♤Chapter LX♤

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La giornata trascorse tranquillamente e ben presto arrivò la sera ed a precedere il suo sonno fu un messaggio da parte di Lewis. Al cuore della giovane saltò un battito e cercò in tutti i modi di non farsi prendere eccessivamente dal panico.
“Ehy Dal, sai ti stavo pensando.” Sorrise e prontamente rispose.
“Ehy Lewie, anche io in realtà.”
“Ti andrebbe una videochiamata?”
“Mi farebbe piacere, ma sono in pigiama e sono davvero orrenda in questo momento.” Si sentiva estremamente in imbarazzo.
“Poco importa, neanche io sono preparato, se può farti sentire meglio.” Pensò che tanto sarebbe stato perfetto ugualmente, ma evitò di esternare i propri pensieri. 
All’improvviso lo schermo del suo cellulare si illuminò e cercò di dare una leggera sistemata ad i suoi capelli, nella speranza che non sembrassero disordinati. Quando si rese conto di averli quantomeno lasciati, accettò la chiamata.
《Ehy gorgeous.》 Arrossì a quel soprannome, ma anche e soprattutto alla sua vista. Non era ancora abituata all'idea che stessero insieme, anche se non in modo del tutto ufficiale. Ma non le importava, a lei andava bene così.  Contemplò non solo la sua voce, che le era sembrata essere alquanto roca in quella situazione, ma anche il suo sguardo attraverso il paio di occhiali che aveva preferito indossare ed il suo sorriso. Scosse leggermente la testa e gli rispose.
《Ciao Lewie.》 Lo sentì sussultare e solo allora si rese conto di averlo detto con una tonalità di voce più bassa del solito, quasi cercasse di sedurlo. Era felice ci fosse riuscita, sebbene non fosse quello il suo intento.  《Come va lì a Singapore?》 Egli le rivolse un dolce sorriso e poi proferì parola.
《Qui va tutto bene, tra un po' partirò per la Russia.》
《Anche io domani, non vedo l'ora di incontrarti.》 Quando si accorse di averlo detto e non unicamente pensato, si coprì il volto con le mani maledicendosi di avere la lingua lunga.
《Ehy, non c'è alcun problema ad ammetterlo. D'altronde stiamo insieme.》 Quell’ultima frase la fece sussultare.
《È ancora strano per me. Sembra ieri che ti scrissi la mia prima lettera.》
《Ringrazio il cielo che ti sia venuto in mente di farlo.》
《Probabilmente ci saremmo incontrati lo stesso.》
《Probabilmente, però, non avrei provato gli stessi sentimenti di adesso.》 Ella annuì e continuò a guardarlo.  Avrebbe voluto dirgli che lo trovava bello, da impazzire, ma evitò, per non cadere in imbarazzo.
《Cosa hai fatto oggi?》 Egli rimase a pensare, poi subito dopo le rispose.
《Niente di particolarmente emozionante, in realtà. Sono andato a correre, come ogni mattina, e poi ho avuto qualche incontro con gli sponsor.》  Subito dopo continuò. 《Tu, invece?》
《Dopo la tua chiamata sono uscita un po', per distrarmi. Sono andata in un parco a cui sono molto affezionata e lì ho incontrato un mio ex amico, anzi migliore amico, che è tornato in Spagna per un po' di tempo.》Potette vederlo ingelosirsi e tentare, allo stesso tempo, di contenere la sua gelosia. Ella subito cercò di tranquillizzarlo. 《Non c’è stato assolutamente nulla tra noi, non devi preoccuparti.》 Sembrò calmarsi, anche se di poco.
《Non c'è stato nulla, ma potrebbe aver pensato di fare qualcosa.》 Ella rise e lui la guardò confusa.
《Questo non potrei saperlo, ma l’importante è che io sia fedele, non quello che lui possa aver pensato o meno.》 Lewis scosse le spalle ed aggiunse.
《Cercherò di scoprirlo.》Felice, sorrise ed anche lui la imitò.《A volte mi domando come abbia fatto a non notarti prima, sei così bella.》 La giovane arrossì e lui rise della sua ingenuità, era convinto che nella sua mente non fosse mai balenato alcun pensiero lussurioso, era fin troppo pura per esserle mai accaduto.
《Anche tu lo sei.》 Lo proferì con un tono talmente basso che egli credette di averlo immaginato.  Continuarono a parlare e Beatriz stava anche assumendo un po' di scioltezza, quando, però, spinti sia dalla partenza di lui che dalla stanchezza di lei, furono costretti a salutarsi.
《Ci vediamo domani piccola.》
《A domani.》 Ella credette di attaccare ed appoggiò il cellulare sul letto, quando ad un tratto bussarono alla porta. 
《Carlos, entra.》 Il fratello eseguì i suoi ordini e si appoggiò allo stipite della porta. Lewis, spinto dalla curiosità, non spense la chiamata, bensì rimase ad ascoltare.
《Domani una volta arrivati io e Lando credo usciremo, come facciamo sempre. Tu sei dei nostri?》 Ella scosse la testa, sorridendo.
《Sai che il mercoledì è sacro per me.》 Egli rise e la guardò.
《Portate ancora avanti quella tradizione?》 Si finse offesa e lo guardò con cipiglio.
《Non ti permetto di deridermi per ciò, sai che Max ci tiene.》 Annuì e stava per andarsene, quando gli balenò in mente un pensiero, ma poi decise di non esprimerlo e di dirigersi normalmente nella sua camera. L'inglese, resosi conto che ben presto la giovane si sarebbe voltata e l'avrebbe visto, staccò la telefonata ed iniziò ad organizzarsi per il viaggio. Aveva già preparato le valigie, doveva unicamente caricarle nella vettura e così fece. Sarebbe partito alle 10 e doveva essere pronto per quell’ora.
In tutto quel tempo non potette far altro se non pensare a Beatriz e Max insieme, una volta giunti in Russia. Sapeva che lei non provasse alcun sentimento al di fuori dell’amicizia nei suoi confronti, ma il migliore amico si era sempre dimostrato più affettuoso. Cercò, comunque, di non dare sfogo alla sua gelosia, per evitare di esserne sopraffatto. Detestava Valtteri ed il fatto che avesse tremendamente ragione.

Love Letters|| Lewis Hamilton [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora