Thirty-seven; Die.

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[LUKE]

"Mh, M-Mickey" ansimai, muovendomi in fretta sulla sua erezione, mentre lui mi teneva le natiche strette nelle sue mani e baciava con foga il mio collo, mordendolo per lasciarmi l'ennesimo marchio violaceo. Erano passati poco più di due mesi dal nostro anniversario e la nostra relazione non poteva andare meglio. Michael era fantastico. Ma c'era sempre qualcosa che non andava, e quel qualcosa erano gli attacchi di panico del tinto, tornati ancora più dirompenti di prima. Arrivavano all'improvviso, quando meno ce lo aspettavamo e avevano una forza che io non avrei mai neanche immaginato. Ci mettevo minuti interi per farlo calmare e il mio cuore ne usciva sempre un po' più distrutto ogni volta. Vedere Michael in quelle condizioni, col respiro troppo accellerato e le lacrime che ricoprivano il suo viso bellissimo, mi uccideva. Non avevo la minima idea del motivo per il quale gli venivano, e quando glielo chiedevo, lui cercava sempre di sviare il discorso, nascondendosi contro il mio petto in una maniera cosi' adorabile che non avevo neanche le forze necessarie per poterlo staccare e insistere. Ma continuavo ad avere paura di addormentarmi dopo che facevamo l'amore, e di staccare anche solo per pochi secondi gli occhi dal suo viso rilassato e addormentato. Mi spezzava in due il solo pensiero che quel ragazzo tanto buono potesse stare male. 

"C-cazzo amore" gemette, mordendomi con più forza il collo e riversandosi al mio interno mentre io mi lasciavo andare tra i nostri corpi. Mi lasciai abbracciare poggiando la fronte sulla sua spalla e prendendo ad accarezzare dolcemente le ciocche di capelli blu dietro la sua nuca. Lo coccolai, lasciandogli dei piccoli baci lungo tutta la mascella morbida e ricoperta da un leggero strato di barba chiara. Avevo capito che la maggior parte degli attacchi gli venivano una volta finito di fare l'amore, non ne capivo il motivo ma supponevo fosse per l'agitazione del momento. Cosi', ogni volta che lo facevamo, io poi passavo più di mezz'ora a cullarmelo quasi addosso, accarezzando con dolcezza ogni parte del suo corpo. Quel corpo che amavo tanto. Quel corpo che sapeva farmi toccare il cielo con un dito ogni volta che era accanto al mio. Ma purtroppo il problema non era solo quello. Mia mamma stava morendo... Sapevo che sarebbe arrivato quel momento, lo sapevo da quando ero andato da lei la prima volta, assieme a Michael. Ma quello non lo rendeva meno doloroso. Quello non impediva al mio cuore di perdere un battito ogni qual volta che la sentivo, che sentivo quanto la sua voce perdesse la gioia ogni volta di più, o quando vedevo il suo viso sempre più magro. Quello non mi impediva di soffrire. Ci trovavamo a Sydney in quel momento, proprio perchè non avevo intenzione di lasciarla morire senza di me, volevo essere presente, volevo tenerle la mano. Anche se sapevo che probabilmente quello mi avrebbe distrutto. "Mamma mia quanto ti amo, scimmietta" disse Michael ridacchiando, risvegliandomi dai miei pensieri. 

"Solo perché è da qualche mese che ti lascio stare sopra?" chiesi scoccandogli una finta occhiataccia che lo fece ridere, prima di stringermi di nuovo a sé mugolando e spingendo la testa contro la mia mano per farmi continuare ad accarezzarlo. "Sei un ruffiano" risi alzando gli occhi al cielo, riprendendo da dove mi ero fermato sotto il suo mugolio contento. Sembrava un gattino che faceva le fusa, e lo trovavo cosi' tenero che me lo sarei mangiato di baci. Proprio li', sul letto della mia infanzia. 

"Per questo e per altri mille motivi" sussurro' vicino al mio orecchio, facendomi partire il cuore a battere cosi' velocemente che mi fu impossibile reprimere un sorriso contento. Alzai il viso per guardarlo negli occhi, senza mai smettere di accarezzargli i capelli, e lo baciai dolcemente. Le sue labbra contro le mie erano arte pura per me, sembravano fatte apposta per essere baciate in quella maniera lenta e piena di parole che non c'era bisogno di dire ad alta voce, perché le sapevamo già entrambi. E le sue mani, sempre cosi' fredde, sembravano esser state create puramente per accarezzare e stringere i miei fianchi. Il suo profumo, cosi' dolce e leggero, mi mandava sempre fuori di testa, cosi' tanto che avrei passato l'intera giornata ad accarezzare la sua pelle candida con la punta del naso, solo per poter continuare a bearmi di quell'odore. A volte mi facevo ridere da solo per tutto quella smancerie al quale pensavo, e mi chiedevo se non fossero solo i pensieri di un ragazzino innamorato qualunque. Mi chiedevo se anche Calum pensasse quelle cose di Ashton, ma non riuscivo a togliermi dalla testa che no, io e Michael non eravamo una coppia qualunque. Noi avevamo superato assieme cose che altri non avrebbero mai neanche immaginato. E tutto quello mi piaceva cosi' tanto, non mi sarei mai stancato di guardarlo e di amarlo. 

(Stay) HighBar {Muke}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora