♤Chapter LXI♤

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Il giorno seguente arrivò e Beatriz dovette preparare il più in fretta possibile le valigie, perché ben presto sarebbero partiti. Non era solita portare con sé abiti eleganti, ma si ricordò che il 30 sarebbe stato il suo compleanno e quello di Max e che avrebbero festeggiato insieme, come ogni anno. Invitavano sempre quelli delle due scuderie ed anche Kimi, il quale approfittava delle feste per poter bere. A lei, però, stava simpatico e quindi non riscontrava alcun problema in ciò. Fu pronta in breve tempo e così i due partirono per l'aeroporto, in ansia per il Gran Premio che stava per giungere.
《A volte ti manca?》 Le domandò lui, senza però specificare di cosa stesse parlando, sapeva che lei avrebbe capito e così fu.
《Sì, era la mia vita ed il fatto che mi sia stato sottratto ha eliminato una parte di me. Sorvolare e continuare a vivere come se nulla fosse accaduto, è davvero difficile.》 Annuì e la guardò tristemente, da un lato poteva capirla.
《Hai mai pensato di riprovarci?》
《Sì, ma ho troppa paura, non so come il mio corpo potrebbe reagire a quell'adrenalina.》
《Gliene hai mai parlato?》 Scosse la testa in negativo.
《Non voglio la sua compassione, ma, soprattutto, non vi è stato un pretesto per accennarglielo.》
《Cosa hai provato prima dell'intervento?》 Ella sorrise debolmente.
《Paura, non ne avevo mai provata prima. D'altronde chi fa quello sport non ha paura delle conseguenze. Temevo di morire, non mi sentivo pronta e soprattutto non volevo arrecare sofferenze a voi, a te.》 Sospirò e continuò a parlare. 《È vero che la nostra differenza di età è di soli due anni, ma per me eri ancora troppo piccolo per poter subire il trauma della mia morte, eravamo molto affezionati.》
《E lo siamo ancora.》 Ella annuì.
《Per me è difficile parlarne, ancor di più pensarlo. È un capitolo della mia vita che vorrei tanto dimenticare.》
《Ma ti ha formata.》
《Sì, chiaramente se avessi continuato probabilmente non mi sarei mai laureata.》
《E probabilmente saresti campione del mondo.》 Aggiunse lui.
《Dubito ne avessi mai avute le capacità.》
《Eri la prediletta, Bea. Sai perché io faccio il pilota e non è solo per passione.》 Fece una pausa di riflessione. 《È per dare a te la soddisfazione di vivere comunque in quell'ambiente, quello a cui ambivi.》
《E ti ringrazio di ciò.》
《Tu avresti vinto mondiali su mondiali, perché eri una dei piloti più forti in circolazione e non dirmi che non lo sapevi. Non dirmi che quando ti videro Fernando e Michael prima di lui, non ti abbiano riferito le stesse identiche cose. Tu eri forte, determinata, ambiziosa, ancora oggi posso vedere quella stessa ragazza, quando guidi una semplice vettura. 》
《È per questo che non lo faccio Carlos, che non guido mai.》 Scosse la testa sconsolata. 《Neanche Max mi ha mai visto farlo.》
《Dovresti parlarne con Lewis, non è detto che abbia pietà di te.》
《Ce l'hanno tutti.》
《Sai che suo fratello è malato e che non potrebbe mai essere così.》
《Cercherò di trovare il pretesto e glielo racconterò.》 Carlos le sorrise e la strinse a sé con un braccio.
Appoggiò la sua testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, addormentandosi.
Dall'altro lato Lewis aveva davanti a sé un viaggio di più di sedici ore e per fortuna ad accompagnarlo vi era la compagna di una vita, Angela.
《Speriamo di arrivare prima del previsto, non credo riuscirò a sopportare tutte queste ore.》 La donna sbuffò in modo teatrale ed egli rise alla sua frase.
《Le facciamo ogni anno.》 Ella scosse le spalle e lo guardò. 《Ed ogni anno ti lamenti.》
《Vero.》 Continuò. 《Come va con Beatriz?》
《Tutto bene, ci siamo messi insieme... Credo.》 Alzò un sopracciglio confusa. 《Le ho chiesto se avesse intenzione di darci una possibilità, ha accettato, ma non vi è stato nulla di ufficiale... Ecco.》 Si grattò imbarazzato la nuca e lei annuì.
《Poco importa, è vero che dal vivo vi conoscete da davvero pochissimo tempo, ma io credo che tra di voi vi sia un sentimento molto forte, lo percepisco ogni volta che ti vedo, Lewis. Sei completamente pazzo di lei.》
《Mi fa uno strano effetto, non riesco mai a capire perfettamente i miei sentimenti quando sono con lei.》Sospirò. 《È come se fosse la mia benedizione e contemporaneamente la mia maledizione. Non riesco a fare a meno di lei, ciò non mi è mai accaduto.》
《Lewis, è amore. Sono contenta tu abbia seguito il mio consiglio.》
《Ed io ti ringrazio di avermelo dato.》Trascorsero le restanti ore a parlare, leggere, ascoltare musica ed anche a dormire.
Beatriz, invece, aveva meno chilometri da percorrere e dopo sole nove ore si ritrovò nel loro hotel a Soči, in cui trovò Max che l'attendeva. I due si abbracciarono e dopo aver conversato per un po', stabilirono di proseguire la serata nella camera di lei, poiché sapeva che il fratello sarebbe tornato tardi. Scelsero, come consuetudine, il film, rigorosamente d'azione, e lo fecero partire, anche se nessuno dei due riuscì a seguirlo attentamente. Ella continuava a pensare a ciò che le aveva detto il fratello e sentiva la necessità di svelare la sua vita precedente a Max, ma non aveva il coraggio di farlo, mentre il giovane pensava quanto fosse stato stupido nel farsela sfuggire. Beatriz era sul punto di parlare, quando bussarono alla porta. Non aveva idea di chi potesse essere, controllò l'orario e si rese conto che si era ormai fatta mezzanotte e che, ben presto, i due si sarebbero dovuti dividere. Andò ad aprire la porta e quando lo fece, davanti ai suoi occhi apparve Lewis, con due profonde occhiaie ed i capelli leggermente disordinati. Sorrise ed immaginò fosse molto stanco per il viaggio. Pensò di farlo accomodare, ma poi si ricordò di Max nella stanza e preferì non turbare entrambi.
《Dovresti andare a dormire, sai?》 Gli accarezzò leggermente il viso e gli sorrise dolcemente.
《Volevo vederti.》 Si avvicinò a lei e fece sfiorare le loro fronti. Ella non parlò, si limitò ad osservarlo negli occhi, per un tempo che parve infinito, fino a quando a disturbarli non fu il suo migliore amico, che l'aveva ormai data per dispersa. Quando li vide insieme, però, sbiancò e cercò di andare via dalla sua camera, ma Beatriz glielo impedì.
《Max, per favore, evita di comportarti da bambino, non c'è bisogno che fuggi, stavamo solo guardando un film.》 Potette giurare di averlo sentito pronunciare un "Non è quello il problema", ma fece finta di nulla.
《Devo comunque andare, si è fatto tardi... Decisamente troppo. A domani.》 Bofonchiò qualcosa di incomprensibile e se ne andò, dopo averle lasciato un leggero bacio sulla guancia ed aver così ottenuto un'occhiata di sbieco da parte dell'inglese.
《Perdonalo, a volte è permaloso.》 Egli alzò un sopracciglio, come a sottolineare che non lo fosse unicamente a volte. Si avvicinò nuovamente a lei, per riprendere ciò che aveva iniziato, ma neanche quella volta riuscì a portarla a termine. A disturbarli fu Carlos, il fratello, che era tornato prima dall'uscita. A quel punto i due furono costretti a salutarsi, promettendo di incontrarsi il giorno successivo.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora