Capitolo 37: una vita

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La serata è stata piena di emozioni, un po' per tutti. Sanem e Can finalmente possono vivere il loro amore in tranquillità e dirsi finalmente si. Huma, ancora scettica, dopo che Polen ha deciso di tornarsene a Londra, cerca un nuovo alleato per poter portare avanti la sua battaglia contro questa relazione. Trova la complicità di Yigit, pronto ad entrare nella vita di Sanem e a scacciare in tutti i modi possibili il suo rivale in amore. (Che poi di rivalità nemmeno l'ombra proprio).

 (Che poi di rivalità nemmeno l'ombra proprio)

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Can

Mi distesi sul letto, il sorriso che non aveva ancora intenzione di lasciare le mie labbra. Lei aveva detto si, finalmente sarebbe stata completamente e solamente mia. Aveva detto sì con quello sguardo felice che rendeva felice me, con quella velata e sincera emozione che ogni volta mi faceva innamorare. Allah, quanto l'amavo. Amavo il modo in cui si passava le mani tra i capelli, amavo quel suo modo educato di provocarmi, amavo le sue labbra sulle mie, la sua determinazione, la sua creatività, quella capacità innata di fare sempre il contrario di quello che le dicevo. Amavo i suoi difetti, molto più dei pregi. Amavo quei suoi balletti strambi, quel carattere forte ma dolce allo stesso tempo, quella sua femminilità innata, amavo il suo modo di camminare, di guardarmi, amavo come mi faceva sentire e amavo quello che diventavo quando io e lei eravamo da soli. Amavo un po' meno il me stesso che usciva fuori per gelosia, quel me un po' mi spaventava, ma quella sera il mio cuore non aveva spazio per ombre e timori, lei aveva detto sì. Non credevo che chiedere a una donna la mano sarebbe stato così vulcanico, così emozionante, ero pure convinto che non avrei mai posto a nessuna quella domanda e invece lei, lei... lei ho desiderato sposarla fin dal primo giorno che il destino ha deciso di regalarmi la vita nella sua vita. Lei avrebbe detto si, rendendomi l'uomo più fortunato del mondo, rendendomi felice come quando da bambino festeggiavo i compleanni, prima che mia madre se ne andasse. Spensi la luce, abbandonandomi al sonno e sognai noi due nelle vesti dei protagonisti di "Orgoglio e Pregiudizio" nella versione cinematografica sognai me in ginocchi davanti alla sua bellissima figura che pronunciavo queste parole
avvenute durante la seconda proposta di matrimonio:  «Se i vostri sentimenti sono gli stessi dello scorso aprile, vi prego, ditelo ora. Il mio affetto e i miei desideri sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per sempre. Se, invece, i vostri sentimenti fossero cambiati, devo dirvelo: mi avete stregato anima e corpo e vi amo, vi amo, vi amo. E d'ora in poi non voglio più separarmi da voi».

Pablo Neruda "Il tuo sorriso"

"Toglimi il pane, se vuoi, 
toglimi l'aria, ma 
non togliermi il tuo sorriso. 
Non togliermi la rosa, 
la lancia che sgrani, 
l'acqua che d'improvviso 
scoppia nella tua gioia, 
la repentina onda 
d'argento che ti nasce. 
Dura è la mia lotta e torno 
con gli occhi stanchi, 
a volte, d'aver visto 
la terra che non cambia, 
ma entrando il tuo sorriso 
sale al cielo cercandomi 
ed apre per me tutte 
le porte della vita. 
Amor mio, nell'ora 
più oscura sgrana 
il tuo sorriso, e se d'improvviso 
vedi che il mio sangue macchia 
le pietre della strada, 
ridi, perché il tuo riso 
sarà per le mie mani 
come una spada fresca. 
Vicino al mare, d'autunno, 
il tuo riso deve innalzare 
la sua cascata di spuma, 
e in primavera, amore, 
voglio il tuo riso come 
il fiore che attendevo, 
il fiore azzurro, la rosa 
della mia patria sonora. 
Riditela della notte, 
del giorno, della luna, 
riditela delle strade 
contorte dell'isola, 
riditela di questo rozzo 
ragazzo che ti ama, 
ma quando apro gli occhi 
e quando li richiudo, 
quando i miei passi vanno, 
quando tornano i miei passi, 
negami il pane, l'aria, 
la luce, la primavera, 
ma il tuo sorriso mai, 
perché io ne morrei".

"La storia di Sanem & Can"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora