18 - Candice

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Siamo appena arrivati.
Il lusso si presenta davanti ai nostri occhi, queste persone sembrano essere tutte straricche.
Una ragazza davvero stupenda, con occhi azzurri e capelli biondi, si avvicina a noi.
<<Non ci credo! Darren>> sorride in modo dolce e bacia la guancia di lui.
<<Candice, che ci fai qui?>> chiede curioso.
<<Potrei fare la stessa domanda a te>> ridacchia Candice.
Più la guardo e più penso che ragazze belle come lei non potessero esistere.
<<Che bello rivederti, l'ultima volta ci siamo visti a casa tua>> ribatte lei.
<<Lei chi è?>> mi sorride e mi porge la mano presentandosi <<Io sono Madison>>
<<Sei bellissima davvero. È la tua ragazza?>> Domanda.
<<No, fa parte della mia famiglia>> risponde lui in modo severo.

<<Adesso vi lascio. Vado a salutare gli altri. Ci si vede>> ci saluta con un sorriso e va via. Sembra essere una ragazza simpatica.

<<Prima che me lo chiedi lei è Candice, una mia ex, forse la più normale che abbia mai avuto>> confessa mettendo le mani nelle tasche davanti.
Ad un tratto mi sento gelosa, ma cercherò di non darlo a vedere.
<<Cosa intendi con la più normale?>>
<<Le altre che ho avuto sono state delle psicopatiche, pazze e ossessionate da me>>

Quando dice ossessionate, mi sento davvero toccata. Certo, non in modo eccessivo, ma quando lo vedo non penso altro che volerlo tutto per me.

<<A cosa stai pensando?>> chiede con un sopracciglio alzato.
<<Oh, a nulla>> arrossisco ma credo che non abbia creduto per niente alla mie parole, ma lascia perdere.

<<Signori e signore, benvenuti a questa clamorosa festa di gala>> si esibisce un uomo sulla cinquantina.
Tutti applaudono e poi continua <<Sediamoci ai tavoli e buona cena>> annuncia.
Darren prende la mia mano in modo delicato, e io senza pensarci due volte, intreccio le mie dita alle sue, e lui sembra ricambiare.
Ci avviciniamo a un tavolo e i nostri nomi appaiono su un cartellino bianco e nero.
Le nostre mani si lasciano e ci mettiamo a sedere luna di fronte all'altra.

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La serata passa velocemente, sembra andare tutto per il meglio. Darren saluta alcune persone e usciamo.
Ci fermiamo davanti l'entrata, esce un sigaro e lo accende <<Finalmente questa serata è finita>> sbuffa portando il sigaro in bocca.

Mi sento un po' stanca e il sonno si fa sentire. Sbadiglio mettendo la mano davanti e lui sembra avere una espressione divertita in viso <<Che c'è?>> chiedo sorridendo leggermente.
<<Domani non andremo a lavoro, sta tranquilla>>
<<Meno male allora>> rido.

La gente inizia a uscire per tornare a casa, ma nel frattempo vedo Darren cambiare espressione. Si guarda attorno, come se ci fosse una tigre pronta ad attaccare.
Prende il mio polso di scatto e mi sbatte contro i suoi pettorali proteggendomi contro un muro.
Sento un colpo forte, anzi due colpi. Il mio cuore inizia a battere velocemente quando capisco che sono degli spari.
Mi stringo ancor di più al suo petto caldo, stringo la camicia con le mani e stringo gli occhi per la paura.
<<Al mio via corriamo in macchina, ok piccola?>> Domanda cercando di rassicurarmi.
Vede che non rispondo e continua <<Andrà tutto bene, fidati di me>>
Passano alcuni minuti che sembrano un eternità e lui da il via, così iniziamo a correre verso la macchina.
Entriamo immediatamente e lui sfreccia in strada alla velocità della luce.

Inizia a rallentare, il suo sguardo sembra vuoto, come se stesse pensando a qualcosa, che non può dire o che non doveva fare.
<<Darren..>> lo richiamo e lui si gira a guardare per un secondo.
<<Dì qualcosa per favore>> stringo le mie cosce per il nervosismo e lui lo nota.
<<Non c'è nulla da dire. Semplicemente non pensavo potesse succedere una cosa del genere. Ti ho messa in pericolo>> dice in modo severo e fissando la strada.
<<Non è colpa tua ok? Non pensarlo nemmeno>> poggio una mano sulla sua coscia e la guarda <<Tu non fai parte di questo mondo>> aggiunge con veleno.
Lo guardo stranita, tolgo la mano da lui e dico <<Quale mondo? Cosa vorresti dire?>>
<<Dico che le feste, i soldi, questa gente...non fa per te. E sinceramente parlando Madison, nemmeno io faccio per te>> si morde il labbro nervoso, arrabbiato.
<<Smettila ok? Come fai a dire che non faccio parte di questo mondo? Non mi conosci nemmeno. E poi...>> mi fermo non avendo il coraggio di parlare.
<<E poi cosa?>> mi incita curioso.
<<E poi non sta a te decidere se tu non fai per me o meno>>
<<È così e basta>>
<<Smettila di essere così, di voler avere sempre ragione e controllo su tutto. Inizia ad aprirti con le persone, ascolta i loro pensieri, le loro emozioni, ascolta ciò che hanno da dirti>> alzo la voce cominciando ad arrabbiarmi.
<< Perché? Cosa vorresti dirmi?>> vedo che si ferma, in un parcheggio vicino ad un parco.

Spegne la macchina e mi guarda <<Sono tutto orecchie>>
<<Non ho niente da dirti. Te l'ho già detto>> smetto di guardarlo e guardo davanti a me.
<<Io si, avrei qualcosa da dirti>> mormora con la sua serietà e la sua compostezza.
<< Cosa?>> riprendo a guardarlo ansiosa.
<<Non faccio per te è vero, ma...>> si avvicina, la sua mano sposta la ciocca di capelli dietro la spalla. Il suo pollice sfiora la mia guancia e guarda le mie labbra <<Non riesco a starti lontano, è sbagliato lo so, ma ho bisogno che tu mi stia intorno. Non credo di essere una persona perfetta ma il solo pensiero che un altro uomo possa sfiorarti mi manda in bestia>> i suoi occhi sembrano sinceri, molto.
<<Darren, nemmeno io sono perfetta. Solo che, credo che tu mi piaccia, so che non dovrei dirtelo, che è tutto una grande stronzata, ma è così, tutto questo mi piace e basta>> confesso sentendomi libera.
Non sembra sorpreso, anzi, fissa le mie labbra e il mio collo <<Lo so che ti piaccio, non sono stupido Mad. Ma il fatto è che siamo nella stessa situazione>> dice iniziando ad avvicinarsi <<Tu hai paura?>> Domando.
<<Paura di cosa? Di tutto questo?>> Chiede iniziando a baciare il mio collo.
<<Si, di noi, di quello che facciamo>> sussurro pensando ai suoi bellissimi baci.
<<Non ho paura, perché dovrei? Sono un uomo Mad, non un ragazzino. So gestire tutto questo>> la sua mano sfiora la mia coscia <<Non avere paura, ci piacciamo, nulla di che. Cosa c'è di male di due persone che si piacciono? Siamo adulti ormai, no?>>

Abbasso la testa <<Si certo...>>
<<Lasciamo andare tutto come deve andare. Adesso torniamo a casa, è tardi>>

Nulla di che.

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