♤Chapter LXXIV♤

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Era arrivato l'ultimo Gran Premio, quello di Abu Dhabi. Beatriz, che era dovuta partire prima dalla Spagna per dirigersi in Svizzera, sotto richiesta di Sebastian, adesso si trovava con lui nei box a discutere. 
《Io non sono convinto di voler continuare a vivere così.》 Sentenziò ad un tratto il tedesco, cogliendola di sorpresa. 《Sento di non essere più compreso, sono ormai diventato a tutti gli effetti un secondo pilota ed anche se mi proponessero il contratto, non avrei mai più la posizione di prima guida.》Sbuffò. 《Loro non sono soddisfatti di me e del mio lavoro ed io, dal canto mio, sento di essere cambiato, interiormente ed esteriormente. Quando mi guardo allo specchio, non mi riconosco. I miei occhi non sono più accessi come prima, sembro impassibile a qualsiasi cosa mi sia intorno. Anche domenica, se sbagliassero strategia, non me ne importerebbe. Lo so, è una cosa orrenda da dire, ma credo che questo non sia più il mio posto. Il mio tempo qui è finito, dall'anno scorso dopo il mio incidente ad Hockenheim. Ho dato tutto, ma alla Ferrari ed ai tifosi non è bastato. Non mi sento compreso e loro non sono soddisfatti di me perché non li ho portati a vincere il mondiale. Io ci ho provato, Beatriz, e non ci sono riuscito.》Si passò una mano tra i capelli. 《Non so che fare, se continuare e sperare di portarli alla vittoria oppure abbandonare e sperare di trovare una scuderia disposta a prendermi. Io credo di poter ancora vincere, credo di esserne ancora capace, ma se non ritrovo la pace e la serenità non vi riuscirò. Riesci a comprendermi?》Si voltò a guardarla, in attesa di una sua risposta.
《Sebastian, ti capisco e vorrei tanto aiutarti, ma la scelta non è la mia. Potrei dirti di abbandonare e potrebbe essere la decisione migliore, come la peggiore ed anche nel caso in cui ti dicessi di rimanere, potrebbe accadere la stessa identica cosa. Tu sei un uomo, adesso, sai cosa provi quando entri in questo box ed inizi a guidare quella monoposto e tu stesso mi hai appena ammesso di trovarti meglio alla Red Bull. E so quanto i due ambienti siano diversi, Seb, ma devi anche capire che scuderie pronte a trattarti allo stesso modo non sono molte. Non perché non ti stimino e non comprendano il tuo vero valore, ma perché tu sei cresciuto nella Red Bull ed il vostro rapporto era differente. La Ferrari ha cercato di emularli, ma non vi è riuscita. E, purtroppo, non credo che attualmente la scuderia austriaca sia pronta a sottrarsi o di Max o di Alex, puntano sul futuro esattamente come la Ferrari.》 Egli annuì alle sue parole. 《Rimane solo un altro big team, ma sei sicuro di volerlo prendere in considerazione?》
《La Mercedes non è la Ferrari.》Rispose semplicemente lui.
《Esatto Seb. La Mercedes non è la Ferrari e non è la Red Bull. Lo so che lì ti apprezzerebbero, non solo perché sei un quattro volte campione del mondo, ma anche perché sei tedesco ed a loro far suonare due volte l'inno tedesco intriga. Ma tu credi che potrebbe renderti felice?》Rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. 《Devi riflettere su questo aspetto, principalmente. Io posso anche aiutarti a prendere questa decisione difficile, ma spetterebbe comunque  a te la sentenza finale. E poi perché non aspetti l'inizio della prossima stagione per discuterne con Mattia, capire anche quale sia il tuo approccio con la monoposto e con i meccanici ed il tuo compagno di scuderia? Alla fine è il tuo ultimo anno, in qualunque caso, e dovresti poter lottare serenamente per il Mondiale, senza rancori o rabbia nei confronti della tua scuderia. Io sono convinta tu non voglia fare il replay della stagione 2014 o mi sbaglio?》Scosse la testa in diniego. 《Ed allora fa' come ti ho detto, valuta tutte le opzioni e poi scegli. O la va o la spacca, ma, nel caso in cui dovesse ritorcersi su di te, almeno non avresti i rimorsi di aver preso una decisione troppo avventata e di non averci ragionato attentamente.》
《Sebastian, è il tuo momento, devi scendere in pista.》Entrò Mattia nello stanzino, per poterlo chiamare. Gli sorrisi ed alzai il pollice.
《Fidati.》Aggiunse lei, per poi salutarlo ed uscire dai box, per dirigersi in quello della Red Bull. Lì avrebbe assistito a tutte le prove libere. 

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《Sono state delle sessioni orrende, credevo di poter fare meglio.》Si lamentò Max, mentre camminavano per il paddock. Le passò il caffè che aveva in mano e continuò a parlare. 《Spero che l'anno prossimo mi diano una vettura più competitiva di questa, altrimenti non riuscirò mai a vincere il mondiale.》
《Dai pensa che sei arrivato terza nella classifica dei piloti, è un grande passo avanti!》Disse lei, dopo aver sorseggiato il suo caffè.
《Certo, sono contento, ma chiaramente il terzo posto non è ciò a cui aspiro. E neanche il secondo.》Sbuffò.
《Ci vogliono tempo e dedizione Maxie, vedrai che i successi arriveranno.》 Scosse le spalle.
《Spero sia così, ormai sono cinque anni che sono in Formula 1.》 Gli diede una pacca sulle spalle, con l'intento di rassicurarlo. Facendo quel gesto, però, sentì un dolore proveniente dal petto. Si strinse in se stessa in un gesto talmente improvviso da far preoccupare il suo migliore amico.
《Bea, cos'hai?》 Le domandò allarmata. "Vorrei potertelo dire", pensò lei.
《Niente, sai i crampi...》 Non concluse e Max annuì, anche se non molto convinto.
《Ti porto in albergo?》 Ella annuì.
《Preferirei, grazie.》 Salirono in macchina ed il dolore non se ne andò. Beatriz sapeva esattamente cosa stesse accadendo, ma non poteva farvi nulla ed allarmare i suoi cari non avrebbe fatto altro se non farli soffrire maggiormente. Non le rimaneva che far agire il fato.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora