Seven; Tutor

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[LUKE]

"Dove scappi, biondino?" disse Michael, dopo avermi tirato per un braccio in un angolo del corridoio. Tirai un urletto per la sorpresa, gemendo dal leggero male quando mi spinse contro al muro con un sorriso. "Sta mattina non mi hai neanche salutato" disse, mettendo un piccolo broncio sul viso. Ridacchiai, alzando gli occhi al cielo.

"Sei un bimbo bisognoso di attenzioni Michael?" chiesi alzando gli occhi al cielo, infilando una mano fra i suoi capelli per scompigliarglieli. Lui mugolò contrariato dandomi un piccolo morso sul polso che mi fece mordere il labbro per non ridere. Erano passate poco più di due settimane dalla sera nella quale ci eravamo incontrati in discoteca. Alla fine, per mia sorpresa, era stata una serata davvero divertente. Thea, sua sorella, e Ashton, il suo migliore amico, non erano poi così male. Erano simpatici. E poi io e Michael avevano ballato tanto da non sentir più le gambe, prima di essere trascinati dagli altri due al bancone del bar. Avevamo fatto una gara di velocità. Chi finiva prima dodici shottini di vodka. Aveva vinto Thea, finendoli tutti quando io e l'altro riccio ne avevamo bevuti solo sette e Michael era a un solo bicchierino sotto di lei. Non sapevo come facessero quei due a ingoiare così tanto alcool in così poco.

"Si - infilò il viso nel mio collo, lasciandoci qualche bacio e ispirando a fondo - Ho sempre bisogno di attenzioni, biondino" disse, salendo poco sotto l'orecchio. Ansimai leggermente, chiudendo gli occhi mentre cercavo di trovare un po' di autocontrollo.

"Mike.. Siamo in mezzo al corridoio, ci potrebbero vedere" sussurrai, posandogli le mani sul petto per poterlo allontanare da me. Lui prese i miei polsi, stringendoli tra le sue dita fredde.

"Nah, la campanella è suonata.. Questo vuol dire che non passerà più nessuno per un oretta buona" sussurrò continuando la sua lenta tortura con la bocca, scendendo poi a stringermi con forza i fianchi.

"No - lo spinsi via delicatamente, facendolo mugolare contrariato. A volte quel ragazzo mi sembrava davvero un bambino troppo cresciuto - Questo vuol dire che è ora di andare in classe se non vogliamo prenderci un richiamo per il ritardo" dissi ammonendolo con lo sguardo. "E se non ti ricordi tu hai una media che fa schifo, perciò dovresti correre in classe e prendere appunti. Possibilmente degli appunti leggibili" dissi. Lui sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Ecco appunto, un bambino. Pensai trattanendomi dal ridacchiare.

"Si mamma" cantilenò.

"Sta sera non c'è nessuno a casa da me, passa così ti aiuto a studiare" dissi, avvicinandomi di scatto. Gli posai le mani sul petto e gli scoccai un bacio a stampo prima di allontanarmi ridendo. "Ci vediamo dopo!" urlai correndo via. Mi voltai ancora una volta, giusto in tempo per vedere i suoi occhioni verdi che mi scrutavano e il suo sorriso confuso sulle labbra.

























































L'ora di pranzo era finalmente arrivata, per fortuna dato che stavo letteralmente morendo di fame. Le ultime due lezioni di filosofia erano state soporifere, il professore non c'era perché malato e la sostituta era un anziana signora che parlava così lentamente da non riuscire quasi a seguire i suoi discorsi. Mi ero addormentato due o tre volte. Calum mi aspettava in terrazza, voleva sfruttare quel posto finché non fosse venuto a nevicare e io ne ero più che felice dato che odiavo la mensa comune. Aprii il mio armadietto, infilandoci dentro lo zaino con i libri, quando sentii il mio telefono squillare nella tasca dei pantaloni.

(Stay) HighBar {Muke}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora