Capitolo 35: sposiamoci

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Al capanno si respira aria di vero amore. Can e Sanem sono il ritratto della felicità, finalmente hanno lasciato il via libera alle loro emozioni.


Can


Ero perso nei miei pensieri, perso, preoccupato, deluso, furioso. Non ero capace di comprendere quale di quegli aggettivi occupasse il primo posto in classifica. Ero perso sì, perché senza di lei mi sentivo come incapace di trovare il senso dell’orientamento, di capire dove mi trovassi, mi era difficile anche mettere un piede davanti all’altro. Ero preoccupato, preoccupato perché non mi fidavo delle persone che le ruotavano intorno quando io non c’ero, non mi fidavo dell’editore che tanto odiavo, non mi fidavo di quella fiducia che invece lei sembrava nutrire per lui. Ero deluso, deluso dalla situazione, dalla sua scelta di lasciare definitivamente l’agenzia nonostante la mia presenza e il suo talento per dedicarsi a un salto nel buio, anche se ero convinto che Sanem poteva eccellere in ogni campo. Ero furioso, furioso perché era con lui e non sopportavo la sua presenza accanto alla mia fidanzata, non sopportavo la sua presenza in generale. Mentre il mio cervello stava per descrivere il dolore che sentivo senza l’aroma della sua pelle vicino, mi voltai e lei era lì, con la borsa tra le mani e il sorriso luminoso, lei era lì, non era partita, era tornata da me, lei non era con lui. Trovai nuovamente il nord, appena la sua corsa e il suo abbracciarmi ricompose ogni pezzo e ogni logica, scacciando ogni brutta sensazione e lasciando spazio solo alla felicità.

 Trovai nuovamente il nord, appena la sua corsa e il suo abbracciarmi ricompose ogni pezzo e ogni logica, scacciando ogni brutta sensazione e lasciando spazio solo alla felicità

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Sanem: “Io non potevo andare e poi quando ho sentito che non saresti più partito, ero troppo felice”
Can: “Stringimi, ti prego, per fortuna non sei partita. Anem, tu sei il mio mondo”.
Sono una cosa sola in quel momento, Can e Sanem, solo loro, le stelle e il loro immenso amore. Indescrivibile.
Sanem: “Mia mamma sa che stanotte avrei dormito fuori”
Can: “Oh perfetto, allora staremo qui insieme”

Sonetto 116
(William Shakespeare)

"Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato".

Sanem

Cosa migliore non poteva esistere: Io e lui, accoccolati insieme sul divano. Una cioccolata calda tra le mani, la promessa di un per sempre, di non lasciarsi più, di stringersi fino all’alba, ogni giorno. Non potevo desiderare niente di più, la vita regalandomi quei momenti mi regalava la vita stessa. Quando ero con Can il sole non tramontava mai, era la luce che infondeva in me speranza, bellezza, amore, essenza.

"La storia di Sanem & Can"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora