20 - La verità

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Dopo aver pulito la vasca, ognuno va a farsi una doccia veloce nel proprio bagno.
Sistemo la mia stanza e infilo dei pantaloni di una tuta stretta nera e una t-shirt bianca.
Scendo al piano di sotto, accendendo la televisione, mettendo su Tg.
Darren si starà ancora lavando o vestendo.
Mi siedo attorno alla penisola e fisso il marmo bianco, pensando a quello che successe poco prima tra di noi.
Una voce metallica mi richiama dai miei pensieri.

<<Sono passati cinque anni, da quando Darren Styles ha smesso di creare altri problemi. È stato scarcerato dalla struttura Detention Complex, un carcere al quanto particolare. È stato dentro per quasi un anno, cercando di capire cosa aveva in mente. Alla fine hanno scoperto che stalkerava una donna sulla quarantina. Ha addirittura cercato di rapirla. Nessuno ha mai saputo il motivo, ma lui ha confessato tutto, dicendo che non poteva dare altre spiegazioni. Per fortuna non l'ha mai toccata o ferita, stava solo ad osservarla, si presentava ogni sera sotto casa sua, la perseguitava a lavoro e addirittura quando andava al supermercato. Per fortuna adesso è tutto passato>>

Sento una presenza dietro di me, afferra il telecomando e spegne la tv.
Sono davvero senza parole. Io non lo conosco per niente, chissà quante altre cose nasconde e che la maggior parte non sa.
Mi giro a guardarlo. Sembra pronto a esplodere, forse non voleva che io lo scoprissi.
<<D-davvero hai fatto questo?>> Chiedo come se non riuscissi a trovarci una spiegazione.
<<Non avresti dovuto saperlo>> stringe la sua mano in un pugno, nei suoi occhi leggo rabbia, tristezza, delusione.
<<Spiegamelo per favore>> sto cercando di essere comprensibile, anche se non è per niente una cosa normale.
<<Ho seguito quella donna e ho cercato di rapirla, è vero. Ma l'ho fatto per un motivo che non posso dirti>> dice serrando la mascella.
<<Puoi dirmelo Darren, sfogati, non ti giudicherò mai>>
<<Non posso, non voglio>> scuote la testa con un dolore immenso che gli leggo nel volto.
<<Puoi fidarti di me>> Poggio una mano sul suo petto e lui la guarda come se fosse un gesto d'oro, che non ha mai avuto. Senza pensarci due volte lo tiro a me e lo abbraccio.
Lentamente le sue braccia mi circondano e ricambia l'abbraccio <<Non l'avrei mai fatto se non ci fosse stato un motivo valido>> sento la sua voce tremare, sento solo che in questo momento ha bisogno di me, del mio conforto. E sento anche dentro il mio cuore che quello che ha passato è una cosa tragica, molto brutta.

<<Se non sei pronto a dirmelo lo capisco, quando ne avrai voglia puoi parlarmene. E un'altra cosa, ti credo>> sussurro in modo dolce, perché in fondo io ci credo, so per certa che mi sta dicendo la verità, che c'è qualcosa sotto che non puoi rivelarmi per il momento.
<<Loro lo sanno?>> Chiedo riferendomi a Ethan, Grace, sua sorella, Kole e sua madre.
<<Certo che lo sanno, cinque anni fa non si parlava d'altro>> mormora tra le mia braccia arrabbiato.
<<Non ho mai guardato il tg prima di oggi>> dico ironizzando un po'.
Si stacca da me e poggia la mano nella mia guancia <<C'è sempre una prima volta>> ridacchia.

<<Parlando di altro, il mio stomaco chiama>> mi lamento scendendo dallo sgabello.
Vado ad aprire il frigo e trovo una teglia di lasagne pronta, pronta per essere divorata. La prendo insieme a due forchette e la mangiamo assieme lì dentro.
Dopo due fette sto per scoppiare, mentre lui la mangia tutta.
<<Sei un burrone>> lo prendo in giro ridendo.
<<Scusa se il tuo stomaco è minuscolo>> mi guarda con ovvietà mentre si avvicina a me <<Come fai a non essere ciccione?>>
<<Metabolismo veloce>>
<<Oh ti prego non dire quella frase, la odio>>
<<Metabolismo veloce>> la ripete cercando di irritarmi.
Lo ignoro e continua <<Metabolismo veloce>> vado verso il divano e senza farmene accorgere gli lancio un cuscino in pieno viso.
<<Non avresti dovuto piccola>> corre verso di me, mi prende come un sacco di patate e sale le scale.
<<Mettimi giù, brutto bestione>> rido come una matta.

Apre la porta della mia stanza, la chiude a chiave e mi butta sul letto.
<<Buonanotte Mad, domani dobbiamo andare a lavoro>> alza le coperte e si intrufola dentro.
<<Ehi aspetta. Dormi qui con me?>> Domando confusa e con il viso un po' al fuoco.
<<Si, ho paura a dormire solo>> cerca di non ridere ma io scoppio in una risata <<Che scusa , davvero poco credibile>> mi intrufolo anch'io nelle coperte e sorrido <<Buonanotte a te>>

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