Capitolo 18: ricominciare tutto da capo

22.4K 312 28
                                    

Alcune notti sono più buie di altre. Alcuni compleanni si trasformano nei capitoli più tristi di un romanzo ancora da scrivere. Certe notti sono fredde anche se il calore della pelle di colore, notti fatte di stelle cadute, provate della luminosità Dopo le parole di Can, Sanem è ferita.
Sale su un taxi e le lacrime li fanno compagnia mentre torna a casa, distrutta da quella serata. Piange, non si da pace e si promette che l‘indomani darà le dimissioni a tutti i costi. Deve lasciare l'agenzia.

 Deve lasciare l'agenzia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Sanem

I taxi hanno un che di malinconico, ricordo libri e film che hanno visto i protagonisti di una storia sedere sui taxi per cambiare vita, per scappare, per rassegnarsi. E’ un mezzo di trasporto che ti trasporta, che non guidi o comandi tu. Delle volte dici semplicemente un indirizzo, altre volte pronunci la parola aeroporto e altre ancora chiedi di seguire quella macchina. Eppure dentro i taxi quanti baci? Quante lacrime? Quanti bambini che stanno per nascere. No, i taxi hanno qualcosa di speciale, non solo di malinconico, perché vi scorre la vita dentro. Siedono imprenditori, impiegati, capi, donne e uomini delle pulizie, amministratori delegati, maestre e maestri, commessi. Il guidatore non chiede niente, se non dove deve andare, non chiede l’età, se si è single o sposati, se si è mamme o padri. Il taxista sta fermo al suo posto non chiede, nemmeno quando ti vede piangere per un amore perduto. Come il mio. Se io continuo ad amarlo, si può parlare di amore perduto? Mille, mille, mille volte avevo immaginato questo scenario apocalittico nella mia testa. Il preciso istante in cui la montagna di bugie con la quale avevo eretto la storia con Can sarebbe crollata sopra di me, distruggendo ogni parte buona e felice della mia vita. Non meritavo certo il suo perdono, ma ero stata così stupida e inconsapevole, mi ero fidata del fratello veramente cattivo, e facendo tutto per un bene superiore ero finita per fare del male all’unica persona che avessi mai amato davvero. Il taxi in un baleno mi portò a casa, io stretta in quel vestito elegante, in quel vestito che credevo fosse giunto dalle sue mani, le sue mani bellissime. Scappata da una festa che credevo che quelle mani avessero organizzato per me, e invece la poca terra rimasta in piedi della montagna era nuovamente franata. Prima Emre, adesso Fabbri, permetteva a chiunque di mettersi tra di noi, come se fossero più importanti i loro gesti che le mie parole. Ma come potevo dare torto alla sua voce arrabbiata e quegli occhi delusi? Quando io stessa ero poi l’artefice di tutto. Nemmeno io mi sarei mai perdonata. E allora non mi restava altro da fare che far volare via il mio albatros in una notte colma di buio nonostante le stelle.

Sanem la mattina dopo apre il negozio e non va in ufficio. Cey Cey le telefona per farla ritornare ma lei gli racconta brevemente dell’accaduto e della sua convinzione che la festa fosse stata organizzata da Can. Cey Cey le dice che a spargere la voce di chi era l’organizzatore della festa era stata Aylin, discorso che viene sentito da Can che inizia a capire alcune dinamiche.

Intanto in agenzia si presenta Fabbri, che come prima cosa chiede a Can dove sia Sanem. Can mantiene la calma ma lo mette in guardia che anche se non è più il fidanzato di Sanem lui continuerà a proteggerla soprattutto dai tipi come lui. Intanto Sanem giunge in agenzia con una scatola contenente il vestito che aveva avuto da Fabbri, glielo restituisce, davanti a tutti i dipendenti e a Can. Chiarisce con determinazione all'italiano che tra di loro ci sarà solo ed esclusivamente un rapporto lavorativo e che non si deve più permettere di farla trovare in situazioni spiacevoli e imbarazzanti.

"La storia di Sanem & Can"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora