Thirty-nine; Party

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[LUKE]

"AUGURI DIPLOMANDI!" urlò Ashton, stappando la bottiglia di champagne con un botto che fece sobbalzare tutti. Urlammo tutti assieme, mentre Michael mi stringeva a sé con un braccio attorno ai fianchi e il mio migliore amico correva in contro al suo ragazzo per farsi riempire il bicchiere. La musica dell'HighBar mi era sempre piaciuta, così tanto che non riuscivo a tenere le gambe ferme per neanche un secondo, ma quella sera sembrava essere ancora meglio. La consegna dei diplomi era andata più che bene. Il discorso che aveva fatto Calum era stato bellissimo, così bello che dovevo ammettere mi era scesa una lacrima. Aveva parlato di quei due anni passati a Sydney, dove non aveva mai incontrato persone belle come quelle che avevamo conosciuto lì, a parte me. E poi aveva fatto qualche battuta sui professori, consapevole che oramai non potevano più bocciarlo. Megan era caduta dal palchetto mentre scendeva, facendo ridere tutti e poi avevamo deciso di andare a festeggiare. A festeggiare in un posto bello. Un posto che aveva importanza per tutti. E quale posto se non quello dalla quale era partito tutto? Michael quella sera era bellissimo, raggiante e così sexy.. che se fossimo stati da soli non avrei aspettato neanche un secondo per saltargli addosso. Aveva un paio di skinny neri, strappati sul ginocchio, una maglia a maniche corte bianche che aderiva perfettamente al suo corpo da sogno e una giacchetta in pelle sopra. Nonostante fosse ormai estate, a New York la sera era piuttosto fresca. I capelli blu sparati in tutte le direzioni e una catenella attaccata al collo che lo rendeva rude e selvaggio. Così tanto che lo avrei sbattuto contro il primo muro disponibile. E mi teneva stretto a lui, sorridendo di quel sorriso così bello che riusciva a scaldare qualsiasi parte del mio corpo. Vedevo gli altri, ma non li vedevo veramente. Perché per me c'era solo lui, che illuminava qualsiasi posto attorno a sé.

"E domani andiamo a bruciare ogni libro esistente nella mia libreria! Vi prego!" urlò il moro, attaccandosi al braccio del suo ragazzo che rise, girandosi verso di lui per dargli un bacio sul naso, facendo uggiolare tutti quanti inteneriti. In realtà era davvero raro vedere Ashton fare qualcosa di dolce, probabilmente teneva tutto il meglio per quando erano da soli. Ma quella sera neanche lui riusciva a trattenersi, per la gioia del momento e per i litri di alcool che aveva già ingerito. Erano solo le undici di sera, ma la maggior parte di noi era già brilla. Thea e Michael, che erano quelli che reggevano meglio di tutti, continuavano a prenderci in giro proprio per questo. C'era anche mio fratello Jack. Stava incollato alla ragazza dalla frangetta bionda, senza riuscire a levarle le mani da dosso per neanche un secondo, un po' come facevo io con Michael. Ed erano davvero carini a dirla tutta. Non riuscivo ad avercela con lui, soprattutto perché era piombato davanti alla mia scuola senza dirmi nulla, solo per potersi congratulare con me. Neanche Thea sapeva che sarebbe venuto. Forse era l'unico alla quale importava qualcosa. Di me. Della mamma. Quel pensiero mi uccideva ancora il cuore, ma non potevo rimurginarci sopra per tutta la vita. Lei non avrebbe voluto questo. Lei non sarebbe stata contenta nel vedermi crollare ogni giorno, lei avrebbe voluto vedermi sorridere per sempre. E finché c'era Michael con me, potevo farlo. Mi voltai proprio verso quest'ultimo, che mi stava già guardando con un sorriso e il labbro stretto tra i denti, per poi mettergli le braccia attorno al collo e infilare le dita tra le sue ciocche colorate.

"Sono tanto fiero di te, scimmietta" soffiò contro le mie labbra, sfregando il suo naso contro al mio. Sorrisi come un cretino, ricambiando il gesto spingendomi di più contro al suo corpo.

"Anche io sono fiero di te - dissi, alludendo ad Oxford. Non ne parlavamo quasi mai, e se da una parte mi faceva stare più tranquillo perché sembrava una cosa lontana anni luce, dall'altra mi preoccupava e non poco. Perché non sapevo cosa ci stava riservando il futuro. Perché non sapevo cosa avremmo fatto per vederci, come saremmo riusciti a stare così lontani per così tanto tempo. Ma non mi andava minimamente di pensarci in quel momento - Balliamo?" gli chiesi, una luce particolarmente eccitata nei suoi occhi verdi mentre posava le mani sui miei fianchi.

(Stay) HighBar {Muke}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora