Ten; Thanks

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[MICHAEL]


Vuoto. Vuoto e paura. Ecco tutto ciò che riuscivo a sentire mentre, con ancora la mano sporca di sangue aggrappata a quella di Luke posata sul cambio, stavo seduto al posto del passeggero che mi sembrava così dannatamente freddo e scomodo, mentre eravamo diretti a casa sua. Non sapevo cosa fare, cosa provare, cosa sentire, cosa pensare. Non sapevo più nulla. Ashton era sempre stato un bravo ragazzo, nessuno avrebbe mai voluto fargli del male, nessuno. Perché Ashton non poteva essere odiato, perché non avrebbe mai fatto del male, non ne era in grado, non sarebbe stato capace di far qualcosa di brutto neanche al suo peggior nemico. Lo avevo conosciuto proprio per questa sua stupenda bontà. Ero solo in terza elementare quando avevano iniziato a prendermi in giro, perché non mi avvicinavo alle bambine e perché passavo la giornata a colorare sui fogli dei quaderni invece che parlare con gli altri. Perché già allora mi sentivo diverso, come se nulla in me andasse bene. E non riuscivo ad aprir bocca con nessuno se non con la mia famiglia. Le insegnanti non se ne preoccupavano, troppo prese dalle loro vite fuori dalle mura scolastiche, guardavano gli altri bambini che mi chiudevano dentro un cerchio, ridendo di me e indicandomi come se fossi stato un animale da circo. Ma Ashton no, lui non rimase a guardare. Un giorno venne da me, mi prese la mano e mi disse che essere strani era bello, che nessuno voleva essere uguale a loro, perché loro erano cattivi. E se essere buoni voleva dire essere strani, allora ne sarebbe valsa la pena. Lui quella mano non me la lasciò mai più, nemmeno per un secondo, non lo fece e io non potevo perderlo. Non avevo le forze di perderlo, perché senza di lui non sapevo cosa mi sarebbe rimasto.

Mi voltai a guardare il profilo di Luke in maniera quasi istintiva, mentre stava guidando la macchina. Era bellissimo, come mai lo era stato. La luce della luna piena penetrava dal finestrino chiuso, battendo sul suo viso perfetto mentre teneva lo sguardo fisso sulla strada e la mano stretta alla mia. Mi sentii quasi scaldare improvvisamente sentendo la sua presa così ferrea, così familiare. Lo guardai attentamente, sentendomi quasi fortunato a poter osservare così da vicino il naso alla francese con la punta all'insù che portava al centro del viso, le labbra sottili serrate per la preoccupazione e i ricci sparsi sulle guance candide e rosee. Non sapevo perché avessi cercato lui per prima, e non mia sorella o i miei genitori, avevo pensato subito a lui, il primo pensiero che mi era passato per la testa era stato proprio lui una volta varcata la soglia dell'ospedale e separato dal mio migliore amico. Lo avevo chiamato e lui aveva risposto subito, come se fosse stato ad aspettare proprio me per tutta la sera. Aveva risposto ed era anche riuscito a calmare il mio attacco di panico, nessuno c'era mai riuscito. Strinsi di più la sua mano, lui si voltò verso di me e mi sorrise, un sorriso così dolce che quasi credetti di sciogliersi.

"Siamo quasi arrivati Mike, pensi di resistere ancora un pochino?" chiese in maniera leggera. Io annuii mordendomi il labbro e tornando ad abbassare lo sguardo. Ero ancora pieno di sangue, il sangue di Ashton. La maglia era completamente sporca, i pantaloni avevano qualche macchia qui e là, le mani erano ricoperte di quel liquido rosso scuro e stavo sporcando anche quella di Luke.

"L-Luke.. - tossii per schiarirmi la voce - Luke sto sporcando anche te e.. E la macchina, sto.. Sto sporcando ovunque" dissi, guardandomi attorno e vedendo come il sangue si stesse espandendo sempre di più. Lui strinse la mia mano, la sua presa forte mi riscosse dai miei pensieri, costringendomi a voltarmi verso di lui.

"Non ti preoccupare Mike, domani la pulisco io e.. Per me.. Non ti preoccupare ok? Avrò una scusa in più per entrare sotto la doccia con te così" disse, scoccandomi un piccolo occhiolino prima che le sue guance si colorassero di un leggero rosso imbarazzo. Sorrisi dolcemente e alzai la mano che teneva la sua, la portai alle labbra e gliela baciami. Era morbida, e profumata. Profumava di tranquillità.

(Stay) HighBar {Muke}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora