carlos si avvicinò a lei ed anche lui si tolse le scarpe.
《Avevate lo stesso protettore, in un certo senso.》
《Lui è campione del mondo, io sono solo la psicologa malata. Capisci?》 Sembrò quasi di essere sul punto di un crollo emotivo. 《Quella doveva essere la mia vita, la Ferrari la mia casa. Avevo lottato a lungo, era il mio unico sogno Carlos. Non sai quanto faccia male vedere la tua vita in terza persona, perché non ne sei padrone.》 Iniziò ad agitare le braccia ed il fratello cercò di calmarla, abbracciandola. Dopo un po' di titubanza, ricambiò e rimasero in silenzio a lungo. Ad interromperli fu una chiamata, sul cellulare di lei. Sorpresa lo prese in mano e controllò il mittente. Il numero era sconosciuto. Con un'espressione accigliata sul volto, rispose e Carlos rimase ad osservarla in ansia.
《Pronto?》 Parlò lei e quando sentì la voce di Mattia Binotto giungere alle sue orecchie, si rizzò di colpo, quasi lo avesse di fronte.
《Perdonami per l'orario Beatriz, riconosco che sia ormai tardi, ma volevo darti questa notizia subito. Ho parlato con i miei piloti riguardo la tua richiesta ed uno di loro due si è dimostrato interessato e quindi ho pensato di assumerti. 》 Spalancò gli occhi e quasi smise di respirare.
《Davvero? La ringrazio infinitamente. Quando dovrei iniziare e soprattutto con chi?》Era eccitata e cercava di trattenerlo il più possibile, ma non ne era capace.
《Ad averla pretesa è stato Sebastian. Credo che domani possa esserci la prima seduta, anche solo per conoscervi. Poi vi metterete d'accordo tra di voi.》 Ella annuì, poi si rese conto che non l'avrebbe vista e quindi si affrettò a rispondergli.
《Va benissimo, allora a domani. Grazie ancora di questa opportunità.》 Si salutarono e subito Carlos le chiese informazioni. Ella gli raccontò tutti ed il fratello fece un'espressione strana come a simboleggiare che aveva avuto ragione.
Avrebbe voluto chiamare Lewis per dargli la notizia, ma poi pensò che probabilmente l'avrebbe disturbato e che l'avrebbe fatto il giorno seguente. Rendendosi conto che si fosse ormai fatto buio, i due tornarono in albergo e si sorpresero di trovare l'inglese davanti la porta della loro stanza. Inizialmente pensarono fosse una casualità, ma quando questi si avvicinò a Beatriz compresero che vi fosse un motivo. Carlos li lasciò da soli e la giovane gli rivolse un dolce sguardo, affinchè parlasse.
《In realtà ero venuto solo per vederti.》Ella alzò un sopracciglio, non del tutto convinta delle sue parole. Appoggiò una mano sul suo petto e scosse la testa, sorridendo maliziosa.
《Sono psicologa, sappi che non ti credo.》Egli rise, anche se per un breve periodo, per poi riprendere un'espressione seria.
《Stavo parlando con Sebastian prima.》"L'inizio non mi piace." Pensò la giovane, ma cercò di risultare il più calma possibile. Sperò che il tedesco non avesse menzionato la sua passione. 《E mi ha detto che ha assunto una nuova psicologa. Io ho collegato gli eventi ed ho pensato che potessi essere tu.》 Ella annuì.
《È così, ho avuto la notizia poco tempo fa.》 Lewis sorrise leggermente, era comunque preoccupato. Temeva di poterla perdere.
《Sono felice per te.》 Anche quella volta, però, Beatriz comprese il suo nervosismo e cercò di tranquillizzarlo.
《Sappi che mi interessi solo tu, questo è solo un lavoro.》 L'inglese le si avvicinò ed iniziò ad accarezzarle il viso con i pollici.
《Se qualcuno ci disturba anche questa volta, potrebbe finire male.》 Le sussurrò all'orecchio ed ella rise, contagiando anche lui. 《Ho già detto che sei bellissima?》 Arrossì e lo fece ancor di più quando lo vide avvicinarsi pericolosamente. Iniziò a trattenere il fiato, aspettandosi che la baciasse sulle labbra,invece ottenne solamente un bacio sulla guancia. E subito dopo sulla fronte. E sul naso. Ella immaginò di aver assunto un'espressione imbronciata, perché egli rise di gusto e la guardò teneramente. Beatriz, sorprendendo persino se stessa, accostò le sue labbra a quelle del ragazzo e dopo aver sorriso, le fece scontrare, dando così origine ad un bacio tanto passionale, quanto desiderato. Egli la prese in braccio e si voltò, affinchè la schiena di lei toccasse il muro.
《Qualcuno potrebbe vederci.》Riferì lei tra un bacio ed un altro.
《Dubito mi interessi in questo momento.》 Ella sorrise e lasciò che continuasse. Strinse ancor più la stretta sui suoi fianchi e la giovane si avvicinò maggiormente a lui. Ad un tratto, però, lui si allontanò e la fece ritornare a terra, lasciandola confusa. Egli scosse la testa, come per tranquillizzarla. 《Non voglio ti faccia una cattiva idea su di me.》 Continuò a non capire. 《Tu mi piaci Dal, non sto con te solo per mio soddisfacimento.  Voglio farti comprendere che per me il rapporto carnale non è fondamentale.》 Ella, per la seconda volta in pochi minuti, sorrise e lo baciò, per poi salutarlo con un gesto della mano e tornare nella sua camera.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora