Twelve; "Mom! Hi!"

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[MICHAEL]


"Quando ha visto il suo amico, l'ultima volta?" chiese un Agente seduto davanti a me su una delle sedie dell'ospedale. Non era lo stesso che Luke aveva mandato via qualche sera prima, questo sembrava più anziano. Ma riusciva comunque a mettermi i brividi. Mi scruta a da sotto gli orribili occhiali che portava, storcendo il naso ogni qual volta buttasse uno sguardo sui miei capelli rossi o suoi miei tatuaggi. Mi faceva sentire piccolo, e sbagliato. Come a scuola. Mi mancava Luke.

"A scuola, ci eravamo messi d'accordo per vederci alle nove e mezza nel posto da dove ho chiamato" risposi. Mia madre era accanto a me, mi teneva distrattamente una mano mentre prestava attenzione a tutto ciò che succedeva attorno a noi. Mi stava vicino, e lo apprezzavo davvero, ma avrei preferito esser da solo, esser lasciato in pace. Non mi piacevano tutte quelle attenzioni. Ma sentivo che mi mancava Luke.

"E perché proprio lì? Siete giovani e il tuo amico ha una macchina, perché non andare in un locale?" chiese, scrivendo qualcosa su un quadernino che teneva in mano. Deglutii leggermente.

"Noi non siamo esattamente come tutti gli altri ragazzi, a scuola non abbiamo molti amici, stiamo sempre e solo noi.. - tentai di trattenere le lacrime con un groppo alla gola - Andavo lì con la mia famiglia quando ero più piccolo e.. È il nostro posto felice" risposi, mordicchiandomi il labbro.

"Questo vuol dire che non siete felici in altri posti?"

"Non ho detto questo" risposi, guardandolo leggermente male. Stava cercando di mettermi parole in bocca che non avevo detto e quella era una cosa che avevo sempre odiato. "Solo ci piace stare da soli, solo io e lui"

"State assieme?" chiese. Sgranai gli occhi e sentii mia madre sussultare leggermente. Sapevo che quello era un nervo scoperto per lei. Sapeva il mio orientamento sessuale, lo sapeva da quando avevo dodici anni, ma lo ignorava. Faceva finta di nulla, preferivo così che come i genitori di Ashton che lo guardavano in maniera schifata ogni volta che entrava in casa.

"No! - scossi la testa velocemente - È il mio migliore amico, niente di più" dissi. L'agente sembrò scrutarmi a lungo, prima di annuire e scrivere ancora qualche parola.

"E quel ragazzo biondo con la quale sei arrivato? Lui è il tuo ragazzo?" chiese poi, guardandomi da sotto gli occhiali quadrati che portava sul naso. Mi morsi il labbro con più forza, prima di scuotere di nuovo la testa.

"Anche Luke è un mio amico"

"Dov'eri tra le nove e mezza e le dieci e mezza di quella sera, Michael?" chiese.

"Sono arrivato sulla montagna verso le nove e un quarto, ho iniziato a chiamare Ashton per le dieci, non è raro che lui ritardi.. È un ritardatario nato, per questo non mi sono preoccupato, gli ho lasciato qualche messaggio in segreteria e.. E poi l'ho visto arrivare" dissi. Sentii le lacrime risalirmi agli occhi mentre ripensavo a come avevo trovato il mio migliore amico. Riuscii a sentire il petto che mi si stringeva e il cuore battere più forte, lo stomaco mi doleva e mi dovetti mordere con forza il labbro per evitare di emettere un lamento. Il respiro mi si stava mozzando nei polmoni, la mano libera dalla stretta di mia madre mi tremava leggermente mentre pensavo a come Ashton era arrivato da me, il suo sangue che colava da ogni parte. Volevo solo urlare, ma non potevo farlo. Volevo Luke, volevo che mi abbracciasse e mi dicesse di nuovo che era tutto ok.

"C'è qualcuno che lo può confermare? Sei andato a piedi o in macchina?" chiese poi, scrutandomi attentamente. Io alzai lo sguardo su di lui prima di sospirare. Dovevo calmarmi, dovevo farlo da solo. Presi un profondo respiro dal naso, sospirando poi fuori l'aria dalle labbra prima di guardare di nuovo l'agente. Sembrava preoccupato che io potessi rompermi da un momento all'altro.

(Stay) HighBar {Muke}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora