Capitolo 45: nel nome del nostro amore

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"Lassù l'Albatro
resta sospeso
immobile in aria
Per caso due sguardi separati si incontrano
E io sono te...e cosa vedo sono io...
ti prendo per mano
ti guido attraverso la terra
aiutami a capire
il meglio che posso"


Can prende una coperta e l'appoggia premurosamente su di lei per non farle prendere freddo 

Biraz kenara çekil, bakalım.  (Mettiti più vicino ti scalderò io)


Prima di augurarle la buona notte e restare immobile ad osservarla, il suo respiro lascia a lei un'ultima domanda. 

 
Can: "Sanem, hai qualcosa di mio? che mi appartiene? che ti ricorda di me?" 
Quella domanda la prende in contropiede e inevitabilmente Sanem si agita sull'amaca, sperando che Can non percepisca quel suo stato d'animo, cerca di inventarsi una risposta adeguata anche se il suo tono non riesce nell'intento e neanche le sue parole. 

Sanem: "Nooo, non ho niente

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Sanem: "Nooo, non ho niente. Nulla davvero, non ho niente di tuo" risponde rimanendo comodamente accoccolata sull'amaca a sonnecchiare. Aspettando il momento più opportuno, Can si avvicina a Sanem, ormai dolcemente abbandonata ai suoi sogni. Con delicatezza e senza svegliarla, le apre il fermaglio di chiusura e sfila la catenina dal collo senza farsi sentire e si mette ad ammirare quel prezioso anello che oscilla.

Bu yüzüğü parmağında görmek kalbimi ısıtacak. (Mi riempirebbe il cuore vederti con questo anello al dito)

 (Mi riempirebbe il cuore vederti con questo anello al dito)

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Can

Vi siete mai chiesti come sarebbe andata se avessimo improvvisamente deciso di cambiare il corso degli eventi? Io mi sono chiesto ogni notte e ogni giorno per trecentosessantacinque giorni qual è stato il momento che ha condannato la mia vita e la sua a una distanza straziante dei nostri respiri mescolati. Ogni notte gli incubi della sua mancanza venivano a trovarmi, obbligandomi a rimanere sveglio, torturandomi con caffè che non volevo bere e questo perché dormire mi faceva paura. Ero stretto nella morsa dei ricordi, di scenari terribili, di sogni distrutti. Di ruote panoramiche che dopo aver visto l'amore, perdevano i loro raggi sicuri, facendo schiantare a terra le cabine e incastrando il nostro amore in un ammasso di macerie. Come Dante nel suo Inferno, percorrevo ogni notte un girone diverso, punito, distrutto, rassegnato.

"La storia di Sanem & Can"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora